"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 28 settembre 2010

La Svizzera meno sicura per il denaro illecito dei governanti

Una nuova legge approvata il 13 settembre scorso dal parlamento elvetico,  la cosiddetta 'Lex Duvalier', renderà sempre più difficile per molti  governanti  accumulare denaro di provenienza illecita, sottratto cioè alle casse dello stato, nelle banche svizzere.La nuova legge consentirà, infatti,  di restituire più facilmente i soldi bloccati in Svizzera di ex dittatori o governanti infedeli ed evitare che finiscano di nuovo in mani criminali, o più semplicemente in quelle degli  eredi. La necessità di legiferare è emersa dopo vari casi in cui gli Stati richiedenti, in gran parte paesi delle aree più arretrate del mondo, non erano in grado di svolgere i dovuti passi penali, a causa delle lacune nel loro sistema giudiziario, per recuperare i fondi illecitamente distolti dalle casse statali e dirottati sulle banche svizzere. La Svizzera, in questi casi, poteva essere costretta a restituire gli averi illeciti dei potentati, spesso ex governanti caduti in disgrazia, ai loro familiari. Nel 2009, i fondi dell'ex presidente zairese Mobutu sono così stati restituiti agli eredi e non alla popolazione.
I primi a beneficiare della nuova legge dovrebbero essere gli haitiani. Sette milioni di franchi dell'ex dittatore Jean-Claude Duvalier, da qui il nome della legge, sono infatti ancora bloccati su conti svizzeri. Il 12 gennaio, prima del terremoto sull'isola, il Tribunale federale aveva decretato che i fondi non potevano essere restituiti allo Stato haitiano a causa dei termini di prescrizioni e avrebbero dovuto essere consegnati ai parenti di 'Baby Doc'. Il governo aveva in seguito reagito, bloccando nuovamente gli averi in attesa di un cambiamento legislativo. Un cambiamento che da lunedì 13 settembre è ormai realtà, poiché il Consiglio nazionale ha approvato con 114 voti contro 49 la nuova Legge sulla restituzione degli averi di provenienza illecita.
Ogni fondo dirottato dalle casse dello stato corrisponde ad altrettanti soldi che non verrebbero investiti nelle infrastrutture locali e che non potrebbero essere impiegati per curare le persone. La legge prevede tre tappe nella restituzione degli averi. Dapprima, nei casi in cui l'assistenza amministrativa internazionale non funzioni, il governo blocca il denaro contestato e apre una procedura di confisca dei beni presso il Tribunale amministrativo federale (TAF). In un secondo tempo il TAF sentenzia la confisca dei beni e infine, grazie ai meccanismi previsti dalla nuova legge, la restituzione viene accelerata. La riconsegna dei fondi avverrà tramite il finanziamento di programmi di interesse pubblico.

domenica 26 settembre 2010

Casi di poligamia ancora presenti nel nord Rwanda

Un reportage dell'agenzia di stampa Syfia Grands Lacs sui problemi che devono affrontare le mogli-concubine abbandonate dai mariti porta alla ribalta il problema, non totalmente risolto, delle poligamia. Nonostante la costituzione rwandese riconosca solo il matrimonio monogamico e la legge punisca, con una pena da due a quattro anni di carcere e un'ammenda che può arrivare fino a 200.000 Frw, tutte le persone riconosciute colpevoli di concubinaggio, il fenomeno della poligamia è però ancora diffuso nella società rwandese.Secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa Syfia, famiglie poligamiche sono presenti soprattutto nelle regioni del nord, dove più forte risulta il radicamento nella società e dove una famiglia su dieci sarebbe interessata al fenomeno.L'esistenza di casi di poligamia è confermata, come abbiamo visto in un precedente post, anche in ambito parrocchiale dove il sacerdote si trova costretto ad affrontare simili unioni allargate. Lo sforzo delle autorità locali di contrastare il sopravvivere di tali forme di convivenza familiare ha comportato per molte seconde o terze  mogli di vedersi abbandonate, con il carico dei figli nati dall'unione, dal proprio "marito" che opta per la prima moglie.Le  "concubine" lasciate sole sono così costrette a dichiarare i propri figli e  decidere se  possono farsene carico autonomamente o se devono fare affidamento sul padre naturale. Non infrequenti sono poi le cause giudiziarie, soprattutto da parte delle mamme più povere non in grado di garantire il sostentamento dei figli, per vedersi riconosciuta la paternità del padre naturale con l'assunzione delle conseguenti responsabilità al mantenimento dei piccoli o, a volte, con l'assegnazione dei figli al padre. Ci sono poi donne che con intraprendenza si creano qualche piccola attività agricola o commerciale che consenta loro di far fronte alle nuove responsabilità e magari si ricostruiscono una nuova vita con un nuovo partner.
L'intera inchiesta dell'agenzia Syfia, in francese, è leggibile qui di seguito.

