"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


lunedì 29 aprile 2013

Lo strano marketing dei giornali rwandesi

Mentre i tabloid inglesi, ma non solo, sbattono in prima pagina la foto di qualche donna un po’ svestita  per vendere qualche copia in più, in Rwanda, secondo un’inchiesta dell’agenzia Syfia, sono le foto degli alti gradi militari ad attirare l’attenzione dei lettori. Anche se queste foto, così come quelle usate dai media stranieri precedentemente richiamate, poco o niente hanno a che fare con le notizie riportate nelle pagine del giornale, disattendendo  spesso le attese del lettore che rimane deluso di non trovare negli articoli interni quanto preannunciato dalle foto di copertina. Quello che però sorprende è che questa scelta editoriale è dettata non da sofisticate ricerche di marketing, ma dal suggerimento formulato dai venditori, i nostri vecchi strilloni,  che per le strade della capitale distribuiscono i giornali. Infatti, una bella foto di un generale fa vendere anche cento copie in più al singolo venditore che non esita ad incalzare le persone a comprare il giornale con un “ Ma tu lo conosci questo generale, cosa sai di lui?”
Sono appunto i distributori che dettano l’ordine di marcia agli editori, fino a diventarne controparte, arrivando a finanziare l’editore squattrinato per la stampa di un giornale che loro s’impegnano a vendere per recuperare i soldi anticipati, purchè sia confezionato secondo le indicazioni che vengono dalla strada. "Se si rifiutano di ascoltare noi, non siamo in grado di vendere la loro carta" ha detto uno di loro. 
Naturalmente, succede però spesso che il lettore rimanga deluso nel non trovare riscontro tra prima pagine e approfondimenti interni o di non trovare trattati argomenti di più ampio interesse come quelli  economici e sociali. Storia a parte rivestono  gli argomenti politici, la cui trattazione richiede una particolare attenzione se non si vogliono avere problemi con le autorità. Ma quanti sono i giornali che si pubblicano in Rwanda?
Secondo statistiche ufficiali sono poco più di 40 le varie testate pubblicate, tuttavia, solo una dozzina rispetta la periodicità prefissata, potendo contare sul finanziamento pubblico o su quello di editori privati con adeguati  mezzi finanziari propri e con un buone entrate derivanti  dalla pubblicità. Le rimanenti testate spesso non hanno neppure un indirizzo fisico e altre sono scritte direttamente dai proprietari che non si possono permettere di pagare altri giornalisti; in questi casi la qualità del prodotto ne risente. E’ qui che subentrano i venditori con i loro suggerimenti e il loro impegno nelle vendite. Alla  lunga però i lettori cominciano a lamentarsi dello scarso livello dei prodotti che vengono proposti dai venditori  per strada e cominciano a farsi furbi, fino a preferire  di sfogliare i vari giornali e pagare 100 Frw o 200Frw (meno di $ 0,5) per tre quotidiani da leggere, piuttosto che acquistarne uno a 500 Frw (circa $ 1) , se questo è privo d'interesse. Così cominciano a crescere le rese dei giornali invenduti e parallelamente i problemi degli "editori". 

sabato 27 aprile 2013

Viene dal Congo il primo ministro italiano di colore

Cécile Kyenge Kashetu
Cécile Kyenge Kashetu, originaria del Congo dove è nata a  Kambove il 28 agosto 1964, deputata del PD,  è il nuovo ministro per l’integrazione del nuovo governo italiano presieduto da Enrico Letta. E' arrivata in Italia nel 1983 per studiare medicina all'Università Cattolica dove si laurea. Vive a Modena,  con il marito italiano e le due  figlie,  dove esercita la professione di medico oculista.E’ impegnata al servizio della promozione sociale e dell’integrazione, con un riguardo particolare per la terra d’origine, l’Africa. Cooperatrice internazionale, promuove e coordina il progetto Afia su sanità e salute a Lubumbashi in Congo. Partecipa, inoltre, alla formazione di operatori sanitari sulla medicina dell’immigrazione ed è impegnata nella promozione della piena cittadinanza degli immigrati con il progetto “Diaspora Africana” di cui è coordinatrice per il Nord Italia. Al nuovo ministro anche il nostro piccolo augurio di buon lavoro.

