"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 29 settembre 2009

Rwanda: la sfida informatica

Un bus attrezzato come un internet cafè mobile sta girando per il Rwanda. Presto sarà affiancato da un bus gemello. La notizia, già data dalla BBC ( vedi filmato) nei giorni scorsi, viene rilanciata nell’edizione odierna di The New Times. Il bus, dotato di 22 computer portatili HP, è in viaggio in zone rurali, per consentire l'accesso a internet dei cittadini,in particolare studenti, uomini d’affari e gli agricoltori più evoluti. L’iniziativa si innesta nel contesto del grande sforzo del governo rwandese per fare del paese delle mille colline il paese africano a più alta informatizzazione, con l’intento di farne una specie di HUB informatico continentale. Diversi sono i cantieri in essere in questo campo: si va dalla introduzione dei pc nelle scuole, partendo dai laptop nelle elementari, alla creazione di un anello in fibra ottica che colleghi le principali città a livello nazionale. I lavori in questo senso fervono febbrilmente con l’intenzione di essere operativi nei primi mesi del 2010 per poi collegare Kigali ai cavi sottomarini che arriveranno in Kenya dal prossimo novembre. In agosto abbiamo potuto verificare lo stato di avanzamento dei lavori di posa dei cavi sulla strada che collega Kigali a Ruhengeri. In campo informatico i progetti delle autorità di Kigali sono decisamente sfidanti, anche se al momento le attenzioni sono rivolte soprattutto sulla capitale che dovrebbe presto diventare una città con un WiBro (Wireless Broadband) supportato da tecnologie sud coreane.

In questo contesto ben si inserisce il progetto su cui sta lavorando l’Ass. Kwizera per allestire un’aula informatica presso il Centro Sociale A.G. di Nyagahanga.

lunedì 28 settembre 2009

La carestia in Africa orientale non sembra toccare il Rwanda

L’allarme lanciato nelle settimane scorse dalla FAO circa il rischio che l’Africa orientale possa andare incontro a carenze di alimentari a causa di una carestia che sta interessando la zona, riducendo di molto i raccolti agricoli, sembra non preoccupare le autorità rwandesi.Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite circa 20 milioni di persone nella regione, in particolare in Uganda, Kenya e Etiopia hanno già ricevuto aiuti alimentari;peraltro, il numero potrebbe aumentare nei prossimi mesi con il coinvolgimento di altre parti della regione. Per quanto riguarda il Rwanda, secondo le autorità di Kigali, il notevole miglioramento della produzione agricola del paese, che nella stagione 2009 tra febbraio e giugno è salita del 6,5 per cento rispetto alla stessa stagione nel 2008, garantisce buone disponibilità di scorte agricole e dovrebbe essere quindi scongiurato qualsiasi pericolo di scarsità di cibo. I risultati conseguiti dipendono dall’introduzione di sementi migliorate e di fertilizzanti chimici. Per esempio per il mais si è introdotta una nuova varietà chiamata SC514 che può produrre tra le 5 e 9 tonnellate per ettaro, che ha portato a un aumento, nell’ultima stagione, della produzione del 108%.Nel complesso le autorità attribuiscono irisultati ottenuti nella produzione al miglioramento del rendimento: si parla di aumenti del 38 per cento per il riso, del 14 per cento per il grano e del 17 per cento per il sorgo.

sabato 26 settembre 2009

Don Paolo prossimamente in Italia

Don Paolo Gahutu ha preannunciato un suo viaggio in Italia a partire dal prossimo 19 ottobre, per partecipare, in rappresentanza della conferenza episcopale rwandese, al congresso Mondiale per la pastorale dei Migranti e dei Rifugiati, che avrà luogo in Vaticano, dal 9 al 12 novembre prossimo.
Nei giorni precedenti l'impegno pastorale Don Paolo si ripromette di visitare gli amici toscani, siciliani e valtellinesi secondo un programma in via di definizione.

