"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


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mercoledì 19 febbraio 2025

Comunicato finale della Missione 2025

 Si è conclusa la scorsa settimana  la Missione 2025 in Rwanda  dell’Associazione Kwizera, l’0rganizzazione di volontariato di Grosio, da anni operante nel Paese africano. La missione di questo anno è coincisa con un momento particolare delle vicende geopolitiche che interessano da anni la zona del Kivu al confine tra Rwanda e Repubblica Democratica del Congo: l’arrivo a Kigali è coinciso con la conquista di Goma, la capitale del Kivu, sul confine ruandese da parte dei ribelli delM23.Va detto che nessuna eco di questa vicende era percepibile in Rwanda, dove la vita procedeva nell’assoluta normalità così che la missione ha potuto svolgersi regolarmente, secondo programma: verificare l’andamento delle iniziative sostenute dall’associazione in loco. A partire dalle due scuole materne gestite dall’Associazione: l’asilo Carlin di Kagera nella parrocchia di Nyagahanga e l’asilo nido della Casa di Catia e Rina a Rwamiko. Accompagnati da don Paolo Gahutu, il nostro Virgilio ruandese, e da don Cleto, il parroco di Nyagahanga, il primo giorno della missione ci siamo portati a Kagera, un pugno di case nel profondo della campagna ruandese, dove sorge dal lontano 2012 l’asilo Carlin (qui trovate la sua storia). Ad accoglierci le tre maestre, Esperance, Leocodie e Liberata, che da anni prestano qui il loro servizio, alle dipendenze della parrocchia a cui l’associazione Kwizera garantisce la corresponsione dell’intero onere retributivo oltre alle altre spese di gestione dell’asilo. C’era anche il capo della Centrale, la struttura di base su cui si articolano le parrocchie ruandesi, nonchè il direttore del vicino Centro scolastico, sotto la cui sorveglianza il nostro asilo si appresta a finire dopo che ne sono stati verificati positivamente i requisiti richiesti dalle autorità civili per strutture del genere. C’erano ovviamente i bambini, circa una settantina, in numero inferiore rispetto al passato, quando superavano il centinaio, in conseguenza dell’apertura in zona di altro centro per l’infanzia.L’incontro è servito a verificare i bisogni della struttura che annualmente necessita di manutenzione. Il giorno successivo è stata la volta dell’Asilo nido della Casa di Catia e Rina. Ci ha accolto la direttrice, suor Marguerite, che dirige il complesso che comprende oltre alla Casa di Catia e Rina una struttura dove si tengono corsi professionali per le giovani ragazze madri dei bimbi del nido La trentina di piccoli festanti erano assistiti da due insegnanti laiche e da una volontaria canadese. I locali sono funzionalmente strutturati sul salone, dalle pareti vivacizzate da disegni adatti ai piccoli, ad un paio di camerette dormitorio e da un giardino con alcuni giochi. Il tutto ben tenuto e pulito. Diversi piccoli portano anche una divisa. Diversamente dall’asilo Carlin, che prevede solo l’apertura fino a mezzogiorno, qui i bambini rimangono al nido anche nel pomeriggio, consumando naturalmente il pranzo di mezzogiorno.Per il nido della Casa di Catia e Rina come per l’Asilo Carlin, l’Associazione Kwizera si fa carico di tutte le spese della gestione scolastica e di mantenimento della struttura. Appuntamento d’obbligo di ogni nostra missione è quello con la comunità Batwa (pigmei), o come si direbbe nel politicamente corretto ruandese “persone storicamente marginalizzate”, di Kibali alla quale negli ultimi anni si è aggiunta quella di Miyowe. Erano 79 i nuclei familiari a Kibali e 26 a Miyowe: ad ognuno è stato consegnato un sacco di 5 kilogrammi di fagioli ed altrettanti di farina di mais ruandese, quindi di colore bianco, per un totale di una tonnellata di alimenti. La Missione  ha visto altri due momenti importanti: l’incontro con i bambini inseriti nel Progetto Adozioni e la visita alle Clarisse del monastero di Nyinawimana.La solerte e preziosa madame Pascasia, da sempre coordinatrice in loco del Progetto, ci ha fatto trovare una bella rappresentanza della trentina di bambini e bambine che beneficiano del sostegno delle famiglie italiane che li hanno adottati a distanza, con un contributo annuo di 120 euro che garantisce loro di affrontare le spese scolastiche e dell’assicurazione sanitaria. Per alcuni di loro è stata l’occasione per fare arrivare in Italia, via WhasApp, un saluto ai rispettivi benefattori. Accompagnati sempre da Pascasia abbiamo visitato il monastero delle clarisse, sostenuto fin dall’origine dall’Associazione nell’ambito del Progetto "Non di solo pane", dove abbiamo potuto visitare il piccolo laboratorio, allestito con il contributo dell’Associazione, per la produzione delle particole per la celebrazione della messa e la comunione dei fedeli. Da notare che l’attrezzatura per ritagliare le ostie è stato generosamente donata dalle suore Benedettine del monastero di Grandate. Con l’occasione si è anche messo in cantiere la realizzazione di un alveare che andrà ad incrementare la piccola fattoria già in attività all’interno del monastero.La missione ha vissuto un momento significativo nell’incontro a Butare con il rettore dell’Università Cattolica del Rwanda (CRU), don Laurent Ntaganda.Oggetto dell’incontro è stato quello di individuare possibili ambiti di collaborazione della CRU con strutture accademiche italiane. Prima fra tutte l’università Cattolica di Milano con la cui Rettrice, la professoressa Elena Beccalli, martedì 11 febbraio, abbiamo avuto un proficuo incontro su possibili collaborazioni tra i due atenei, a partire da un supporto per istituire una facoltà di agraria in Rwanda. Se son rose fioriranno.

