"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 29 giugno 2010

La statua della Madonna di Kibeho a Nyagahanga

Riprendiamo questa bella testimonianza che ci arriva da Nyagahanga. E' la documentazione dell'accoglienza che la comunità parrocchiale di Don Paolo ha riservato, sabato e domenica, alla statua delle Madonna, copia della Mère du Verbe di Kibeho, che un'associazione sta portando in tutti i villaggi rwandesi per diffonderne il messaggio. 

Je vous transmets quelques images de l’accueil réservé à la Mère du Verbe ce samedi et hier par les fidèles de la paroisse de Nyagahanga dans le diocèse de Byumba. Ce fut vraiment un accueil triomphal. Cette paroisse étant très enclavée et aucun moyen de transport public n’y accédant, nous avons été obligés de nous y rendre samedi dans l’après-midi. Et voilà que arrivés à mi-chemin, vers 16.30, le véhicule qui nous transportait a produit de la fumée venant du moteur. Il a fallu peu pour qu’il ne prenne feu. Nous avons dû arrêter et attendre d’un autre véhicule vienne nous dépanner.
Ce n’est que vers 18.00 que nous sommes arrivés sur la route devant nous conduire à Nyagahanga, à environ 2 heures de marche, car la route est presque impraticable. Nous y sommes arrivés à 20.00, mais les fidèles qui nous attendaient depuis 17.00 avaient patienté. Aussitôt arrivés, nous sommes entrés avec eux dans l’église paroissiale où il y a eu cérémonie de bénédiction de la statue et une veillée de prière et de chants qui a duré plus de deux heures. Environ 1000 fidèles, y compris des jeunes et des enfants, y ont participé.
Le lendemain, c’est toute une marée humaine qui a afflué de toutes les centrales pour accueillir et accompagner la Mère du Verbe dans une procession à travers les rues et les sentiers de la localité, avant la célébration de la messe d’intronisation. Les images que je vous envoie vous en diront davantage.
Chers Gilbert et Sereda, à la vue de ce triomphe que la Mère du Verbe est en train connaître dans les paroisses qui l’accueillent et en me souvenant que, quelques temps avant les apparitions de Kibeho, le malin avait organisé une campagne de destruction de toutes les statues de la Vierge Marie à travers tout le pays, j’ai compris pourquoi il m’a dernièrement si dangereusement attaqué au point de m’anéantir. Je n’ai eu la vie sauve que grâce à une intervention mystique du Ciel. Ce qui m’a convaincu de la profondeur des cérémonies d’accueil de la Mère du Verbe que nous sommes en train d’organiser.
En effet, lorsque la Mère du Verbe est apparue très affligée et versant les larmes le 15 août 1982 à Kibeho, elle a expliqué qu’elle était très triste à cause de l’indifférence réservée à son message et à sa personne. « Comment veux-tu que je sois joyeuse alors que mes enfants que je veux sauver du gouffre ne sont pas contents de moi? », a dit alors la Vierge Marie à une voyante qui lui demandait pourquoi elle était si triste en un jour qui devrait être un jour de joie. C’est maintenant que je suis en train de saisir la portée profonde des cérémonies que nous sommes en train de faire organiser dans les paroisses.
Union de prière



