"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


sabato 27 settembre 2014

Negli ospedali rwandesi gli ammalati devono provvedere ai propri pasti

Anche per chi si ritiene conoscitore del Rwanda qualche volta capita di  imbattersi in vere e proprie sorprese. E’ quanto abbiamo appreso da un articolo apparso su The New Times, in cui una vecchia conoscenza di questo blog,  Sunny Ntayombya, ci apre uno scenario per noi sconosciuto e, a dire il vero, sorprendente. Riferendo, infatti, di una sua partecipazione a una manifestazione per la raccolta fondi a favore di una Ong locale, Africa Solid, non nascondeva la propria sorpresa nell’apprendere che i fondi raccolti servivano per finanziare l’acquisto di pasti da portare agli ammalati dell’Ospedale universitario di Kigali (CHUK), non in grado di provvedere autonomamente. L’autore dell’articolo si domanda, quasi sconsolato “perché dovrebbero essere le famiglie piuttosto che delle Ong a dover pensare a nutrire i pazienti nei nostri ospedali, quando in tutto il mondo gli ospedali nutrono i loro pazienti?” La risposta gli arriva da uno dei volontari di Africa Solid: “perché il CHUK e gli altri ospedali in tutto il paese semplicemente non hanno fondi sufficienti  per comprare le medicine  e provvedere all'alimentazione dei pazienti”.L’articolo, che ha suscitato numerose reazioni tra i lettori de The New Times, si conclude con l’invito alle assicurazioni sanitarie, probabilmente la tanto pubblicizzata Mutuelle de Santé che dovrebbe coprire tutti i cittadini rwandesi, perché si facciano carico, magari aumentando i premi assicurativi, dei pasti dei loro assistiti. Diversamente provveda il governo.Come si vede siamo di fronte a uno scenario sorprendente:  scoprire un aspetto non propriamente in linea con i tanto conclamati progressi della società rwandese.

mercoledì 24 settembre 2014

Dall'UE due miliardi di euro per l'energia a cinque paesi africani

L'Unione Europea ha concesso una sovvenzione di 2 miliardi di euro  a cinque paesi africani da utilizzare per incentivare investimenti privati in progetti di energia sostenibile nei prossimi cinque annui.L'accordo è stato firmato  ieri a New York dal presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, dal presidente rwandese Paul Kagame e  i capi di stato degli altri paesi beneficiari: Capo Verde, Costa d'Avorio, Liberia e Togo. I richiamati paesi sono stati scelti dall'UE in quanto meritevoli per aver promosso progetti per l'accesso all'energia elettrica. I fondi di pertinenza del Rwanda, di cui al momento non si conosce ancora l'ammontare, saranno gestiti dal Ministero delle Finanze e della Programmazione Economica e saranno riservati a investitori privati con progetti di sviluppo di energia sostenibili.Il ministero si riserva di valutare i progetti presentati e decidere l'ammontare del sostegno che verrà erogato.I nuovi fondi vanno ad aggiungersi  a quelli previsti dall'accordo firmato due settimane fa, tra il Rwanda e l'UE , che prevede un sostegno di 200 milioni di euro per favorire la produzione di energia per le famiglie urbane e rurali e la riduzione della dipendenza dal gasolio e dalle biomasse. L'UE è tuttora impegnata in una serie di altri progetti energetici in Rwanda, compresi gli impianti solari in 300 scuole rurali, le esplorazioni geotermiche e nel cofinanziamento della micro centrale idroelettrica Rukarara II.