domenica 16 febbraio 2025

Incontro con la Rettrice dell'Università Cattolica di Milano

La nostra Missione in Rwanda ha avuto, al rientro in Italia,  una importante appendice nell'incontro tenutosi martedì 11 febbraio con la Rettrice dell'Università Cattolica di Milano, professoressa Elena Beccalli, alla quale abbiamo recapitato la lettera del Rettore della CRU contenente una richiesta di collaborazione tra le due università. L'incontro è stato molto cordiale e proficuo. La prof.ssa Beccalli ha dimostrato vivo interesse alla realtà ruandese ed ha manifestato la sua intenzione a dar seguito alla richiesta di un supporto alla costituzione della facoltà di ingegneria agraria presso la CRU. Al riguardo ha indicato il direttore del Piano Africa della Cattolica, il prof. Mario Molteni, unitamente al preside della Facoltà di Scienze Agrarie, Ambientali ed Alimentari di Piacenza, il prof. Pier Sandro Cocconcelli, come interlocutori per questo progetto di collaborazione. Nei giorni successivi, il prof. Molteni ha preso contatto con la sua controparte della CRU, il prof. don Lucien Hakizimana, per pianificare l'avvio di un percorso di collaborazione che ci auguriamo possa portare ad una proficua partneship tra le due università. 

sabato 8 febbraio 2025

Incontro con i bambini delle Adozioni e con le Clarisse di Nyinawimana

La Missione  ha visto altri due momenti importanti: l’incontro con i bambini inseriti nel Progetto Adozioni e la visita alle clarisse del monastero di Nyinawimana.La solerte e preziosa madame Pascasia, da sempre coordinatrice in loco del Progetto, ci ha fatto trovare una bella rappresentanza della trentina di bambini e bambine che beneficiano del sostegno delle famiglie italiane che li hanno adottati a distanza, con un contributo annuo di 120 euro, che garantisce loro di affrontare le spese scolastiche e dell’assicurazione sanitaria. Per alcuni di loro è stata l’occasione per fare arrivare in Italia, via WhasApp, un saluto ai rispettivi  benefattori. Accompagnati sempre da Pascasia abbiamo visitato il monastero delle clarisse, sostenuto fin dall’origine dall’Associazione nell’ambito del Progetto "Non di solo pane", dove abbiamo potuto visitare il piccolo laboratorio, allestito con il contributo dell’Associazione, per la produzione delle particole per la celebrazione della messa e la comunione dei fedeli. Con l’occasione si è anche messo in cantiere la realizzazione di un alveare che va ad incrementare la piccola fattoria già in attività all’interno del monastero.

Ancora chiusa la maggior parte delle chiese

Chiesa di Nyagahanga
Prosegue la situazione di chiusura delle chiese, in applicazione di una legge del 2018 in materia di sicurezza dei luoghi pubblici, in una situazione di estrema incertezza e di sostanziale impasse.  I parroci si trovano disorientati soprattutto di fronte alla sostanziale indeterminatezza delle misure richieste dalle autorità che consentono un’applicazione delle norme tutt’altro che certa e definita. Si assiste quindi ad applicazioni che variano a seconda dell’autorità territoriale chiamata a dare applicazione alla norma. Valga per tutte l’esempio  della parrocchia di Nyagahanga dove abbiamo la chiesa principale dove sono state attuate tutte le modifiche ed integrazioni richieste, senza che le autorità abbiano ancora rilasciato il nulla osta all’apertura, mentre una piccola chiesa di  una centrale facente parte della stessa parrocchia di Nyagahanga, ma dipendente da altra autorità locale, è regolarmente aperta senza possedere alcuni dei requisiti di sicurezza richiesti. Così some un'altra chiesa parrocchiale priva di molti requisiti è regolarmente aperta, come altra dove si sta pavimentato il piazzale non a norma. Discutibile è anche il fatto che non ci siano parametri oggettivi correlati alle superfici, per esempio per la dotazione di servizi igienici; così capita che per due chiese, di cui una è dalle 4 alle 6 volte più grande dell’altra, sia richiesto lo stesso numero di servizi igienici.