mercoledì 23 giugno 2010

Un portale a supporto del mondo della scuola

Il Ministero dell'Istruzione rwandese sta per lanciare un portale dedicato all’istruzione http://www.educationcommons.rw/ che mira a fornire  supporti didattici sia agli insegnanti che agli studenti. Il progetto, la cui versione finale sarà rilasciata a settembre, è stato sviluppato in collaborazione con Google e Rwanda Development Gateway Centre.
Utenti primari del portale saranno gli insegnanti che vi potranno trovare piani di lezione, guide e altro materiale didattico. Analogamente gli studenti vi potranno accedere per le loro ricerche, potendo contare anche su una biblioteca digitale di 2500 libri, e per dar vita a forum su argomenti di interesse. Il portale dovrebbe servire anche a rompere l’isolamento di insegnanti e studenti dei villaggi, collegandoli in una rete sociale on line con il resto del paese.Il lancio del portale sarà preceduto da una serie di corsi di formazione per insegnanti realizzati on line, là ove possibile. Rimane tuttavia il problema che, purtroppo, non tutti i villaggi sono raggiunti dal segnale per collegamenti internet veloci. Ne sanno qualcosa gli amici di  Nyagahanga, dove è in  fase di allestimento un'aula informatica che, per ora,   non può contare sulla copertura del segnale internet veloce della compagnia MTN. Chissà che per garantire la piena usufruibilità del nuovo portale agli insegnanti e agli studenti di Nyagahanga ( oltre alle scuole primarie c'è pure la scuola di agricoltura) le autorità locali non intervengano su MTN perchè porti il segnale internet veloce. D'altronde, queste grandi compagnie telefoniche, che fanno comunque un grande business sul territorio, dovrebbero avere anche qualche dovere verso le comunità locali  più disagiate.

sabato 19 giugno 2010

Il Rwanda rinuncia a un prestito del FMI

In netta controdendenza rispetto alle politiche di quasi tutti i paesi  africani, le autorità di governo del Rwanda hanno deciso, nei giorni scorsi, di rinunciare  a un prestito del Fondo monetario internazionale, confermando la volontà, più volte espressa di affrancarsi il più possibile dalla dipendenza degli aiuti esteri.Il FMI si limiterà ad assicurare, per il prossimo triennio, un supporto consulenziale alla politica economica del governo di Kigali così da"consolidare la stabilità macroeconomica e ridurre la dipendenza del Ruanda nei confronti degli aiuti internazionali".Dopo tre prestiti consecutivi accesi presso il Fondo negli anni passati, l'ultimo dei quali era stato concesso nel 2006 ed erogato completamente nel 2009, il paese ha deciso di non chiederne di nuovi e semmai cercare di  rimborsare quelli in essere.Secondo le stime dell'FMI, il debito estero del Rwanda dovrebbe raggiungere il 16,4% del PIL alla fine del 2010, contro il 14,4% a fine 2009. Nel complesso la politica economica rwandese ha raccolto l'apprezzamento dei responsabili del FMI, anche se, come recita un comunicato del Fondo  "nonostante questo successo, permangono notevoli sfide quali una certa vulnerabilità conseguente al basso gettito fiscale, la permanenza di vincoli strutturali alle esportazioni e l'alta dipendenza dagli aiuti esteri, senza dimenticare il possibile richio inflazionistico". Anche se la rinuncia potrebbe essere letta come un'abile mossa d'immagine, non bisogna sottovalutare il significato di una scelta che sembrerebbe andare nella giusta direzione per un paese che orgogliosamente vuole riaffermare  la volontà di inccamminarsi  sulla strada dello sviluppo facendo conto solo sulle proprie forze.

mercoledì 16 giugno 2010

Miracolo Africano

L'amico Riccardo Barlaam, unitamente a Massimo Di Nola, ha mandato in libreria, proprio nel momento in cui  tutto il mondo guarda ai campionati mondiali di calcio sudafricani, il saggio  Miracolo Africano-Leader, sfide e ricchezza del nuovo continente emergente. Secondo gli autori l'Africa è tornata in circolo. Non è più il continente povero, ma un convoglio in marcia composto da gruppi di stati, diversi tra loro ma che presi nel loro insieme hanno iniziato ad assumere una rilevanza strategica. Stadi avveniristici, completati con mesi di anticipo per il mondiale di calcio. Il Rwanda, che in pochi anni passa dal genocidio ai primi posti nelle classifiche mondiali della crescita e della trasparenza amministrativa. La Cina che sbarca nel continente costruendo strade, porti, ferrovie. Bonifici bancari, consulti medici e acquisti online che arrivano nei villaggi più sperduti grazie ai telefonini. L'Africa di cui ci parla questo libro è un paese dalle enormi potenzialità e in grado di affrontare grandi sfide. Un continente di immense risorse sulle quali hanno messo l'occhio le multinazionali del petrolio, gli sceicchi, i colossi dell'industria agroalimentare. la finanza internazionale, le grandi compagnie petrolifere di tutto il mondo, Cina inclusa. Una nuova ricchezza che una generazione emergente di leader spesso capaci ma anche con forti inclinazioni autoritarie deve imparare ad amministrare.