martedì 23 settembre 2014

Il messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale del migrante


Chiesa senza frontiere: madre di tutti è il tema scelto dal Papa per la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che - a livello ecclesiale - sarà celebrata domenica 18 gennaio 2015. La Radio Vaticana ne ha fatto questa sintesi: "La Chiesa allarga le sue braccia per accogliere tutti", in particolare quei migranti e rifugiati che "cercano di lasciarsi alle spalle dure condizioni di vita e pericoli di ogni sorta". Papa Francesco inizia così il suo Messaggio per la Giornata del migrante e del rifugiato e subito ribadisce che la Chiesa è chiamata a diffondere "nel mondo la cultura dell'accoglienza e della solidarietà, secondo la quale nessuno va considerato inutile, fuori posto o da scartare". Alla "globalizzazione del fenomeno migratorio – esorta il Papa – occorre rispondere con la globalizzazione della carità e della cooperazione, in modo da umanizzare le condizioni dei migranti". E denuncia con forza "il vergognoso e criminale traffico di esseri umani", come "tutte le forme di violenza, di sopraffazione e di riduzione in schiavitù". Fenomeni che necessitano una "lotta" più "incisiva ed efficace, che si avvalga di una rete universale di collaborazione, fondata sulla tutela della dignità e della centralità di ogni persona umana". Dal Papa, dunque, l'esortazione a una fattiva "collaborazione che coinvolga gli Stati e le organizzazioni internazionali" nel gestire e regolare i movimenti migratori.Al tempo stesso, avverte il Pontefice, "occorre intensificare gli sforzi per creare le condizioni" volte a diminuire le "ragioni che spingono interi popoli a lasciare la loro terra natale a motivo di guerre e carestie". I movimenti migratori, fa poi notare Francesco, non di rado "suscitano diffidenze e ostilità, anche nelle comunità ecclesiali, prima ancora che si conoscano le storie di vita, di persecuzione o di miseria delle persone coinvolte". In tal caso, prosegue, "sospetti e pregiudizi si pongono in conflitto con il comandamento biblico di accogliere con rispetto e solidarietà lo straniero bisognoso". Gesù, si legge nel messaggio, "si è identificato con lo straniero, con chi soffre, con tutte le vittime innocenti di violenze e sfruttamento". E ci ha chiesto di "toccare la miseria umana e mettere in pratica il comandamento dell'amore"."Il coraggio della fede, della speranza e della carità – sottolinea il Papa – permette di ridurre le distanze che separano dai drammi umani". Gesù, ribadisce, "è sempre in attesa di essere riconosciuto nei migranti e nei rifugiati, nei profughi e negli esuli, e anche in questo modo ci chiama a condividere le risorse, talvolta a rinunciare a qualcosa del nostro acquisito benessere". Il carattere "multiculturale delle società odierne – soggiunge – incoraggia la Chiesa ad assumersi nuovi impegni di solidarietà, di comunione e di evangelizzazione". Non può "bastare la semplice tolleranza", ammonisce Francesco, la Chiesa è chiamata a "superare le frontiere e a favorire il passaggio da un atteggiamento di difesa e di paura" a un "atteggiamento che abbia alla base la cultura dell'incontro". 
Per leggere il testo del Messaggio clicca qui.

domenica 21 settembre 2014

Dal Rwanda un esempio per l’Italia di gestione della spesa farmaceutica

Viene dal Rwanda un esempio di razionalizzazione della spesa sanitaria che potrebbe fare comodo al commissario alla  spending review  Carlo Cottarelli. Da qualche mese è stato,infatti, lanciato  un nuovo sistema di distribuzione su scala nazionale dei farmaci per le diverse  strutture sanitarie del paese. Il programma chiamato Logistics Management Information System  (IMEL), basato sul web, mette in rete 42 ospedali distrettuali, 30 farmacie distrettuali, cinque ospedali di riferimento e oltre 400 centri sanitari. Superando la precedente gestione cartacea, fonte di innumerevoli imprecisioni e sprechi, il nuovo sistema consente un controllo centralizzato delle giacenze di farmaci e una pianificazione del fabbisogno di ogni singola unità sanitaria, dalle più importanti della capitale  a quelle periferiche. Il sistema, che è costato più di un milione di dollari, consentirà di ridurre le spese in particolare monitorando le scadenze dei farmaci,  aiutando i medici a identificare i farmaci che si devono utilizzare prioritariamente, evitando che questi arrivino a scadenza con il relativo spreco. Il sistema permette altresì di ridurre drasticamente i tempi di consegna riducendoli da due settimane a due giorni, anche grazie alla creazione di un unico magazzino centrale meccanizzato a Kigali.