giovedì 24 settembre 2009

Rwanda primo nell'innovazione amministrativa con il progetto Visa

Il Rwanda è il vincitore del premio AAPAM 2009, assegnato al paese africano che ha presentato il miglior progetto innovativo nell’ambito della gestione dell’amministrazione pubblica. Il Rwanda si è imposto sugli altri 57 paesi africani partecipanti, superando in finale Uganda, Zambia, Ghana e Sud Africa, con il progetto innovativo VISA, presentato dal Dipartimento per l’Immigrazione e l’Emigrazione riguardante la gestione dei visti. Possiamo dare atto personalmente dell’efficienza con cui il Dipartimento gestisce la richiesta dei visti d’entrata nel paese. Dopo aver compilato un format disponibile sul sito del Dipartimento, il visto viene inviato per e mail nel giro di pochissimi giorni, massimo una settimana. Paesi ben più importanti del piccolo Rwanda richiedono ancora dispendiosi passaggi ai rispettivi consolati per ottenere il visto d’entrata. Anche per il Rwanda fino a qualche anno fa bisognava presentare il passaporto all’ambasciata di Parigi o di Bruxelles per ottenere il visto, non disponendo di un riferimento diplomatico in Italia, con indubbie perdite di tempo e aggravi di costi. Ora si può fare tutto dal computer di casa.

mercoledì 23 settembre 2009

TIG: i cantieri di lavoro dei prigionieri "pentiti"

In occasione della recente missione agostana, è capitato diverse volte, muovendosi sul territorio rwandese, di vedere dislocati sui fianchi delle colline degli accampamenti con grandi tende e tutto intorno dei cantieri di lavoro. Genericamente ci veniva spiegato che si trattava di campi di lavoro per prigionieri. Solo approfondendo il significato della sigla TIG, in cui mi ero imbattuto recentemente in un articolo in cui si parlava di costruzione di aule scolastiche, ho scoperto che si tratta dei cantieri dove vengono svolti i cosiddetti Travaux d’Intérêt Général –TIG , Lavori d’interesse generale. Sono lavori, che noi chiameremmo socialmente utili, a cui sono destinati i prigionieri condannati per i crimini commessi nelle vicende del 1994 che, dopo aver confessato le proprie colpe, scontano metà della loro pena appunto lavorando in questi cantieri. Questi campi sono diffusi in diverse distretti del Rwanda; i prigionieri, gestiti dalle autorità del distretto che si fanno carico anche del loro mantenimento, sono solitamente adibiti a lavori per la costruzione di strade o altre opere pubbliche o per il terrazzamento delle colline. Nelle intenzioni delle autorità questa esperienza dovrebbe favorire un reinserimento di questi prigionieri pentiti nella società, dopo un percorso di recupero e di riconciliazione.

giovedì 17 settembre 2009

La corruzione maggior causa di povertà nei paesi in via di sviluppo

L'affermazione del titolo, che potrebbe suonare abbastanza forte, è contenuta in una lettera che 50 organizzazioni religiose internazionali presenti nei paesi poveri del mondo, fra le quali la Caritas Internazionale hanno rivolto ai delegati che lavorano per la UNCAC, (UNCAC è la sigla di “United Nations Convention Against Corruption”, Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione) perchè giungano ad un accordo che sia strumento efficace per eliminare la corruzione, definita “la maggior causa di povertà nei paesi in via di sviluppo”. L'argomento è trattato nel post "Il maggior ostacolo allo sviluppo: la corruzione" comparso sul blog ARMAGHEDDO di Padre Piero Gheddo che potrete leggere cliccando qui.
Il fenomeno è presente anche in Rwanda, anche se la lotta alla corruzione è uno degli obiettivi primari delle autorità di Kigali; infatti, non passa giorno che sulla stampa locale non ci sia la notizia di qualche arresto o condanna per fatti di corruzione che interessano dal piccolo burocrate o poliziotto fino agli alti vertici dell'apparato statale. Nonostante questo forte impegno, il Rwanda si trovava al 102esimo posto della particolare classifica stilata, per il 2008, da Transparency International” (TI),un’organizzazione internazionale non governativa fondata nel 1993, che svolge inchieste “sulla percezione della corruzioneda parte della popolazione nei confronti della pubblica amministrazione del proprio Stato”.
Proprio su The New Times di oggi compare la notizia che 926 funzionari pubblici, sui 5.712 destinatari comprese le alte cariche dello stato, non hanno ancora risposto allo speciale questionario inviato dall'ufficio governativo anti corruzione per monitorare il loro grado di ricchezza.Tale censimento è stato introdotto come strumento di lotta alla corruzione, malversazione e abuso di fondi pubblici e i dipendenti del governo sono tenuti a presentare il loro reddito, attività e passività, che sarà verificato da parte dell'ufficio del difensore civico.