sabato 25 settembre 2010

Come andare in missione risparmiando sul biglietto aereo

Il biglietto aereo per un viaggio, ad agosto, dall'Italia  verso il  Rwanda costa da un minimo di circa 850 euro, con la compagnia più economica, a circa 1000 euro richiesti dalla Brussells Airlines, indubbiamente la più comoda e veloce. Molti volontari che si recano a Kigali, anche per conto di Onlus, si pagano il biglietto di tasca propria, sobbarcandosi l'intera spesa richiesta. Ci sarebbe la possibilità di risparmiare cifre anche significative in una maniera molto semplice. Basterebbe versare il corrispettivo alla Onlus di riferimento e fare acquistare dalla stessa il biglietto aereo. Il volontario otterrebbe la possibilità di recuperare parte dell'importo versato alla Onlus in sede di denuncia dei redditi : il 19% della somma, se beneficia della detrazione o, addirittura percentuali superiori, se deduce l'importo dal proprio imponibile ( in questo secondo caso, il risparmio è pari all'aliquota massima applicata sui redditi denunciati; si potrebbe anche superare il 40%). Da parte sua l'Onlus potrebbe beneficiare dei programmi di incentivazione che per esempio la Brussels riserva anche alle Onlus. Perchè non approffittare di tale possibilità?
Con un minimo di trasparenza in sede di bilancio, tutti potrebbero continuare legittimamente e orgogliosamente, in senso buono,   a dire che il viaggio se lo pagano gli stessi volontari.

mercoledì 22 settembre 2010

Don Paolo a Milano per una full immersion economico-finanziaria

E' previsto per la prossima settimana l'arrivo in Italia di Don Paolo, parroco di Nyagahanga. Si tratta di un viaggio di lavoro e studio che vedrà Don Paolo impegnato per tre mesi presso gli uffici amministrativi della diocesi di Milano, per una vera e propria full immersion in materia di conti e finanza. L'esperienza quale economo della diocesi di Byumba ha sicuramente permesso a Don Paolo di acquisire le conoscenze fondamentali in materia di contabilità e di bilanci; a Milano potrà probabilmente vedere, in più, i meccanismi gestionali coi quali, la più grande diocesi del mondo cura e valorizza il proprio patrimonio nell'interesse dell'intera comunità ecclesiale diocesana. E' probabilmente questo il vero valore aggiunto che Don Paolo potrà trarre dai tre mesi che passerà a Milano: riportare in Rwanda non tanto le regole della partita doppia che già conosce, quanto piuttosto quei principi di sana e prudente gestione che, accompagnati a una corretta programmazione, mettano al riparo le finanze diocesane dai rischi, sempre incombenti, di una gestione approssimativa e personalistica che qualche volta portano a situazioni come quelle createsi recentemente in una diocesi rwandese andata in default. In positivo, Don Paolo potrà riportare in patria  le conoscenze necessarie anche per valorizzare i patrimoni diocesani non sempre adeguatamente sfruttati nelle loro potenzialità; basti pensare a quanti terreni di proprietà ecclesiastica vengono  coltivati con tecniche sorpassate, quando addirittura non lasciati incolti, o  iniziative economiche che potrebbero dare maggiori rese solo se meglio organizzate e gestite. Indubbiamente si tratta di una grossa opportunità per Don Paolo, ma anche per la Chiesa Rwandese la cui ramificata presenza nell'economia ( società di assicurazione, distribuzione commerciale, credito)  richiede di poter contare su uomini, sicuramente onesti e affidabili, ma anche fortemente  preparati professionalmente. 
Buon lavoro Don Paolo. 

