"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 19 marzo 2010

Rwanda: solo il 10% della popolazione ha accesso all'elettricità.

Il fatto che l'allacciamento di 140 famiglie alla rete elettrica nazionale nella zona di Byumba   diventi una notizia per il The New Times indica come il problema della distribuzione dell'energia elettrica, al di fuori della capitale e delle restanti città, sia uno dei problemi ancora da risolvere in Rwanda. Secondo le statistiche ufficiali la rete elettrica serve attualmente  solo il  9,5 per cento della popolazione, percentuale significativamente analoga  a quella dei rwandesi residenti in città. Il governo ha in progetto di portare tale percentuale al 16 per cento entro il 2012. La percentuale sembra seguire il trend del processo di urbanizzazione, lasciando praticamente esclusa gran parte della popolazione delle campagne, dove è oggettivamente molto oneroso creare l'infrastruttura distributiva dell'energia elettrica.  D'altra parte lo sviluppo socio economico delle zone rurali del paese non può prescindere dall'accesso all'elettricità distribuita, essendo ancora eccessivamente oneroso il ricorso a forme autonome di produzione elettrica proveniente dai pannelli solari, che possono al massimo risolvere il problema di singole realtà come scuole, uffici pubblici. Nei villaggi resta l'alternativa di qualche raro elettrogeneratore funzionante a gasolio, che deve però scontare l'altissimo prezzo del combustibile che viaggia a livelli europei.  

Ci piace ricordare che uno dei protagonisti dell'elettrificazione  del Rwanda, per la parte di realizzazione delle linee elettriche, è stato l'amico Brunello Baldi che lavorò qui alla fine degli anni cinquanta, salvo ritornarci dopo il 2000 per seguire la distribuzione dell'elettricità nella città di Byumba e poi da volontario dell'Associazione Kwizera.

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