venerdì 26 aprile 2013

Il 5x1000 per Kwizera


In questo momento  particolare in cui è difficile pensare ad aiutare gli altri, costretti come siamo a fare i conti con la  dura realtà di una crisi che ha cambiato  la quotidianità di ognuno di noi, diventa obiettivamente sempre più difficile sollecitare un contributo anche per la più nobile delle cause. Tuttavia, pur in  questo clima, per non inaridire totalmente la nostra disponibilità e apertura verso gli altri, ci viene in aiuto lo strumento della destinazione del 5 per mille delle imposte versate.  Una scelta che ci sentiamo  di sollecitare con serenità,  proprio perchè non incide minimamente sulle tasche di chi lo compie.  Un piccolo gesto che non  costerà nulla ma che, unito a quello di tanti altri amici,   aiuterà l'Associazione Kwizera Onlus a proseguire il proprio impegno a favore delle popolazioni del Rwanda. L'attività passata, consultabile sul sito associativo www.kwizera.itè lì a testimoniare l’efficacia con cui  Kwizera ha fin qui operato e garantisce su come metterà a frutto i nuovi fondi. Chi vorrà aderire a questo  appello potrà sottoscrivere l’apposito modulo  consegnato con il Cud, oppure il modello 730 o Unico, inserendo nella casella riservata al sostegno al volontariato il CF 90006470463.

lunedì 22 aprile 2013

RIM, la banca interdiocesana per la microfinanza


Tra le diverse iniziative messe in atto dalla Chiesa rwandese, nella sua ormai ultracentenaria attività nel sociale, merita di essere segnalata la realizzazione di una struttura creditizia: il  Réseau Interdiocésain de Microfinance – RIM. Costituita nel maggio 2004 con un capitale sociale di 140 milioni di Frw sottoscritto dalle nove diocesi  rwandesi e dalla Caritas Rwanda ( successivamente è entrata nel capitale anche la Compagnia di assicurazioni di emanazione ecclesiale, CORAR), la banca  è attiva nell'erogazione del credito,  nella particolare forma della microfinanza, sulla linea dell'esprienza del microcredito diffusasi in tutto il mondo sull'onda del successo dell'esperienza della Grameen Bank messa in atto in Bangladesh  dal premio nobel per la pace M. Yunus.
Lo sportello RIM di Nyinawimana
Partita nel’autunno del 2004 con l’apertura di dodici sportelli sul territorio rwandese, ha scontato l’inevitabile rodaggio iniziale, sia a livello organizzativo che nel far conoscere la cultura del credito tra la popolazione. Alcune difficoltà emerse intorno al 2007,  per la cui soluzione ci eravamo adoperati portando la disponibilità di un’istituzione  di banche popolari di un paese europeo  a fornire qualche forma di supporto ( proposta peraltro lasciata cadere), sembrano ormai superate alla luce  dei risultati che  la banca ha presentato nei giorni scorsi. Infatti, l’esercizio 2012 si è  chiuso con un risultato netto di 184,5 milioni di Frw, tanto che gli amministratori prevedono che il prossimo esercizio potrebbe portare alla distribuzione di un dividendo tra i soci. I principali dati di bilancio del 2012 evidenziano una raccolta di risparmi presso la clientela di Frw 3,3 miliardi  ( +13% sul 2011), suddivisa su 104.500 clienti, con un deposito medio di Frw 31.000,  crediti accordati ammontanti a Frw 5,4 miliardi ( +34% sul 2011), 
e crediti in essere per Frw 2,5 miliardi (+ 37%), suddivisi su 14.500 clienti, divisi a metà tra operatori del commercio e agricoltori, con un importo medio di oltre 170.000 Frw, livello che sembrerebbe non potersi definire da  microfinanza, ma che sconta forse la modalità di finanziare prevalentemente gruppi associativi (Assofi).Purtroppo, per un giudizio completo sui risultati, ci mancano diversi dati a cominciare dal dato delle sofferenze bancarie, cioè dei crediti che non verranno restituiti, che già nel 2011 la banca denunciava, con preoccupazione,  ammontare a Frw 629 milioni, e da quello degli eventuali accantonamenti effettuati per affrontare tale fenomeno. Un problema quello dei crediti che non saranno restituiti di cui il settore deve tener debito conto ( vedi nostro precedente post) e che la Banca Nazionale cerca di tenere sotto costante controllo imponendo per le sofferenze  un limite massimo del 5%  dei crediti in essere, anche se il dato può essere decisamente fuorviante in presenza di forti dinamiche nell’incremento dei crediti concessi. A sottolineare la delicatezza del problema, basterà pensare come l’attuale patrimonio della banca,  ammontante a Frw 908 milioni (+ 43%), non possa essere ritenuto del tutto tranquillizzante se raffrontato al dato appena richiamato dello stock delle sofferenze in essere. E’ quindi probabile  che prima di erogare dividendi si debba pensare a destinare gli utili della gestione a un rafforzamento patrimoniale ulteriore che consenta di far fronte alle richiamate criticità. Nel contempo la banca procede nel migliorare gli assetti organizzativi attraverso l’informatizzazione delle principali attività bancarie, mentre la rete di sportelli sul territorio  copre 28 dei trenta distretti e il 76% delle parrocchie rwandesi. Va infine sottolineato come la banca RIM detenga il 6% del mercato dei depositi bancari di tutte le 490 istituzioni di microfinanza presenti in Rwanda. 