Il Posto di sanità di Mubuga

Il giorno dell'inaugurazione

Nel nostro programma era previsto di affrontare il rilancio dell’attività del Posto di Sanità di Mubuga (qui la sua storia) che nell’ultimo anno è stato praticamente inattivo per diverse cause, a partire dalla carenze di personale infiermeristico presso la struttura sanitaria a cui il Posto fa capo, il Centro di sanità di Kisaro. Quando eravamo pronti a discutere circa un’ipotesi prospettataci da uno dei sacerdoti operanti della parrocchia di Kisaro, sul cui territorio si trova il Posto di sanità, tutto è improvvisamente saltato perché a livello diocesano, a cinque anni dalla realizzazione del Posto di sanità, inaugurato appunto nel 2019, si sono improvvisamente accorti di non avere un quadro documentalmente chiaro e fondato, di chi fosse la proprietà  e la responsanbilità del Posto. Quindi improvviso ed inaspettato ci è stato imposto dall’alto, con modi e toni ultimativi,  uno stop al nostro attivismo sull’argomento.Non ci è rimasto che adeguarci in attesa degli sviluppi.

Incontro con il rettore dell’Università Cattolica del Rwanda

Accompagnati dall’amico don Lucien Hakizimana, professore di Antropologia, abbiamo incontrato a Butare il rettore dell’Università Cattolica del Rwanda (CRU), don Laurent Ntaganda (a sinistra nella foto).Oggetto dell’incontro è stato quello di individuare possibili ambiti di collaborazione della CRU con strutture accademiche italiane, in un momento in cui l’attenzione dell’Italia verso l’Africa ha trovato nuovo impulso anche con il lancio da parte del nostro governo del Piano Mattei per l’Africa.Sull’argomento siamo stati supportati da don Lucien, fino  a qualche mese fa  professore all’Università UTAB di Byumba e passato di recente alla CRU. Con l’UTAB, don Lucien era stato protagonista attivo della collaborazione dell’UTAB con l’Università di Parma.Anche alla luce di questa pregressa esperienza, don Lucien sta ora operando alla CRU, oltre che naturalmente nel proprio specifico ambito accademico dell’antropologia, anche  in questa sorta di politica estera della sua nuova università. Su questa nuova sfida, per quanto possibile gli daremo una mano sul fronte italiano.

martedì 4 febbraio 2025

Una tonnellata di viveri per gli amici batwa

Kibali

Appuntamento d’obbligo di ogni nostra missione è quello con la comunità Batwa, o come di direbbe nel politicamente corretto ruandese “persone storicamente marginalizzate” di Kibali alla quale negli ultimi anni si è aggiunta quella di Miyowe. Erano 79 i nuclei familiari a Kibali e 26 a Miyowe: ognuno dei quali è stato consegnato un sacco di 5 kilogrammi di fagioli ed altrettanti di farina di mais ruandese, quindi di colore bianco, per un totale di una tonnellata di alimenti. L’incontro con queste comunità fa toccare con mano situazioni di vera emarginazione che, nel tempo, nonostante l’impegno dei tanti donatori, non hanno subito l’inversione di tendenza sulla via dello sviluppo messo in atto dal resto della società ruandese. Forse è anche per questo che qualche ecclesiastico autorevole ci faceva notare, con linguaggio curiale, che questa nostra attenzione verso queste comunità forse non neccessariamente incontra l’apprezzamento delle autorità civili. 