Miracolo africano di Riccardo Barlaam e Massimo Di Nola. Prefazione di Romano Prodi. Ed. Gruppo 24 ORE, pag. 180, euro 19

martedì 15 giugno 2010

Progetto MIkAN: si prova anche con i maiali

Nell'ambito del Progetto MIkAN è stata sperimentata una piccola variante per un gruppo di giovani famiglie di Kageyo, una sottoparrocchia di Nyagahanga. Invece delle classiche capre, sono stati infatti, assegnati dei maialini di cinque/sei mesi, acquistati parte dalla fattoria parrocchiale e  parte da una comunità di suore di Ngarama. Il costo dei maiali è analogo a quello di una capretta, circa 15.000 franchi. L'esperimento dovrebbe consentire di verificare se l'allevamento dei maiali richiede meno cure rispetto a quello delle capre e se la sua resa è superiore, dal punto di vista  alimentare  (carne) o commerciale. Leggermente diverso è anche il meccanismo di gestione dei nuovi nati: la famiglia assegnataria tratterrà metà della prima nidiata e consegnerà l'altra metà ( composta dal maggior numero possibile di femmine) alla parrocchia.
La Parrocchia, a sua volta, utilizzerà le nuove disponibilità per metà per avviare nuovi gruppi o per l'altra metà per l'ingrasso, traendo così una importante fonte di reddito a sostegno delle attività parrocchiali. Vedremo all'esito del ciclo di questo primo gruppo se tutte queste ipotesi troveranno conferma e quindi se per il Progetto MIkAN varrà la pena puntare anche sul maiale oltr che  sulle capre. Certo se si pensa che il maiale dovrebbe alimentarsi di tutto quello che trova, e che del maiale, per definizione, non si butta via niente, l'esperimento potrebbe rivelarsi una felice intuizione di Don Paolo. Da parte nostra rimane la speranza di poter un giorno mangiare un bel piatto di fagioli con le cotiche in quel di Nyagahanga. Siamo pronti a portare la ricetta e a cucinarcele.

giovedì 10 giugno 2010

Kigali: focus sulle ONG impegnate nel paese

Come riferito in un nostro precedente post del 28 novembre 2009,da un po’ di tempo le attività delle ONG operanti in Rwanda sono oggetto di particolare attenzione delle autorità di Kigali che, in forza di disposizioni vigenti ( legge N. 20/2000 del 26/07/2000) , vogliono avere un quadro chiaro del fenomeno e delle attività svolte nel paese dalle richiamate organizzazioni . L’argomento viene di nuovo ripreso da The New Times, in un articolo nell’edizione di ieri e nell’editoriale di oggi, in cui si riferisce che le autorità governative hanno intenzione di procedere a reprimere tutte le ONG non registrate o quelle che sono impegnate in attività illegali, dopo che da indagini condotte sono emersi molti casi di malversazione dei fondi ricevuti dai donatori, con casi di arricchimenti personali, e di mancata realizzazione delle attività di sviluppo promesse, piuttosto che di indebita attribuzione di realizzazione di progetti fatti da altri. Le autorità lamentano che un certo numero di queste organizzazioni non inviano segnalazioni alle autorità competenti, come previsto dalla richiamata legge agli articoli 38-40 in cui si prevede che ogni ONG che lavora in Rwanda debba presentare alle autorità di governo competenti, entro il 30 aprile di ogni anno, una relazione dettagliata dei risultati conseguiti, della situazione finanziaria e del bilancio d’esercizio, anche per vigilare che i fondi ricevuti dai donatori non finiscano tutti in spese per mantenere l’apparato dell’organizzazione. L’editoriale odierno invoca esplicitamente l’espulsione dal paese di quelle ONG che non si adeguano a quanto previsto dalle leggi locali e il perseguimento di quelle che fanno un uso scorretto e fraudolento dei fondi ricevuti o che si avventurano su terreni non propri come quello d’intromettersi nella dialettica politica locale. Rimane da capire se la normativa di riferimento si applica anche alle tante piccole Onlus italiane che portano in Rwanda aiuti a sostegno di molte iniziative locali. Se così fosse, si creerebbero non poche difficoltà a quei volontari che s’impegnano sul campo del tutto gratuitamente e senza avere alle spalle organizzazioni in grado di sobbarcarsi gli onerosi adempimenti previsti dalle autorità rwandesi.
Qualche approfondimento sull’argomento si può trovare sul sito dell'ICNL The International Center Not for Profit Law, anche se non abbiamo trovato risposta al dubbio precedentemente sollevato.