sabato 20 settembre 2014

Rapporto Fao: Rwanda non ancora sconfitta la sottoalimentazione

Sono circa 805 milioni le persone - vale a dire una su nove - che al mondo soffrono la fame, secondo il nuovo rapporto dell'ONU Lo Stato dell'insicurezza alimentare nel mondo (SOFI 2014) appena pubblicato.Il rapporto ha confermato un trend positivo, una diminuzione del numero di persone che soffrono la fame a livello globale di oltre 100 milioni di unità negli ultimi dieci anni e di oltre 200 milioni rispetto al biennio 1990-92. Il rapporto è pubblicato annualmente ed è frutto di un lavoro congiunto delle tre agenzie ONU di Roma, l'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO), il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) e il Programma alimentare mondiale (PAM). La tendenza generale nella riduzione della fame nei paesi in via di sviluppo indica che l'Obiettivo di Sviluppo del Millennio (MDG) di dimezzare la percentuale delle persone sottonutrite entro il 2015 è ancora raggiungibile.Il SOFI 2014 fa notare come l'accesso al cibo sia migliorato in modo rapido e significativo in quei paesi che hanno sperimentato un progresso economico globale.
Nonostante i progressi significativi, diverse regioni e sub-regioni continuano a restare indietro. In Africa sub-sahariana, più di una persona su quattro rimane cronicamente sottoalimentata, dal 1990/92 al 2012/14 la percentuale della popolazione sottoalimentata è passata dal 33% al 23,8%,  interessando circa 214 milioni di persone contro i 176 milioni dell’inizio anni 90.
Nello stesso periodo il Rwanda  è passato dal 55,6% al 33,8%  interessando ancora 4 milioni di abitanti contro i 3,8 del 1990/92.Secondo il Rapporto l'attuale trend di riduzione della sottoalimentazione non consentirebbe al Rwanda di raggiungere l'Obiettivo di Sviluppo del Millennio (MDG) entro il 2015.Nonostante i miglioramenti messi in atti nel ventennio, la percentuale della popolazione rwandese sottoalimentata è ancora più alta di quella media dell'area subsahariana e dei paesi vicini come Kenia 24,3%, Uganda 25,7% e RD Congo 31,5%. Solo cinque altri paesi hanno una percentuale più alta: Zambia 48,3%,Centraafrica 37,6%, Etiopia 35% e Ciad 34,8%, Tanzania 34,6%

giovedì 18 settembre 2014

Improvvise "dimissioni" del presidente del senato rwandese

Ieri si è improvvisamente dimesso, per ragioni personali, il  presidente del Senato rwandese, Jean-Damasceno Ntawukuliryayo, la seconda carica dello Stato. In realtà, le dimissioni sono giunte dopo una petizione di 15 senatori che contestavano il suo modo troppo personalistico di guidare i lavori del senato, ritenuto dai richiedenti non conforme a un corretto processo decisionale che dovrebbe caratterizzare i lavori parlamentari. Le dimissioni sono state accettate all’unanimità. Non sembra secondario il  fatto che  a motivare la richiesta di dimissioni sia stato  Tito Rutaremara, un esponente di spicco del partito di governo, FPR. Secondo quanto riferisce l’agenzia RFI, sulla base di un documento distribuito ai giornalisti, l'ex presidente del Senato è anche accusato dai suoi colleghi di cattiva gestione del denaro pubblico e incontro con  diplomatici stranieri senza informare il suo ufficio. Un tale contesto ha fatto avanzare a qualcuno il dubbio che più che di dimissioni si debba parlare di dimissionamento.Jean-Damasceno Ntawukuliryayo è esponente del partito socialdemocratico rwandese, uno dei partiti che collaborano con il FPR, e in passato ha ricoperto diversi incarichi ministeriali, mentre nelle ultime elezioni presidenziali del 2010 aveva  "sfidato" Paul Kagame, dando una parvenza di competizione ma in realtà  riportando solo un modesto 4,9% dei voti. 