martedì 21 settembre 2010

Benedetto XVI raccoglie estimatori anche in Rwanda

Sotto il titolo "E' la Sua una voce solitaria nel deserto?" l'editorialista de The New  Times, Joseph Rwagatare, commenta  in termini elogiativi il recente viaggio di  S.S. Benedetto XVI in Gran Bretagna, pervenendo alla conclusione, riportata qui di seguito, che testimonia l'attenzione con cui, anche in Rwanda, viene seguito questo pontificato.
"Papa Benedetto XVI è stato sfavorevolmente messo a confronto al suo predecessore, Giovanni Paolo II. Quest'ultimo è stato visto come un Papa attivista che ha contribuito a  smantellare il totalitarismo. Egli era nel campionato delle mega stelle che attirano folle ai loro grandi eventi. Il Papa attuale non è un attivista politico, poteva anche sembrare schivo e umile , ma ha un fuoco singolare che forse ha un'altrettanto notevole influenza sulla politica mondiale.Il suo obiettivo  sembra ora quello di combattere il ritorno al laicismo e di riaffermare i valori spirituali. C'erano timori , all'inizio del pontificato di Benedetto XVI, che potesse essere una voce solitaria nel deserto del secolarismo senza coscienza. Ora ci sono molti che hanno già rivisto tale opinione. Si spera che questi valori toccheranno alcuni tra i singoli e le organizzazioni che cercano di ordinare il mondo secondo i propri desideri (forse deplorevoli ?) e farli lavorare per il benessere di tutti i cittadini di questo mondo che noi condividiamo".

sabato 18 settembre 2010

Rassegna stampa


 

Da Centro Valle del 18 settembre

   

giovedì 16 settembre 2010

Diario di viaggio 9

La giornata del'udienza parrocchiale
Al martedì, alla parrocchia di Nyagahanga è giornata di udienza per i cristiani. Subito dopo la santa messa del mattino e la prima colazione, i sacerdoti cominciano a ricevere le persone che sono in attesa già da tempo fuori dei locali della parrocchia. Molti di loro hanno nelle gambe ore di cammino; chi viene da più lontano è per strada anche da quattro ore. Naturalmente altrettante ore di cammino saranno richieste per il ritorno. A Nyagahanga ogni martedì del mese è dedicato a una specifica materia da trattare. Così il primo martedì del mese è riservato all'incontro di quelle coppie che convivono in una situazione non ancora consacrata dal sacramento del matrimonio: vi sono i casi più variegati, dal vedovo che ha accolto in casa un'altra donna, ai giovani che si sono messi insieme mettendo al mondo un figlio, ai separati che si sono ricostruiti una famiglia, fino a qualche caso di chi deve decidere magari di scegliersi una moglie fra le donne con le quali vive. Esistono, infatti, ancora casi più o meno espliciti di poligamia. Nel secondo martedì del mese si incontrano i fidanzati che si stanno preparando regolarmente al matrimonio, attraverso un percorso formativo nell'ambito della pastorale familiare.Essendo l'ultimo martedì riservato ai genitori che vengono a richiedere il battesimo per i propri figli, nel terzo martedì si concentrano tutti gli altri casi per cui un cristiano intende incontrare i propri sacerdoti. L'oggetto dell'incontro è il più vario: si va dalla richiesta di aiuto economico per pagare l'iscrizione a scuola di un figlio, piuttosto che le cure mediche di un familiare ammalato, la soluzione di un problema di convivenza all'interno della comunità, piuttosto che all'interno della famiglia.Gli incontri si protraggono per tutta la mattinata, con frequenti appendici nel pomeriggio, dopo un breve pasto, consumato ben dopo il mezzogiorno canonico.Al termine i sacerdoti ne escono abbastanza provati. Naturalmente i cristiani possono incontrare il sacerdote all'uscita della chiesa al termine della santa messa mattutina o, interpellarlo, sempre più di frequente, anche con una telefonata, essendo abbastanza diffuso l'uso del telefonino anche nei villaggi. Al di fuori di questi giorni programmati, i cristiani frequentano gli uffici parrocchiali per gli aspetti amministrativi: l'impiegato preposto rilascerà i documenti richiesti ( certificati di battesimo o di matrimonio) piuttosto che raccogliere la tassa annuale che ogni parrocchiano s'impegna a versare nelle casse della parrochia, ammontante a mille franchi rwandesi per gli uomini e cinquecento per le donne.


