E' passata solo una settimana dai tragici fatti di Bujumbura e già l'eco della tragica fine delle tre suore saveriane massacrate nel convento dove esercitavano la loro missione è decisamente scemata:gli italiani hanno altro a cui pensare. Dopo le notizie dei primi due giorni, con l'immancabile telegramma di cordoglio della presidenza della repubblica e una dichiarazione del ministro degli esteri, l'avvenimento è passato decisamente in secondo piano a tutti i livelli, sia politici che comunicativi. Nessun giornale o televisione ha scomodato propri inviati per coprire l'avvenimento: in fondo si trattava "solo" di tre anziane suore che avevano dedicato la loro esistenza all'annuncio del Vangelo e a portare aiuto agli ultimi; non avevamo a che fare con delle giovincelle in cerca di emozioni e di foto, con cui arricchire il proprio profilo facebook, su cui si possono intessere storie e coltivare emozioni. Nessun politico è volato in Burundi per presenziare ai funerali.Non essendo prevista la presenza di telecamere Rai o Mediaset, a che pro sobbarcarsi un viaggio, certo gratis, ma così massacrante; in fondo non si trattava di portare in Italia qualche bambino dal Congo. Speriamo almeno che qualcuno di adeguato standing istituzionale, anche se nelle cronache non ne abbiamo trovato menzione, sia stato incaricato di rappresentare l'Italia ai funerali; in fondo tre connazionali erano morte sul campo nello svolgimento della loro Missione, onorando anche il paese d'origine: l'Italia.
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