martedì 16 settembre 2014

Vergogna Italia: solo una semplice incaricata d’affari ai funerali delle suore

I sospetti avanzati nel nostro precedente post hanno purtroppo trovato conferma. L'Italia ufficiale non era rappresentata a livelli istituzionalmente adeguati ai funerali delle tre suore trucidate in Burundi. Ne abbiamo finalmente avuto conferma, dopo un'inspiegabile attesa di un paio di giorni, dall'ufficio stampa del Ministero degli esteri, dopo aver inutilmente atteso una risposta dalla nostra ambasciata a Kampala,competente per il Burundi, anche in altre occasioni non particolarmente disponibile,  e dal consolato di Buyumbura, appositamente interpellati. L'Italia ha ritenuto si farsi rappresentare al funerale delle tre connazionali morte in Missione da una semplice incaricata d'affari, la dott.sa Serena Muroni, e dal console onorario in Burundi, signor Guido Ghirini.
 Neppure l'ambasciatore a Kampala, Stefano Antonio Dejak, ha ritenuto opportuno muoversi dall'ambasciata per presenziare al funerale delle tre connazionali. Chissà quali superiori impegni l'avranno trattenuto in sede. Non osiamo immaginare cosa sarebbe successo sulla stampa e in parlamento se una delegazione di così basso livello fosse stata designata a rappresentare l'Italia ad analogo evento che non riguardasse tre semplici suore.

domenica 14 settembre 2014

Tre suore massacrate: in una settimana tutto dimenticato

E' passata solo una settimana dai tragici fatti di Bujumbura e già l'eco della tragica fine delle tre suore saveriane massacrate nel convento dove esercitavano la loro missione è decisamente scemata:gli italiani hanno altro a cui pensare. Dopo le notizie dei primi due giorni, con l'immancabile telegramma di cordoglio della presidenza della repubblica e una dichiarazione del ministro degli esteri, l'avvenimento è passato decisamente in secondo piano a tutti i livelli, sia politici che comunicativi. Nessun giornale o televisione ha scomodato propri inviati per coprire l'avvenimento: in fondo si trattava "solo" di tre anziane suore che avevano dedicato la loro esistenza all'annuncio del Vangelo e a portare aiuto agli ultimi; non avevamo a che fare con delle giovincelle in cerca di emozioni e di foto, con cui arricchire il proprio profilo facebook, su cui si possono intessere storie e coltivare emozioni. Nessun politico è volato in Burundi per presenziare ai funerali.Non essendo prevista la presenza di telecamere Rai o Mediaset, a che pro sobbarcarsi un viaggio, certo gratis, ma così massacrante; in fondo non si trattava di portare in Italia qualche bambino dal Congo. Speriamo almeno che qualcuno di adeguato standing istituzionale, anche se nelle cronache non ne abbiamo trovato menzione, sia stato incaricato di rappresentare l'Italia ai funerali; in fondo tre connazionali erano morte sul campo nello svolgimento della loro Missione, onorando anche il paese d'origine: l'Italia.

lunedì 8 settembre 2014

In ricordo delle tre suore martiri in Burundi


A ricordo del sacrificio delle tre suore trucidate in Burundi, segnaliamo il pezzo di Cristiano Gatti apparso sull'edizione odierna de Il Giornale, dal titolo:

Sono martiri "banali". Nelle piazze e in rete nessuno si indigna
Suor Olga, suor Lucia e suor Bernardetta aiutavano i diseredati nonostante l'età. Ma per l'Italia civile i religiosi missionari devono mettere in conto il peggio. Non come le "eroine" laiche

Per leggere l'articolo clicca qui.