Al Centro di sanità di Bungwe

La visita a Bungwe è stata lìoccasione per la consegna al Centro di sanità di una scorta di materiale farmaceutico formato da campionature messeci a dispozione da un'Asl italiana. Questa volta si trattava prevalentemente di materiale utilizzabile in ortopedia, come bende e  fasciature rigide.

lunedì 13 settembre 2010

Diario di viaggio 8

Aula informatica di Nyagahanga
Il Centro sociale A.G. di Nyagahanga si è arricchito di un'aula informatica attrezzata con  10 laptop Toshiba una stampante e un proiettore. L'iniziativa, che ha potuto contare su un contributo della Fondazione Credito Valtellinese, è stata dedicata al giovane Alberto Biagioni tragicamente scomparso l'anno scorso in un incidente stradale. Con la nuova iniziativa i giovani di Nyagahanga e gli studenti dell'EFA, la scuola superiore di agricoltura operante a fianco del Centro, potranno accedere ai corsi di prima informatizzazione che si prevede di erogare a breve. Quando poi nei prossimi mesi, come già scritto, arriverà la fibra ottica a Nyagahanga si provvederà ad attivare un internet point che aiuterà i giovani a superare l'isolamento in cui si trovano.

La jatropha di Don Paolo

Ecco i primi frutti delle piantine di  jatropha, cresciute in un anno sui terreni della parrocchia di Nyagahanga. Dai  semi, come noto, si può ottenere del biodiesel. Ci vorranno ancora un paio d'anni perchè le piante raggiungano la loro piena produttività e forniscano semi sufficienti per creare un piccolo vivavio a cui i contadini della zona potranno attingere piantine da mettere a dimora nei terreni soggetti a erosione delle colline rwandesi.