mercoledì 17 aprile 2013

Il Fondo Monetario Internazionale promuove l'economia del Rwanda


A conclusione dell'annuale  visita a Kigali della delegazione del Fondo Monetario Internazionale per una valutazione delle politiche di bilancio governative e dell'andamento dei trend economici del paese la Missione del FMI ha rilasciato un primo giudizio  sullo stato del paese. In particolare viene sottolineato positivamente come le autorità governative abbiano gestito il calo degli aiuti forniti dai donatori esteri, in conseguenza delle accuse mosse al Rwanda sulla vicenda del Kivu, adeguando il bilancio statale, anche  attraverso la riduzione della spesa corrente, alla reale disponibilità di risorse. Dopo aver riconosciuto una crescita del PIL dell'otto per cento nel 2012,  grazie alle dinamiche già evidenziate in un nostro precedente post, gli esperti del Fondo prevedono per il 2013 un andamento più contenuto causa l'affievolirsi dell'aiuto estero. In particolare si prevede che "la crescita dei settori edile e dei servizi rallenti  in conseguenza delle politiche economiche più restrittive. Questo sarà in parte compensato da una maggiore crescita nel settore agricolo (colture alimentari), per il quale il primo raccolto dell'anno è stato buono, e un'accelerazione nei progetti di investimento finanziati dall'estero. La crescita è prevista al 7,5 per cento per l'anno, con qualche rischio al ribasso..... L'inflazione dovrebbe salire al 7,5 per cento entro la fine del 2013"."La performance nell'ambito del programma sostenuto dall'FMI è stata nel complesso soddisfacente. La maggior parte degli indicatori quantitativi per la fine di dicembre 2012 sono stati rispettati con buoni progressi sul programma di riforme strutturali". Le autorità e la missione hanno concordato per l'immediato futuro  politiche e riforme economiche che siano coerenti con gli obiettivi del programma economico sostenuto dal PSI (Policy Support Instrument).  Per il  bilancio 2013/14 si prevede uno sforzo del governo sul fronte delle entrate, un controllo della spesa alla luce  delle risorse disponibili, facendo comunque salva la spesa prioritaria, e una limitazione del finanziamento nazionale. In materia di politica monetaria, la Banca nazionale mira a mantenere un atteggiamento di stretta monetaria, al fine di preservare la stabilità macroeconomica. La missione del FMI ha preso atto che il Rwanda  prevede di emettere un prestito obbligazionario in euro nei prossimi giorni, per un importo di 400 milioni di dollari, da utilizzare, come evidenziato nel prospetto di collocamento, per  $ 200 milioni per rimborsare i prestiti accesi per la realizzazione del Convention Centre di Kigali ( un investimento di $ 300 milioni) e un piano di sviluppo per RwandAir, la compagnia di bandiera,  per  $ 150 milioni  per il completamento del Centro, mentre $ 50 milioni saranno investiti per la realizzazione di un impianto idroelettrico.

martedì 16 aprile 2013

Kigali off-limits per le auto sporche?