mercoledì 16 settembre 2009

I portali amici dell'Africa


Desideriamo rinnovare la segnalazione del blog AFRICA del giornalista de Il Sole 24 Ore, Riccardo Barlaam. Tutti gli amici dell'Africa vi troveranno "notizie dall'altra parte del mondo che nessuno pubblica", come puntualmente conferma l'archivio dei post pubblicati. Si trovano nel blog tutti i link utili per monitorare quanto succede nel continente africano e quindi anche inRwanda.Proprio nell'edizione odierna viene ripreso anche un post di Albe rwandesi.
Barlaam è anche tra i promotori, unitamente a un gruppo di giovani giornalisti africani, del portale indipendente, Africa Times News, dove trovano spazio notizie ed eventi
a fricani che troppo spesso non riescono a fare breccia nell'indifferenza dei media internazionali che s'interessano, quando proprio non ne possono fare a meno, solo delle tragedie africane.

Jatropha:Il biodiesel dei missionari

Riportiamo questo articolo comparso sul numero del 13 settembre di Avvenire in cui si affronta il tema dello sfruttamento della jatropha. Le informazioni contenute nel pezzo non fanno che confermare la bontà della scelta di condurre un esperimento di coltivazione della jatropha a Nyagahanga.
Le sorelle Vincenziane a Minga, un villaggio nella foresta tropicale della Tanzania del Sud, a pochi chilometri dal confine con il Mozambico, raccontano con semplicità di «produrre l’energia elettrica in giardino». I Padri missionari in Guinea Bissau la coltivano da anni. I Frati Cappuccini Minori hanno avviato in Madagascar un progetto con la Delta Petroli. I missionari dell’Aefjn (Africa Europe faith and justice network), una rete di 43 congregazioni religiose maschili e femminili presenti in Europa e in Africa, l’hanno piantata in Togo, Ghana, Senegal, Mali, Costa d’Avorio e Niger: stiamo parlando della Jatropha Curcas grazie alla quale tantissime missioni e villaggi dei Paesi in via di sviluppo si sono resi autosufficienti dal punto di vista energetico.
«Tre semi per la green economy»: uno slogan efficace se riferito a questa pianta originaria dei Caraibi e appartenente alla famiglia delle Euforbiacee. Traghettata nelle colonie in tutto il mondo dai marinai portoghesi da cui veniva usata per costruire recinzioni a protezione di orti e giardini e, addirittura, per recintare tombe e cimiteri, solo di recente ne sono state scoperte le preziose e molteplici qualità. Ogni frutto contiene tre semi che, dopo la semplice spremitura a freddo, producono un olio combustibile che – quando brucia – non produce fumo ed ha un impatto zero in termini di emissioni di anidride carbonica.
Può essere coltivata in condizioni di scarsa piovosità, sopravvive anche a due anni di siccità e vive in ogni tipo di terreno, persino nelle zone in prossimità del deserto dove non si riesce a coltivare altro. È quindi accessibile anche nelle zone rurali più povere e, a differenza della maggior parte delle altre piante che producono semi oleosi (grano, mais, soia, eccetera), non è commestibile, né per gli uomini né per gli animali. I residui dei semi spremuti sono un ottimo fertilizzante e le sue radici proteggono il terreno e con l’olio si fabbricano saponi. Ha una vita media tra i 40 e i 50 anni.
Può esser piantata in posizione ravvicinata con una maggior resa: un ettaro coltivato a Jatropha può produrre fino a 1900 litri di olio combustibile, quasi quattro volte più della soia e dieci volte rispetto al mais. Infine sul suo fusto si arrampica come pianta parassita la vaniglia: un connubio che potrebbe rivelarsi ulteriore fonte di guadagno. Continua...

Rwanda:fissate per il 9 agosto le elezioni presidenziali 2010

Le prossime elezioni presidenziali rwandesi, previste per il prossimo anno, si terranno lunedì 9 agosto 2010; lo ha deciso ieri il consiglio dei ministri di Kigali. Gli elettori aventi diritto saranno circa 5,2 milioni, 1,3 milioni in più rispetto alle precedenti elezione del 2003. Sono previsti 16.000 seggi elettorali, in cui opereranno 70.000 agenti elettorali, attualmente in fase di formazione. I costi, previsti in complessivi 7,5 milioni di euro, saranno sostenuti dalla comunità internazionale per circa 2,75 milioni di euro. Gli elettori si presenteranno ai seggi con un certificato elettorale personalizzato con la foto dell’elettore, disponibile su base centralizzata, dopo che ogni rwandese è stato dotato di una modernissima carta d’identità su supporto plastico, con tanto di foto digitale. La campagna elettorale inizierà il 20 luglio e si chiuderà l'8 agosto. Prudenza consiglia che si tenga conto di questa scadenza elettorale nel pianificare, per la prossima estate, le missioni di volontariato in terra rwandese.

martedì 15 settembre 2009

Rassegna stampa: La Provincia


L'iniziativa di Michele e Anna vista da La Provincia, nell'edizione quotidiana del 9 settembre

e in quella settimanale del 12 settembre.