domenica 12 settembre 2010

Diario di viaggio 7

Quando manca la mano...... del padrone
Due episodi che suggeriscono una riflessione. Volendo pranzare sul lago di Rwesero ci affrettiamo a prenotare di buon mattino; essendo domenica ed essendo il posto decisamente piacevole si potrebbe rischiare di non trovare posto. Prima sorpresa: la nostra voglia di mangiare pesce viene immeditamente stroncata; sono, infatti, rimaste solo due tilapie. Andiamo lo stesso. La sensazione è quella di entrare in un posto quasi abbandonato: due pontili sono in disarmo, un gruppo di cinesi se ne sta a pescare su quello rimasto praticabile, bisogna cercare il personale per farsi dare indicazione dove sistemarsi. Aspettiamo un paio d'ore per poter mangiare brochette (la capra è stata portata in cucina ancora viva dopo il nostro arrivo) e le due famose tilapie. Verso la fine del nostro pranzo arriva una comitiva di famiglie con bambini per festeggiare qualche ricorrenza: non ci pare che l'accoglienza sia particolarmente calda e professionale. Un paio di ragazzotti fungono da camerieri senza la professionalità che il posto richiederebbe e con un abigliamento approssimativo: l'anno scorso i camerieri erano in divisa.
Lago di Rwesero: l'attesa
Qualche giorno dopo a Ruhengeri: amici ci offrono la prima colazione in un grande e moderno albergo della città. Quando entriamo nella sala  da pranzo non c'è un solo tavolo pronto per potersi accomodare, essendo ancora tutti ingombri delle tazze vuote di chi ha già fatto colazione. Eppure almeno quattro camerieri inappuntabili nelle loro belle divise si aggirano tra i tavoli. Quando, dopo averci fatto accomodare, con comodo, passiamo alle ordinazioni la musica non cambia: l'acqua calda per il the arriverà dopo dieci minuti, i tost vengono lasciati bruciare nel tostapane, le omelette arrivano una alla volta a distanza di minuti; tutto in un via vai di camerieri e di operatori di cucina che si intravvedono ai fornelli.
Questi due fatti hanno un elemento in comune: sono tutte e due accaduti in strutture ecclesiastiche: A Rwesero nel ristorante della diocesi cattolica di Byumba, a Ruhengeri nell'albergo della diocesi protestante di quella città. Due strutture turistiche, che farebbero la fortuna di qualsiasi operatore privato avveduto e preparato, pagano lo scotto di un servizio approssimativo dove si tocca con mano l'assenza  di una guida capace e ferma quasi ci si vergognasse, in ambito ecclesiastico, a fare le cose con professionalità e mettere a frutto i talenti ricevuti. Sembra di tornare ai tempi degli alberghi e dei ristoranti di stato dell'ex Urss. 


Money please

L'adozione dell'inglese come seconda lingua nazionale dopo il kinyarwanda comincia a farsi sentire. Nel vero senso della parola. Infatti, i bambini che alla vista del muzungu erano soliti chiedere a gran voce amafaranga ( soldi) ora vi inseguono con un più internazionale money.. money.

sabato 11 settembre 2010

Diario di viaggio 6

Incontro con il direttore di Radio Maria Rwanda
Giovedì, a conclusione del soggiorno in Rwanda, c'è l'occasione per un cordiale incontro a colazione con il direttore di Radio Maria Rwanda, don Casimiro Ruzindaza della diocesi di Byumba.Oggi Radio Maria  raggiunge quasi tutto il territorio nazionale; con qualche zona che inevitabilmente sfugge alla copertura dei ripetitori. Se non fosse per la limitatezza dei fondi disponibili, anche le zone più inaccessibile si potrebbero raggiungere sfruttando i ponti della telefonia mobile. Basata prevalentemente sul lavoro di volontari, la radio ha una sua programmazione giornaliera dove ai momenti di spiritualità, che sono la parte portante, si alternano momenti di formazione, per esempio è stata mandata in onda un'approfondita presentazione dell'ultima enciclica sociale di S.S. Benedetto XVI, e quelli più leggeri come la dedica di canzoni su sollecitazione dei molti giovani che telefonano in radio. Non mancano le notizie su iniziative che interessano le comunità locali. Per la parte delle notizie di politica in generale ci si affida, prudentemente, ai notiziari in francese della Radio Vaticana. Radio Maria  è aperta anche a trasmissioni di servizio quali potrebbero essere lezioni in campo agricolo; esiste già un apposito spazio dedicato alla coltivazione del caffè. Su questo argomento, Don Casimiro si è dichiarato interessato alla proposta, a suo tempo avanzata proprio da questo blog, di mandare in onda una serie di lezioni in campo agricolo predisposte per le radio rurali  dalla ANANCY, il centro di risorse virtuali della CTA, Centro tecnico per la cooperazione agricola e rurale istituito nel 1983 nel quadro della Convenzione di Lomé tra il gruppo degli Stati ACP (Africa , Caraibi e Pacifico ), i paesi membri dell'Unione europea.