Giro di vite delle autorità cittadine sulle auto sporche: la polizia è pronta a multare le auto che entrano in Kigali portando sulla carozzeria i segni lasciati dalla polvere e dal fango dei percorsi su strade sterrate, peraltro presenti anche all'interno della stessa capitale. Un provvedimento che l'editoriale de The New Times bolla così:"Il regolamento diventa abbastanza ridicolo quando si tenta di farlo rispettare nella stagione delle piogge e la maggior parte delle strade sono fangose".  Il problema sottolineato dal quotidiano rwandese è che, anche volendo, scarseggia l'acqua per lavare le auto. Con sano buonsenso l'editoriale sottolinea che la polizia, piuttosto che dare la caccia alle auto "non presentabili", farebbe meglio, nella stagione delle piogge, a controllare l'usura dei pneumatici, che  sulle strade scivolose per il fango diventano pericolosi rendendo incontrollabile l'automezzo.Fin qui l'editoriale di sabato del quotidiano della capitale che oggi e' pero' costretto ad ospitare una  sdegnata smentita delle autorita' cittadine che negano l'esistenza di direttive che vietino la circolazione di auto sporche in citta' e delle relative sanzioni. Forse quel richiamo al ridicolo ha smosso le autorita' cittadine a cui e' stato facile prendersela con i giornalisti, accusati di propagare notizie false per allarmare il pubblico. Meglio cosi', per il futuro vorra' dire  che i nostri fidati autisti rwandesi non ci diranno piu', come successo in passato, che quando ci si muove dai villaggi verso la capitale bisogna far attenzione che la jeep non porti i segni lasciati dalle strade sterrate, con il rischio di ricordare ai cittadini che esistono anche le campagne.
 

domenica 14 aprile 2013

Ex nunzio in Rwanda e l'arcivescovo di Kinshasa nel gruppo dei saggi papali

Papa Francesco, riprendendo un suggerimento emerso nel corso delle Congregazioni Generali precedenti al Conclave, ha costituito un gruppo di cardinali per consigliarlo nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della Costituzione Apostolica Pastor bonus sulla Curia Romana. Nel gruppo di otto cardinali, rappresentativi dei cinque continenti, sono presenti l'arcivescovo di Kinshasa, card. Laurent Monswengo Pasinya, e il card  Giuseppe Bertello, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, e dal 1991 al marzo 1995 nunzio apostolico in Rwanda, dopo essere stato nunzio in altri paesi africani. Leggi qui.

 

venerdì 12 aprile 2013

Continua l'impegno agricolo dei batwa di Kibali


L'impegno della comunità batwa di Kibali in ambito agricolo ha dato i suoi frutti anche nella stagione agricola appena conclusa. Sui due ettari di terra messi a coltura, nei terrazzamenti circostanti il villagio, sono stati raccolti 82 quintali di patate e otto quintali di grano. Dell'intero raccolto solo 25 quintali di patate sono stati destinati alla vendita, mentre il resto delle patate e tutto il grano è stato destinato al consumo. All'apparenza il risultato potrebbe sembrare modesto, anche se superiore a quello ottenuto nell'anno precedente; in realtà dobbiamo pensare a quale fosse la situazione della comunità anche solo tre di anni fa, quando sotto la direzione dell'agronomo della fattoria di Nyinawimana, Michel Habakurama, l'associazione Kwizera ha dato avvio a questo progetto agricolo, una novità assoluta per le abitudini dei batwa; i nuclei familiari esistenti a malapena riuscivano a mettere in tavola, si fa per dire, qualcosa da mangiare. Oggi possono contare oltre che su questi raccolti comunitari, anche su piccoli orti familiari dove coltivano fagioli e cavoli, oltre che alla disponibilità di un certo numero di animali, capre, pecore maiali e vacche, frutto delle donazioni di diverse organizzazioni umanitarie.
  