MINEDUC:i genitori devono contribuire alla costruzione di nuove scuole

I genitori degli scolari devono partecipare con impegno alla campagna per la costruzione di nuove aule, nell’ambito del programma 9 -Year Basic Education programme in 2010 che prevede che ogni bambino ruandese debba avere la possibilità di frequentare gratis i primi nove anni scolastici.Questo è l’auspicio espresso dal Ministro della Pubblica Istruzione del Rwanda, Dott. Charles Muligande, in un incontro con la stampa tenutosi ieri a Kigali.Secondo il ministro, tutti i genitori dovrebbero raccogliere questa sfida in modo che, entro l'inizio dell'anno accademico, possano essere costruite 3.172 nuove aule come previsto dal programma. Secondo il Ministro il coinvolgimento della popolazione si rende necessario dal momento che nel bilancio statale sono disponibili solo 10 miliardi di Franchi rwandesi sui 30 che sarebbero necessari.Secondo il piano, il ministero dovrebbe fornire i materiali e il supporto tecnico, assicurato dalla disponibilità di un ingegnere in ogni distretto e di un tecnico per ogni sito, mentre la popolazione del posto dovrebbe fornire la manodopera. Finora 14 distretti hanno potuto ricevere le materie prime necessarie, trasportate in loco dal Ministero della Difesa, uno dei soggetti interessati a questo programma. La partecipazione della popolazione locale pur positiva necessita di essere ulteriormente stimolata, anche prevedendo una sua partecipazione in termini finanziari.

Eventuali interventi associativi in questo ambito dovrebbero quindi misurarsi con questi indirizzi ministeriali, verificando le reali potenzialità dell'apporto locale in termini di materiali, tecnici e manodopera.

lunedì 14 settembre 2009

Vuoi avviare una nuova impresa? Vai in Rwanda

ll Rwanda è il paese che, a livello mondiale, ha effettuato il maggior numero di riforme tese a favorire il " fare impresa".Lo dice la Banca Mondiale nel suo report "Doing Business 2010" appena pubblicato, in cui il paese delle mille colline si posiziona in 67esima posizione, rispetto alla 143esima della precedente edizione, quinto dei paesi africani, dopo Mauritius (17), Sud Africa (34), Botswana (45) e Namibia (66). Per la cronaca l'Italia si trova in 78esima posizione.Tra le varie voci che vanno a formare l'indice generale, troviamo: "avviare un'impresa","protezione per gli investitori", "procedure giudiziarie per dare attuazione ai contratti","pagare le tasse", "mercato del lavoro", "procedure per la registrazione delle proprietà", in una parola tutto ciò che attiene l'avvio, la crescita e il funzionamento di un'azienda. Il Rapporto riconosce gli sforzi compiuti dalle autorità rwandesi per dare un quadro normativo atto favorire la crescita delle imprese locali, anche attraverso la creazione delle condizioni favorevoli all'afflusso d'investitori stranieri.Siamo ben lieti di sottolineare questi sforzi tesi a favorire il progresso in campo economico, convinti che certi sviluppi comportino, nel tempo, una crescita della società civile anche in altri campi.