Caritas in veritate in kinyarwanda
L'anno scorso avevamo sottolineato negativamente l'assenza di una copia in francese dell'enciclica papale Caritas in veritate sugli scaffali della  libreria della Caritas di Kigali a diverse settimane dall'uscita. Questa volta invece segnaliamo con piacere come visitando la  bella e organizzatissima  tipografia dei Padri Palottini ci siamo imbattuti  nell'edizione della Caritas in veritate tradotta in kinyarwanda sotto gli auspici della conferenza episcopale rwandese.

martedì 7 settembre 2010

Diario di viaggio 5

Il Progetto MIkAN a quota trecento


Con le cinquanta famiglie della parrocchia di Rwamiko che lunedì si sono viste consegnare la propria capra, sono ormai trecento le famiglie della diocesi di Byumba che sono entrate nel Progetto MIkAN di cui qui si è parlato più volte, a partire dalle sue origini più di un anno fa. Anche ieri, la cerimonia di consegna, alla presenza di Don Paolo Gahutu che del Progetto è instancabile animatore e del tecnico veterinario Jean Damascène che cura la parte formativa, è stato un momento particolarmente significativo per i due gruppi di famiglie che in un contesto di pastorale familiare animata dal parroco don Isidoro, responsabile diocesano proprio della pastorale familiare, hanno ricevuto una capretta con l'impegno a consegnare a un'altra famiglia già individuata il primo capretto che nascerà. Questo che può definirsi un microprogetto per l'impegno economico richiesto si sta rivelando un efficace strumento di crescita che responsabilizza le coppie, stimolandone lo spirito d'iniziativa e l'apertura alla collaborazione di gruppo. Naturalmente il progetto non finisce qui. Sono già in attesa di partire nelle prossime settimane due altri gruppi: il terzo della parrocchia di Rwamiko e il primo nella parrocchia di Ghitusa.

lunedì 6 settembre 2010

Diario di viaggio 4

La scuola di Kiruri

Sabato è il giorno clou della missione 2010. Viene ufficialmente inaugurato l'edificio scolastico di Kiruria oltre tre ore di jeep da Nyagahanga. Si tratta di un complesso di circa trecento metri quadrati di superficie, distribuiti su cinque classi ognuna in grado di accogliere una cinquantina di alunni. Come riferito in fase di realizzazione, il complesso è stato realizzato in pochi mesi di lavoro da un'impresa locale, coordinata da un comitato locale in stretto contatto con i responsabili dell'Associazione Kwizera in Italia. Il progetto ha richiesto un investimento di poco più di quarantamila euro, di cui la metà messa a disposizione dall'Istituto centrale delle banche popolari italiane. La cerimonia, a cui faceva da cornice una moltitudine festante di scolari, si è svolta secondo i consueti tempi e modi rwandesi: discorsi, canti, danze, scenette e l'immancabile consegna dei doni.
Guarda la foto gallery.

A Bugarama

Venerdì si va a Bugarama, in pellegrinaggio alla Chiesa della Beata Vergine delle grazie, il santuario dell'Associazione in terra rwandese.Anche quest'anno la chiesa , è gremita in prevalenza da bambini delle vicine scuole elementari. All'arrivo ci coglie una sorpresa: a fianco della chiesa stanno iniziando i lavori per l'edificazione di una scuola media che andrà ad affiancare le scuole elementari già esistenti, secondo una linea portata avanti dalle autorità rwandesi che stanno cercando di concentrare in un unico spazio i corsi delle elementari e delle medie. Forse il colpo d'occhio sulla chiesa verrà un po' penalizzato, in compenso la sommità della collina si anima ulteriomente.