sabato 6 aprile 2013

Per non dimenticare

 Per non dimenticare la tragedia che ha sconvolto il popolo rwandese nel 1994, riproponiamo nuovamente tutti gli interventi e gli appelli che, dal 1990 a partire dallo scoppio della guerra civile fino al dramma dei rifugiati, Papa Giovanni Paolo II ha dedicato a quegli avvenimenti. Una voce alta e chiara che solo chi e' fuorviato da pregiudizi ideologici o politici puo' confondere con il silenzio.Valga per tutti l'intervento del 27 aprile 1994 in cui il Papa, primo fra tutti ma purtroppo  inascoltato, cosi' si esprime : 
"Invito quanti detengono responsabilità ad una azione generosa ed efficace perché si arresti questo genocidio. È l’ora della fraternità! È l’ora della riconciliazione!"


Clicca qui o sulla copertina per accedere al testo.

venerdì 5 aprile 2013

Cena di solidarietà dell'Associazione Kwizera


Si terrà sabato 20 aprile p.v. la tradizionale cena di solidarietà dell'Associazione Kwizera Onlus, il cui ricavato sarà destinato alle attività associative in Rwanda. L'appuntamento è per le ore venti, presso il ristorante Il Bugno di Fornaci di Barga (Lu), secondo il programma riportato nella locandina  qui a fianco. Sarà l'occasione per un incontro tra amici e per fare un bilancio, anche finanziario, delle iniziative portate a termine nello scorso esercizio,  e presentare i progetti messi in cantiere per l'anno in corso. Alcuni di questi sono già in fase di attuazione, sulla base delle disponibilità dei fondi già raccolti, mentre altri attendono l'afflusso di nuovi contributi da parte dei sostenitori. Anche  se la crisi, con cui tutti siamo chiamati a convivere da troppo tempo, si fa sentire anche nel sostegno dell'attività asssociativa, c'è la fondata speranza che il sostegno di tanti benefettari non verrà meno. 

giovedì 4 aprile 2013

Una giovane ugandese lancia il Made in Italy alimentare a Kigali

Si  chiama Harriet Ascham,  ugandese di 30 anni con alle spalle una laurea in Business administration a Kampala , dopo un'esperienza di lavoro con una società italiana in Uganda si è trasferita a Kigali per dar vita a un'iniziativa commerciale particolare. A Kicukiro ha aperto un negozio con l'insegna Made in Italy dove si possono trovare bevande e prodotti alimentari provenienti dal bel paese. La stessa Acham così racconta la sua avventura a The New Times:"Sono venuta in Rwanda per la prima volta da turista nel 2008.  Dopo aver lavorato per una società italiana in Uganda, dove ho avuto modo di  interagire con i clienti che venivano dal Rwanda per acquistare prodotti italiani, sono stati gli stessi clienti rwandesi a suggerirmi l'apertura di una succursale qui, convinti che si sarebbe potuto rivelare un business redditizio; in effetti credo sia stata una mossa giusta". "Prima di iniziare l'attività, sono venuta qui e ho fatto qualche ricerca di mercato, quindi  sono tornata in Uganda e ho venduto l'idea al mio capo che si è detto disposto a dar vita all'iniziativa a patto che fossi venuta a stare  in Rwanda."Il primo negozio Made in Italy Rwanda Ltd, di cui Harriet detiene il cinque per cento del capitale,  ha aperto le sue porte nel 2009 nel quartiere di  Kicukiro.L'iniziativa è partita lentamente perchè i rwandesi benestanti, abituati ai prodotti belgi e del Sud Africa, hanno avuto bisogno di un po' di tempo per conoscere e apprezzare la qualità dei prodotti italiani e, soprattutto, abituarsi ai  loro prezzi non proprio da discount. Comunque dopo il necessario rodaggio, il business è decollato; a fianco dei  prodotti provenienti direttamente dall'Italia, nel negozio vengono venduti anche  alcuni prodotti, come il formaggio, ricotta fresca o mozzarella e gelato, prodotti localmente con metodologia italiana. Dopo il primo negozio a Kicukiro è stata la volta di un altro negozio in città. Complessivamente Harriet ha otto collaboratori che l'aiutano nell'attività e anche a trattare con i clienti, in quanto lei conosce solo poche parole di Kinyarwanda, la lingua locale che sta imparando poco alla volta.Alla luce della positiva esperienza vissuta, Harriet si sente di dare qualche consiglio alle donne. Facendo affidamento sulle proprie qualità e su qualche piccolo prestito iniziale, possono intraprendere attività commerciali o artigianali che le rendano indipendenti, senza dimenticare, aggiunge saggiamente, " che per una donna il lavoro non deve assorbire troppo tempo  se si vuole pernsare anche alla propria famiglia".