Miyowe

domenica 2 febbraio 2025

A Rwamiko tracce del Progetto Mikan


 In occasione della visita a Rwamiko alla Casa di Catia e Rina, abbiamo incontrato il nuovo parroco, don Jean Nepomaceno, conosciuto dai tempi in cui era vicario con don Paolo a Nyagahanga. Lo stesso ci ha riservato una piacevole sorpresa quando, parlando della sua pastorale nella nuova parrocchia, ci diceva di aver trovato tra i vari gruppi attivi anche tre impegnati nel Progetto Mikan. Come noto tale Progetto, la cui storia trovate qui, si era praticamente esaurito dopo che, al raggiungimento delle 5.000 coppie coinvolte, all'inizio del 2028, la sua gestione era stata trasferita dalla vecchia Associazione Kwizera all’ufficio della pastorale familiare della diocesi di Byumba. In quel momento erano attivi 50 gruppi ( vedi foto a lato) distribuiti su 17 parrocchie oltre a due gruppi delle vedove.  Complice la complicata stagione del Covid, con i suoi divieti e le sue chiusure, oltre al cambiamento dei responsabili della pastorale familiare, l’esperienza del Mikan si era andata esaurendo nel disinteresse colpevole dei vari parroci. Invano già nella precedente missione avevamo sollecitato ai responsabili una ricognizione tra i vari parroci per verificare se qualche gruppo fosse mai sopravissuto alla stagione del Covid, senza peraltro ricevere alcun riscontro positivo.Ora questa piacevole sorpresa che potrebbe far pensare che ci siano situazioni analoghe anche in altre parrocchie. Vedremo. Naturalmente, non appena avremo conferma dell'esistenza di questi tre gruppi provvedermo ad erogare a don Jenepo il premio a suo tempo promesso.


venerdì 31 gennaio 2025

Al nido della Casa di Catia e Rina

Secondo appuntamento della Missione 2025 è l’asilo nido della Casa di Catia e Rina la cui storia trovate qui. Il viaggio verso Rwamiko, dove si trova la Casa, comincia con un fuori programma. Infatti, era previsto che la jeep messaci a disposizione da don Paolo fosse guidata da un suo autista. Purtroppo, o forse è meglio dire per fortuna, all’uscita dal garage l’autista compiva una manovra decisamente improvvida tanto da consigliare lo stesso don Paolo a riassumere il ruolo di autista ed accompagnarci in questo nuovo viaggio, disdicendo gli impegni presi. Noi non possiamo che ringraziarlo, soprattutto alla luce della strada dissestata che ci attendeva nel secondo tratto del percorso, dove non immaginiamo come avrebbe saputo districarsi il primo autista. 

Comunque tutto è bene ciò che finisce bene; infatti, la visita al nido, dove ci accompagnava il parroco di Rwamiko, don Jean Nepomaceno, vecchia conoscenza dai tempi in cui era vicario a Nyagahanga, ci ha pienamente soddisfatti. Ci ha accolto nella Casa la responsabile, suor Marguerite attorniata dalla trentina di piccoli festanti, assistiti da due insegnanti laiche e da una volontaria canadese, supportate da un'altra suora del Buon Pastore presente nel complesso che comprende oltre alla Casa di Catia e Rina una struttura dove si tengono corsi professionali per le giovani ragazze madri dei bimbi del nido. I locali sono funzionalmente strutturati sul salone, dalle pareti vivacizzate da disegni adatti ai piccoli, ad un paio di camerette dormitorio e da un giardino con alcuni giochi.Il tutto ben tenuto e pulito. Diversi piccoli portano anche una divisa. Diversamente dall’asilo Carlin, che prevede solo l’apertura fino a mezzogiorno, qui i bambini rimangono al nido anche nel pomeriggio, consumando naturalmente il pranzo di mezzogiorno.Per il nido della Casa di Catia e Rina come per l’Asilo Carlin, l’Associazione Kwizera si fa carico di tutte le spese della gestione scolastica e di mantenimento della struttura.

giovedì 30 gennaio 2025

Anche questa volta si parte dall'asilo Carlin

Accompagnati da don Paolo e da don Cleto, il parroco di Nyagahanga, oggi ci siamo portati a Kagera, un pugno di case nel profondo della campagna ruandese, dove sorge dal lontano 2012 l’asilo Carlin di cui qui trovate tutta la storiaAd accoglierci le tre maestre, Esperance, Leocodie e Liberata, che da anni prestano qui il loro servizio, alle dipendenze della parrocchia a cui l’associazione Kwizera garantisce la corresponsione dell’intero onere retributivo oltre alle altre spese di gestione dell’asilo. C’era anche il capo della Centrale, la struttura di base su cui si articolano le parrocchie ruandesi, nonché il direttore del vicino Centro scolastico, sotto la cui sorveglianza il nostro asilo si appresta a finire dopo che ne sono stati verificati positivamente i requisiti richiesti dalle autorità civili per strutture del genere. C’erano ovviamente i bambini, circa una settantina, in numero inferiore rispetto al passato, quando superavano il centinaio, in conseguenza dell’apertura in zona di altro centro per l’infanzia.L’incontro è servito a verificare i bisogni della struttura che annualmente necessita di manutenzione: quest’anno è emersa la necessità di dotarsi, su richiesta delle autorità civili, di due servizi igienici per portatori di handicap che provvederemo a realizzare a breve. Va inoltre rifatta la targa con la foto di Carlin, in quanto ormai consunta, e programmare una recinzione della zona giochi per preservare le attrezzature che senza protezione sono soggette ad un veloce deterioramento.