domenica 6 giugno 2010

Ultimato l'edificio scolastico di Kiruri

Dopo poco più di cinque mesi di lavoro, è stato ultimato  l'edificio scolastico nel villaggio di Kiruri, nel  nord del Rwanda. I lavori sono stati realizzati da un'impresa del luogo  sotto l'attenta guida di un comitato locale in continuo contatto con i referenti italiani dell'Associazione Kwizera Onlus, promotrice del progetto. A giudicare dalle foto, il risultato è decisamente buono. .L’edificio, che si compone di cinque aule scolastiche di 60 metri quadri ciascuna, ha richiesto un  investimento di poco più di 40.000 euro, come previsto dal budget iniziale, coperto per metà dal generoso contributo dell'Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane.  Il nuovo complesso scolastico sarà inaugurato ad agosto in occasione della prossima missione Kwizera e dovrebbe consentire di superare la carenza di aule scolastiche di cui soffrivano gli scolari del villaggio, costretti a stringersi anche in quattro per banco o a seguire le lezioni sotto un albero. L'opera va ad aggiungersi all'acquedotto che l'Associazione Kwizera ha realizzato per la stessa comunità lo scorso anno. 

giovedì 3 giugno 2010

Africa:la fuga dei capitali una delle ragioni del sottosviluppo

Più del doppio del denaro affluito, a partire dagli anni 70, in Africa sotto forma di aiuti  - 300 miliardi di dollari secondo il noto libro "La carità che uccide" di Dambisa Moyo-  ha lasciato illegalmente il continente per andare ad alimentare i conti esteri di governanti e alti burocrati dei paesi africani.
Secondo un nuovo rapporto dell'ong Global Financial Integrity (http://www.gfip.org/) predisposto per i ministri delle finanze africani, tra il 1970 e il 2008, si calcola prudenzialmente che abbiano lasciato illegalmente l'Africa circa 854 miliardi di dollari, con ipotesi che potrebbero portare tale cifra fino 1.800 miliardi di dollari.   L'importo di 854 miliardi  rappresenta il 56% del PIL dell'intera Africa nel 2008.  I paesi più interessati al grave fenomeno sono concentrati nell'Africa occidentale e centrale, con il non invidiabile primato della Nigeria con 89,5 miliardi di dollari, seguita da Egitto (70,7 miliardi), Algeria (25,7 miliardi), Marocco (25 miliardi) e Sud Africa  (24,9 miliardi). La Nigeria si trova al centro di tale fenomeno ormai da decenni. Negli anni ottanta era facile ricevere negli uffici bancari fax di sedicenti alti burocrati nigeriani che chiedevano, promettendo lauti compensi, riferimenti bancari per far transitare somme in uscita dal paese; si trattava di truffe, in quanto veniva chiesto un piccolo anticipo per dar corso all'operazione, ma  che fondavano la loro credibilità sul diffuso andazzo che interessava quel paese. Il fenomeno della fuga di capitali si è andato via via  accentuando negli anni, assumendo dimensioni particolarmente gravi a partire dal 2000: da allora fino al 2008 sono usciti  437 miliardi di dollari.Tale impennata è significativamente correlata all'andamento del costo del petrolio che ha fatto affluire importanti  capitali in diversi paesi africani  produttori come, appunto, la Nigeria. Con il solo importo  di 854 miliardi di dollari, l'Africa avrebbe potuto non solo rimborsare il proprio debito estero (250 miliardi a fine 2008), ma anche spendere 600 miliardi di dollari per i programmi contro la povertà e per dare corso agli investimenti per lo sviluppo.
E' un quadro come quello sopra delineato che ha fatto dire all'ex Segretario generale dell'ONU, Kofi Annan, in occasione di una riunione di leaders africani, tenutasi a settimana scorsa a Johannesburg,  che   basterebbe dimezzare questo deflusso di denaro per risolvere molti dei problemi finanziari che attanagliano lo sviluppo del continente africano.
Poichè il flusso di denaro in uscita sfrutta tutte le possibilità offerte dai sofisticati metodi di riciclaggio del denaro di cui dispone il sistema finanziario internazionale, in particolare per quanto attiene l'approdo finale presso le banche con sede in paesi, i cosidetti paradisi fiscali, che non aderiscono agli accordi internazionali miranti a frenare il fenomeno, prima o poi la comunità internazionale dovrà accentuare le misure ( alcune già esistenti) per limitare drasticamente questo fenomeno.Diversamente tanto vale che gli aiuti vengano direttamente accreditati sui conti esteri dei satrapi africani!