La fibra ottica arriva a Nyagahanga

Il grande progetto governativo di creare una rete in fibra ottica sull'intero territorio nazionale sta procedendo a ritmo forzato. Dopo aver posato i cavi lungo le arterie principali che collegano le città rwandesi, ora è la volta di raggiungere le campagne. Anche all'nterno fervono quindi i lavori di posa; sui bordi delle strade, dove i lavori sono già stati effettuati, si possono, infatti, notare le collonine gialle che a distanze predeterminate segnalano il passaggio del cavo. La fibra ottica è arrivata anche a Nyagahanga come testimonia la collonnina posta di fronte alla scuola dell'EFA. Prevedibilmente entro pochi mesi dovrebbe arrivare il segnale di internet; le corrispondenze della prossima missione non dovranno così soffrire delle difficoltà di collegamento che ci tocca sperimentare in questi giorni e potranno essere corredate da fotografie. Per Nyagahanga sarà un po' uscire dall'isolamento anche grazie all'internet point che sarà allestito presso il Centro Parrocchiale.

venerdì 3 settembre 2010

Diario di viaggio 3

Il telefonino
Il più grande fenomeno tecnologico di massa dell'ultimo ventennio, ancor più del pc, è sicuramente il telefono mobile. La sua diffusione è stata rapida e ha interessato ogni latitudine del mondo. Anche in Rwanda il fenomeno ha contagiato ogni strato sociale dalla capitale fino all'ultimo dei villaggi. Tre compagnie telefoniche, a cui presto se ne aggiungerà una quarta, stanno macinando numeri impressionanti in termini di clienti utilizzatori. In poco tempo, il terzo operatore Tigo, operativo da quasi un anno, ha conquistato 500.000 nuovi clienti anche grazie a un marketing molto aggrssivo. Tra le offerte Tigo c'è anche quella di un modello di telefonino, lo ZTE F102,  non ancora presente in Italia, essendo finora distribuito solo in Gran Bretagna, Irlanda e Svezia, che per poco più di 60 euro ti fa navigare in internet e ti fa telefonare anche con Skype.Ma sono altri i segnali che denotano quanto il telefonino abbia fatto presa sul rwandese. Sette del mattino all'uscita di chiesa a Byumba: un ragazzino già impugna il proprio telefonino, alla stessa ora due giorni dopo, interno chiesa di Nyagahanga, una suoneria telefonica interrompe l'atmosfera di raccoglimento con cui un centinaio di fedeli  seguono la Santa Messa; sembrerebbe di trovarsi in una qualsiasi chiesa italiana in cui troppo spesso fedeli disattenti o maleducati lasciano accesso il proprio telefonino. Altro episodio. In viaggio verso Nyagahanga, improvvisamente, nel buio della notte rwandese, i fari della jeep inquadrano la sagoma barcollante di un uomo che avanza con fare incerto impugnando in una mano una birra, rigorosamente in formato 66 cl, e nell'altra un telefonino acceso che forse gli serve anche come pila per illuminare i suoi incerti passi.

Celestine non si trova

Celestine, la ragazza alla quale avevamo dedicato un post nell'aprile scorso, non si trova. Quando avevamo letto la sua storia su un giornale rwandese ci eravamo proposti d'inserirla nel progetto adozioni dell'Associazione Kwizera. Apparentemente avevamo tutti gli elementi per poterla cercare: villaggio, nome del padre e una serie di altri elementi che lasciavano intendere che la ragazza sarrebbe stata facilmente individuata. In realtà le cose sono andate diversamente. Il buon Bernard, l'uomo che per Kwizera segue le adozioni in loco, ha fatto tutto il possibile, stimolato anche dalla promessa di un premio, per riuscire a rintracciare la ragazza. Ha battuto tutta la collina, ha parlato con i responsabili amministrativi locali e con il direttore didattico senza trovare alcuna traccia. Forse la storia raccontata dal giornalista rwandese voleva essere l'esemplificazione di una certa realtà minorile che coinvolge diversi bambini e ragazzi rwandesi; Celestine li rappresentava tutti anche se, magari, personaggio solo immaginario.