Come l’anno scorso, le maestre hanno voluto riservarci un piccolo e simpatico segno di riconoscenza:25 uova, che abbiamo provveduto a consegnare alla cuoca della parrocchia di Mulindi, retta da don Paolo, dove siamo ospiti. Da parte nostra avevamo portato ai bambini dei dolci, che hanno golosamente consumato insieme alla bevanda a base di farina di sorgo che quotidianamente viene loro data a metà mattinata, ed alle maestre l’annuncio di un piccolo aumento del loro stipendio. Rileggendo le cronache del passato sembra il ripetersi delle solite scene, ma a ben pensarci è invece il perpetuarsi di una bella storia di solidarietà che vede la comunità grosina vicina e partecipe alla vita di una realtà lontana  e meno fortunata.

mercoledì 29 gennaio 2025

In viaggio verso Kigali

Sulla Milano-Doha-Kigali, abbiamo volato nell’ultima tratta, per la prima volta, con la compagnia di bandiera ruandese, la RwandAir. Un volo non troppo affollato e quindi comodo e piacevole, seppur su un datato Boeing 737-800. Una conferma dello status assunto da RwandAir che ormai da anni collega l’Europa all’Africa da Londra e Parigi, oltre che ovviamente con Doha. Ovviamente, perché Rwandair è da tempo che collabora con la compagnia Qatarina con la quale sono in corso trattative per l'acquisizione da parte di Qatar Airways di una quota del 49% nella RwandAir, e di una quota del 60% nel nuovo aeroporto internazionale di Bugesera, fuori Kigali, come dichiarato dal presidente ruandese Paul Kagame solo pochi giorni fa.Qatar Airways e RwandAir sono in trattative da circa cinque anni, con i colloqui posticipati più volte a causa della pandemia di Covid-19 e poi della Coppa del Mondo del 2022 in Qatar. Tuttavia, Qatar Airways è da tempo interessata ad acquisire una quota di RwandAir per far progredire la sua strategia più ampia di espansione delle sue operazioni nell'Africa orientale e centrale. Le due compagnie aeree hanno già firmato un accordo di code sharing e lanciato voli diretti tra Kigali e Doha per rafforzare i legami. L'accordo per l'acquisizione di parte dell'aeroporto internazionale di Bugesera, un progetto da 1,3 miliardi di dollari che dovrebbe essere completato entro il 2028, consentirebbe anche a Qatar Airways di stabilire il suo primo hub cargo al di fuori del Qatar. A parte questa digressione economico-societaria, ennesima conferma della vivacità del modello Rwanda, il viaggio si è concluso come al solito con la cordiale accoglienza di don Paolo Gahutu che ci attendeva in aeroporto per portarci a Mulindi, la sua parrocchia, che fungerà da campo base per questa nostra missione. In jeep verso Mulindi Don Paolo ci ha intrattenuto sulle ultime notizie provenienti dal vicino Kivu, dove la città di Goma è stata conquistata dal movimento filo ruandese M23. Notizie che qui non trovavano alcuna eco particolare tra la gente indaffarata di Kigali.

mercoledì 15 gennaio 2025

Ritorno in Rwanda: Missione Kwizera 2025

La Missione 2025 dell'Associazione Kwizera in Rwanda si svolgerà dal 28 gennaio al 10 febbraio. Gli appuntamenti, anche per quet'anno, prevedono il soppralluogo alle iniziative che l'Associazione ha promosso nell'ambito della diocesi di Byumba: dall'asilo Carlin di Kagera all'asilo nido della Casa di Catia e Rina a Rwamiko, fino al Posto di sanità di Mubuga. A queste si affiancano il sostegno al monastero delle Clarisse di Nyinawimana ed alle comunità batwa di Kibali e Myiowe, per finire al progetto Adozioni. La visita alle diverse realtà serve a verificarne l'andamento, riscontrare necessità di interventi manutentivi sulle strutture  e raccogliere le istanze dei gestori circa particolari esigenze che dovessero presentarsi. Come per il passato potremo contare sui numerosi amici e collaboratori locali che non ci faranno mancare il loro supporto e la loro vicinanza. Naturalmente daremo conto della Missione con un puntuale resoconto su questo blog.