venerdì 5 settembre 2014

Il Rwanda 62° paese al mondo per livello di competitività economica

E’ stato rilasciato nei giorni scorsi il Secondo il Rapporto sulla competitività globale 2014-2015 pubblicato dal World Economic Forum. Nella sua valutazione annuale dei fattori che determinano la produttività e la prosperità, la relazione individua grandi differenze nell'attuazione delle riforme strutturali tra le regioni e livelli sviluppo come la sfida principale da superare per raggiungere una crescita economica sostenibile.In particolare evidenzia come l'innovazione e la gestione dei talenti siano due settori in cui leader dei settori pubblico e privato devono lavorare insieme per raggiungere un migliore sviluppo economico sostenibile e inclusivo. Nella classifica del World Competitiveness Index (GCI), che copre 144 economie, il Rwanda si posiziona al 62° posto con un punteggio di 4,3. Andando a indagare nel dettaglio dei vari parametri presi in esame, come illustrati nella scheda consultabile qui, si notano i punti di forza e di debolezza. Tra i primi va sottolineato il 18° posto, sui 144 paesi presi i esame, che viene riconosciuto al Rwanda per quanto attiene l’apparato istituzionale, inteso come quadro giuridico e amministrativo all'interno del quale  individui, imprese e governo interagiscono per generare ricchiezza,  con punti di vera e propria eccellenza per quanto attiene il basso livello di corruzione, l’efficienza del governo, la correttezza nella gestione dei fondi pubblici, la sicurezza per gli investitori e il basso livello di criminalità. Di rilievo risulta anche  l’efficienza del mercato del lavoro. Punti di debolezza  riguardano invece l’apparato infrastrutturale, la dimensione del mercato, l’innovazione, l’educazione e la formazione superiore. Per tutti i parametri presi in esame, con la ovvia sola dimensione del mercato, il Rwanda evidenzia risultati migliori del resto dell’Africa sub sahariana.

mercoledì 3 settembre 2014

I tre gemelli di Bumgwe crescono



Sandrine, Sarah e Cedric i tre gemelli di Bungwe dei quali abbiamo raccontato la storia, a partire dalla loro nascita nel novembre del 2011 (leggi qui ) quando si sono aggiunti ai cinque fratelli già presenti in famiglia, crescono sereni con i loro genitori. Lo dimostra questa fotografia, ricevuta dalla benefettrice italiana che, a fronte dell'appello che avevamo lanciato alla loro nascita, li ha adottati nell'ambito del programma adozioni dell'Associazione Kwizera. Alla nascita, presso l'ospedale di Byumba, i tre piccoli, come dimostra la foto qui accanto, erano veramente tre frugoletti che pesavano rispettivamente 1,5 e  1,3 kilogrammi le bambine e  1,6 kilogrammi il bambino.La mamma, Tanasia Nyirabarimwabo,  evidentemente ha fatto fin qui un buon lavoro.


martedì 2 settembre 2014

Ultimato il locale servizi del centro scolastico di Kiruri

Vedute esterne del locale servizi di Kiruri

Sono stati ultimati i lavori di realizzazione del locale servizi del centro scolastico di Kiruri. Come per le precedenti realizzazioni che hanno interessato questo villaggio (l'acquedotto, l'aula scolastica e la linea elettrica), l'opera è stata seguita da un comitato locale ormai ampiamente rodato.I nuovi locali ospitano, su una superficie di poco più di 35 mq, servizi igienici  e docce, suddivisi per studenti e studentesse, e all'esterno una serie di lavandini. L'iniziativa s'inquadra nel progetto, lanciato dall'Associazione Kwizera, denominato "Adottiamo una scuola". Con un importo analogo   a quello delle adozioni a distanza, cioè 115,00 euro, questa proposta indirizza l’aiuto verso un’ampia fascia di beneficiari e consiste nel realizzare opere o iniziative di interesse generale per migliorare le spesso fatiscenti strutture scolastiche,  sovente prive di servizi igienici o, dove esistono, inadeguati  alle necessità della comunità infantile, perché privi di acqua per lavarsi le mani. In altri casi le strutture scolastiche necessitano di interventi migliorativi o di ampliamento per poter raccogliere un numero di bambini in continua crescita, o più semplicemente, molto spesso, i banchini sono insufficienti o inadeguati.  Certamente questo progetto non ha il fascino dell’adozione a distanza classica, dove si crea un vero e proprio legame tra il bambino e la famiglia che lo aiuta, ma siamo certi che avrà un riflesso positivo sull’intera comunità infantile.