A Kagera

Giovedì mattina si va a Kagera, una sottocentrale della parrocchia di Nyagahanga, per visitare i lavori di realizzazione di una nuova struttura che dovrà ospitare una scuola materna. Per non essere da meno degli amici della Missione 2009, i quindici kilometri tra andata e ritorno, vengono percorsi rigorosamente a piedi, con un certo brio da tutti i componenti del gruppo, con una citazione di merito per i meno giovani che, come già l'anno scorso hanno dato buona prova di sè. Olivetta, rappresentante del gentil sesso, infischiandosene del possibile confronto con Nicoletta, che nel 2009 ha macinato fior di kilometri con una certa disinvoltura, al ritorno ha approffittato del passaggio di una moto per concludere  il proprio viaggio comodamente seduta sul sellino posteriore. Ma torniamo al motivo del nostro viaggio. Abbiamo trovato il cantiere in piena attività sotto la guida attenta del capomastro signor Justien Kareba, che aveva già seguito i lavori del Centro di Nyagahanga. I lavori sono ormai arrivati al tetto. Una volta ultimati la comunità locale avrà una truttura ricettiva composta di tre aule disposte su una lunghezza di 26 metri e una larghezza di 6, per una superficie complessiva di 156 mq. I bambini fino ad oggi sistemati su un prato, senza nemmeno la protezione del tradizionale albero alla cui ombra solitamente vengono impartite le lezioni dove manca un edificio scolastico, nei prossimi mesi potranno essere seguiti dalla loro giovane insegnante Esperance nei nuovi locali dell'asilo. Un'altra opera che l'infaticabile Don Paolo, grazie al sostegno dell'Azione cattolica di Grosio, della associazione S. Matteo di Nave di Lucca e degli amici di Barga, ha realizzato per l'ampia comunità parrocchiale di Nyagahanga.

mercoledì 1 settembre 2010

Diario di viaggio 2

Adozioni a Nyinawimana
Martedì si va a Nyinawimana per la verifica sul campo dello stato delle adozioni di bambini residenti in quella parrocchia. Si tratta di incontrare ogni bambino, solitamente accompagnato dalla mamma o spesso dalla nonna che si è fatta carico del bambino orfano, valutarne lo stato complessivo, prendere conoscenza dell'andamento scolastico sulla base dei dati riportati sulla paggella dove viene esplicitata anche la posizione che il bambino occupa nell'ambito della classe. Si verifica altresì che la somma dell'adozione accreditata su un libretto di risparmio bancario sia stata prelevata con una certa oculatezza. Un richiamo ai bambini dal profitto scolastico carente e qualche apprezzamento rivolto ai più bravi concludono l'incontro. E' poi la volta di incontrare i bambini segnalati dalla parrocchia come meritevoli, per le condizioni di disagio familiare riscontrate, ad essere ammessi al programma adozioni. Quest'anno tra la trentina di candidature vagliate c'erano anche quelle di tre ospiti del Centre Inzere di Nyinawimana che ospita bambini portatori di gravissimi handicap, che le rispettive famiglie hanno spesso abbandonato. I tre ragazzi sono tutti e tre focomelici ridotti su una carrozzina privi dell'uso delle gambe e con arti superiori decisamente compromessi. Entreranno a far parte degli oltre trecento bambini inseriti nel progetto adozioni dell'Associazione Kwizera diventandone il simbolo forse più vero, anche se magari, potendo scegliere, una famiglia adottante preferirebbe vedersi assegnata una bella bambina piuttosto che il bambino primo della classe.

L'incubatrice
L'Abbé Jean Marie, parroco di Nyinawimana ci riserva una sorpresa: in un locale della parrocchia è stata installata e messa in funzione un'incubatrice per pulcini, capace di sfornare 215 pulcini ogni venti giorni circa, arricchendo così le attività della fattoria. La notizia vera sta però nella storia di questa incubatrice. Donata dall'Associazione Kwizera alla diocesi di Byumba nel lontano 2006 è rimasta per tutti questi anni chiusa in un magazzino, per tutta una serie di motivi tecnici, fino a quando l'intraprendenza dell'Abbé Jean Marie la ha resa operativa. Quattro anni per rendere operativo un macchinario sembrano un po' troppi anche per i tempi africani!