San Carlo Lwanga e i martiri ugandesi

Nel momento in cui, anche  nei paesi africani, si tenta di offuscare l'ultra secolare opera di carità e sviluppo che la  Chiesa ha condotto a favore delle popolazioni dell'area sub sahariana, ci piace ricordare il santo del giorno: San Carlo Lwanga e i martiri ugandesi.
Oggi, infatti, il calendario ricorda ventidue martiri dell'Uganda, beatificati il 6 giugno 1920 da Benedetto XV e canonizzati da Paolo VI l'8 ottobre 1964. A loro è stato inoltre dedicato un grande santuario a Namugongo consacrato da Paolo VI nel 1969. Tra il 1885 e il 1887, in Uganda i cristiani subirono una violenta persecuzione. Le vittime furono un centinaio. Tra loro Carlo, domestico del re Muanga dell'antico regno indipendente del Buganda, bruciato vivo insieme a dodici compagni il 3 giugno 1886. Carlo Lwanga, capo dei paggi reali, era stato battezzato durante l'evangelizzazione attuata dai Padri Bianchi, fondati dal cardinale Lavigerie. Inizialmente la loro opera, avviata nel 1879, venne ben accolta dal re Mutesa così come dal successore Muanga, che però si fece influenzare dal cancelliere del regno e dal capotribù. Tanto che decise la soppressione fisica dei cristiani, cattolici e anglicani, e di qualche mussulmano, alcuni dei quali uccise con le proprie mani. Per saperne di più clicca qui.

martedì 1 giugno 2010

Rwanda:l'impresa si apre on line

Da ieri i potenziali investitori interessati a costituire un’impresa in Rwanda lo potranno fare, comodamente da casa, utilizzando il nuovo il servizio di registrazione online inaugurato, appunto ieri, presso il Rwanda Development Board (RDB) .  Accedendo al sito del RDB si avranno tutte le informazioni necessarie per procedere alla compilazione dell’apposito format che darà avvio a tutte le pratiche per la costituzione di una nuova società.Dall’unica interfaccia verranno attivate, con un numero unico (TIN) che funge da codice impresa e da codice fiscale, la registrazione presso il Registro generale delle imprese, la registrazione come datore di lavoro  al Fondo per la sicurezza sociale del Rwanda (SSFR) e come contribuente al Rwanda Revenue Authority (RRA), senza dimenticare la notifica delle attività di business per l'Istituto nazionale di statistica. I clienti riceveranno i certificati firmati dopo la presentazione online di tutti i documenti necessari e il pagamento tramite carta di credito/Visa degli oneri previsti .
Il nuovo sistema, installato da  una ditta norvegese, NRD (Norwegian Registry Development), prevede futuri sviluppi in ambito creditizio e urbanistico (permessi di costruzione e  trasferimenti di terra).