domenica 13 settembre 2009

Un documentario sulla tragedia rwandese vince il Family Festival di Fiuggi

Un documentario sulla tragedia rwandese ha vinto il mese scorso il Family Festival di Fiuggi 2009. Impegnati in quel periodo proprio in Rwanda abbiamo mancato la notizia: rimediamo prontamente. Si tratta del documentario As We Forgive della giovane regista americana Laura Waters Hinson.
As We Forgive racconta le storie di due donne ruwandesi, Rosaria e Chantal, che si trovano faccia a faccia a faccia con gli uomini che hanno massacrato le loro famiglie durante il genocidio del 1994 che lasciò uno strascico di centinaia di migliaia di morti fra la popolazione rwandese. Questa commovente rievocazione, che si concentra sul tema del perdono (con riferimento alla pratica dell’ubuntu, il sistema tradizionale che ha permesso di ricostruire la comunità di un Paese distrutto dall’odio), vive dei volti e delle voci di donne provate nel corpo e nello spirito, ma che non rinunciano a rimettere in piedi la loro vita per amore di chi è rimasto, ma anche in memoria di chi non c’è più. L’ardua accettazione dell’incontro con i loro aguzzini di un tempo, ora pentiti, è possibile anche grazie all’appoggio della Chiesa, che ha sostenuto i processi di riconciliazione e i progetti si sostegno alle famiglie realizzati in questo ambito. “Il motivo della nostra scelta – ha spiegato Alessandro D’Alatri, presidente di giuria del Festival - nasce dai valori espressi e dalla qualità di questo documentario che affronta i temi, oggi largamente attuali, della ferita familiare e del perdono".
Il documentario dovrebbe essere distribuito anche in Italia dalla stessa organizzazione del Festival e potrà così essere disponibile per serate di approfondimento sui temi trattati, come avvenuto negli USA.
Cliccando qui si può accedere al sito del documentario e visionare il trailer.

sabato 12 settembre 2009

La bicicletta


La bicicletta è di gran lunga il mezzo di trasporto più diffuso in Rwanda, soprattutto in campagna.
Fà da mezzo di trasporto per le persone e per le merci. Lungo le strade sterrate che s'inerpicano sulle colline è frequente incontrare biciclette che fanno da taxi, con il passeggero accomodato sul sellino posto sulla ruota posteriore e il guidatore impegnato a pigiare sui pedali nei tratti in cui la pendenza lo permette. Quando la salita si fa più dura si scende e si spinge, salvo poi recuperare quando si scollina e ci si tuffa in discese mozzafiato, anche quando la strada è sterrata. L'abilità dei guidatori è fuori discussione! Sui pochissimi tratti in asfalto sembrano ciclisti professionisti.
Mancando, in Rwanda come in moltissimi altri paesi africani della fascia equatoriale, qualsiasi animale da soma ( il cui mantenimento è ritenuto troppo oneroso in termini di alimentazione) la bicicletta è in pratica l'unico mezzo a disposizione degli abitanti dei villaggi per trasportare merci. E' per questo che sulle strade s'incontrano biciclette stracariche di caschi di banane, di sacchi di fagioli o di farina, di casse di birra e di tanto altro.
Le bicilette, caricate all'inverosimele, non possono più essere condotte dal guidatore ma solo spinte.
A volte si vedono anche dei carichi molto particolari. Avete provato a contare quante galline ci sono sul sellino di questa bicicletta?

domenica 6 settembre 2009

Da Piazza al Serchio un pasto quotidiano per gli scolari bisognosi di Nyagahanga

Ogni giorno, una settantina di scolari delle scuole primarie di Nyagahanga trova nei locali del rinnovato refettorio del Centro Parrocchiale un pasto caldo che li attende. Si tratta di un bel piatto ricolmo di riso, fagioli e altri tipi di verdura che Don Paolo fa preparare dai suoi collaboratori per quei bambini bisognosi che, difficilmente, alla loro casa troverebbero il necessario per poter dire di aver consumato un pasto sufficiente. Don Paolo iniziò questo prezioso servizio appena arrivato a Nyagahanga, confidando di poter contare anche su qualche sostegno esterno. Sostegno che quest'anno arriva dal Gruppo Missioni della Caritas Parrocchiale di Piazza al Serchio ( Lucca) che con un generoso contributo ha voluto contribuire alla prosecuzione di questa encomiabile iniziativa.

giovedì 3 settembre 2009

La foto: mamma al lavoro... con bambino al seguito




Fino a quando non saprà muovere i primi passi, il piccolo non abbandonerà la propria mamma, neppure quando impegnata nel lavoro dei campi.
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Poi le cose cambieranno.....




Il ponte.......

In Italia siamo abbastanza abituati a vedere certe opere stadali, interrotte a metà, che fanno triste mostra di sè, magari in aperta campagna. Solitamente sono materia d'intervento del Gabibbo di Striscia la notizia. Anche in Rwanda ci è capitato qualcosa di simile. Guardate questo ponte in cemento, abbandonato in mezzo ai campi, che congiunge le due sponde di un rigagnolo, senza che ci sia una strada su cui transitare. La strada su cui transitano anche le jeep passa, infatti, qualche decina di metri più a monte e l'attraversamento del ruscello è garantito da un ponte in tronchi d'albero su cui si deve transitare con attenzione, perchè qualche tronco si è incrinato.
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