martedì 2 aprile 2013

Kwizera Rwanda recensito da Resegone Online

Segnaliamo la recensione che il noto giornalista Alberto Comuzzi ha dedicato al libro Kwizera Rwanda su Resegone Online,  testata giornalistica di Lecco e provincia.
Resegone Online - notizie da Lecco e provincia » Kwizera Rwanda

I terreni della Chiesa nel mirino del governo

Per ora si tratta solo di un auspicio, prudentemente affidato a un interrogativo; ma statene certi a breve il progetto verrà messo sul tavolo con decisione dalle autorità governative rwandesi. Perchè la Chiesa non cede i suoi terreni ai rwandesi senza terra? Purtroppo eravamo stati fin troppo  facile profeti quando nel passato avevamo sollevato l'argomento con amici del clero rwandese: storicamente le proprietà terriere della Chiesa , specie  se non sempre adeguatamente valorizzate a fini sociali, presto o tardi diventano ogggetto del desiderio dello stato. E' stato così in molti stati europei, ora sembra profilarsi analoga prospettiva anche in Rwanda. Il punto di partenza è sempre lo stesso a tutte le latitudini: il caso lacrimevole. Può la Chiesa rimanere insensibile di fronte ai tanti rwandesi che non posseggono un pezzo di terra? Di fronte a fatti concreti come quanto è già stato fatto nella provincia orientale dove, nel 2008, almeno 1.000 famiglie hanno beneficiato di redistribuzione della terra presa da vari individui che avevano decine di ettari di pascoli?
La fattoria di Nyinawimana
 "Se privati cittadini  ruandesi hanno  ceduto parte della loro terra nella Provincia Orientale e il paese sta facendo così nella foresta di  Gishwati, perché non potrebbe fare altrettanto  la Chiesa?" Questi sono gli  l'interrogativi contenuti in un articolo dedicato all'argomento, che compare sull'edizione odierna de The New Times. 
Il Ministro degli enti locali, James Musoni, lodando  l'iniziativa, manda un messaggio chiaro, auspicando  che sia  la Chiesa a fare autonomamente  il primo passo in questa direzione, prima che sia il governo ad assumere decisioni in proposito. Naturalmente le reazione della Chiesa cattolica e di quella anglicana non si sono fatte attendere. All'unisono i responsabili interpellati dal giornale hanno evidenziato che  sui terreni della Chiesa sono stati edificati  ospedali, scuole, case per i più deboli e, in generale, le attività sociali promosse dalla Chiesa.
Ci pare particolarmente efficace la risposta del Vescovo Alex Birindabagabo della Chiesa anglicana della Diocesi di Gahini, nella Provincia Orientale, quando dice : "Le nostre attività sono rivolte a beneficio del pubblico. A Muvumba, nel distretto di Nyagatare,  30 ettari di terreno sono stati destinati alle  cooperative per le loro  attività agricole ". 
Altrettanto avrebbe potuto dire il vescovo cattolico facendo riferimento alla fattoria di Nyinawimana, con più di venti ettari di terrazzamenti destinati all'agricoltura curati per la gran parte da cooperative agricole. Difficilmente il governo potrebbe mettere le mani su questi terreni, di cui già beneficiano rwandesi raggrupati in cooperative, per darli a soggetti privati, magari selezionati con criteri clietelari. Certo non sarà però altrettanto facile opporre motivati dinieghi alle richieste delle autorità su qualche terreno non adeguatamente sfruttato o rimasto  colpevolmente incolto. 
Forse in questo caso bisognava pensarci per tempo!