"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 29 giugno 2012

Cinquantesimo anniversario dell'indipendenza rwandese

Domenica 1 luglio il Rwanda celebra il cinquantesimo anniversario dell'indipendenza, ottenuta  l'1 luglio 1962, quando  il Rwanda si affrancava ufficialmente dal controllo coloniale del Belgio. La presenza belga   nel paese data a partire dal 1916, a seguito dell'invasione dal vicino Congo durante la prima guerra mondiale, e ufficialmente dal 1924 su mandato della Società delle Nazioni, subentrando alla Germania  a cui il Rwanda, unitamente al Tanganika e al vicino Urundi, era stato assegnato al congresso di Berlino del  1984/85, dove le potenze europee si erano spartite l'Africa.
Un po' di storia si potrà trovare a pag.95 e seguenti del libro Kwizera Rwanda.
Purtroppo, il fatto che dovrebbe designare il momento fondativo di un paese non è ancora pienamente condiviso dalla globalità dei rwandesi, ed è  oggetto a diversi distinguo, come evidenziato dallo stesso presidente rwandese, Paul Kagame, che in un'intervista del maggio scorso a Jeune Afrique  così si esprimeva sull'argomento:  
"Il 1 ° luglio, il Rwanda indipendente compie 50 anni. C'è qualcosa da festeggiare?
 Dipende da cosa vuoi dire. È la nostra storia, e dobbiamo farlo, con la sua quota di buoni eventi e tragedie. Sarà una giornata di riflessione, non un'occasione per festeggiamenti o di incontrollate spese pubbliche. So che altrove nel continente il cinquantesimo anniversario viene spesso celebrato con sfarzo e gioia, ma non ci sentiamo obbligati a fare lo stesso. In generale, per ovvi motivi di costo, tale data è anche in combinazione con un altra molto vicina il 4 luglio, che segna l'anniversario della liberazione del Rwanda dalle forze di genocidio. Quest'anno, entrambi gli eventi saranno commemorati il 1 ° luglio, con sobrietà.  
Soprattutto il 1 ° luglio 1962 non è stato un giorno di gioia per tutti i ruandesi ... 
Sì, certo. Quel giorno sarà quindi collocato nel suo contesto storico, senza spirito di vendetta."

Forse, come sappiamo bene non solo noi italiani, che non abbiamo ancora totalmente  chiuso i conti con il nostro secondo dopoguerra, ma in generale  molti altri popoli europei alle prese con le rispettive storie nazionali caratterizzate da lacerazioni e guerre civili,  il popolo rwandese potrà alimentare una vera riconciliazione trovando una reale condivisione della propria storia, a partire da quel primo luglio di cinquanta anni fa, per arrivare  fino alla tragedia del 1994.

lunedì 25 giugno 2012

Italy meets Rwanda Forum

Si terrà giovedì 28 giugno p.v., presso l'Hotel Westin  Palace di Milano, la prima edizione dell' Italy meets Rwanda Forum, organizzato dall'Amabasciata rwandese a Parigi, competente per l'Italia, e dal consolato onorario di Milano in collaborazione con il Rwanda Developpement Board-RDB. Proprio al CEO del RDB, John Gara, toccherà illustrare agli investitori e agli esponenti dell'industria italiana le  opportunità che la giovane repubblica africana è in grado di offrire in diversi campi: dal turismo al commercio e all'agricoltura, dall'industria alle infrastrutture fino all'aviazione e alla difesa.Gli investitori italiani, abituati alle  lungaggini e alle pastoie burocratiche nazionali,  saranno sorpresi di conoscere  le grandi facilitazioni che sono riconosciute a chi desidera avviare oggi un'impresa in Rwanda.Un solo esempio: bastano meno di 24 ore per costituire  una società.
Per maggiori informazioni è possibile contattare:
Consolato onorario della Repubblica del Rwanda in Milano
Piazza Sempione 5 Milano Tel +390239529282 .

Ese uvuga ururimi rw'Ikinyarwanda?

Abbiamo già segnalato il simpatico blog Cartoline dal Rwanda, curato da due volontarie, ironicamente  autodefinitesi Il Nano e La Mente, che hanno trascorso all'inizio del 2011 qualche mese nel paese delle mille colline. Tra le varie esperienze di cui hanno voluto rendere partecipi i loro lettori c'è anche quella dell'impatto con la difficile  lingua rwandese, il Kinyrwanda. In alcuni post, di cui di seguito riportiamo  il link, hanno raccolto alcune nozioni e alcuni modi di dire che possono essere utili al viaggiatore che arriva i Rwanda. Così, alla domanda che dà il titolo al post " parli kinyarwanda?" potrete rispondere “yego!”, sì.
Note sulla lingua Kinyarwanda
Saluti e convenevoli.
Lezione 1 Esseri umani
Lezione 2 Esseri senza intelligenza
Lezione 3 Essere o non essere
Lezione 4 Conversazione quotidiana
Lezione 5 Mangiare e bere
Lezione 6 Soldi soldi
Lezione 7 Chi cosa come perchè

domenica 24 giugno 2012

Il proverbio della domenica

Uzarama aritonda



Chi vuol vivere a lungo viva saggiamente
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lunedì 18 giugno 2012

Fine dei tribunali Gacaca

I  tribunali Gacaca concludono ufficialmente oggi la loro attività. I Gacaca sono tribunali della tradizione rwandese, composti non da giudici convenzionali ma da componenti della società civile eletti all’interno delle diverse comunità locali, a cui le autorità rwandesi avevano affidato il compito di giudicare gli imputati accusati di aver partecipato agli eccidi del 1994, con la sola eccezione dei responsabili di aver pianificato atti genocidari a livello nazionale o di prefettura, il cui giudizio è rimasto di competenza dei tribunali convenzionali. A partire dal marzo 2005, dopo una fase pilota iniziata nel 2002, secondo dati ufficiali  sono stati trattati 818.518 casi giudicando  1.958.634 imputati, di cui circa  l’86% sono stati condannati, mandando assolti il restante 14%. A livello di appello, si sono tenuti 178.741 processi  che hanno portato a 132.902 condanne ( 74%) e a  45.839 assoluzioni, pari al  26% dei casi trattati. I colpevoli si sono visti comminare pene detentive nell’ordine di diversi anni, che qualcuno sta scontando nei lavori comunitari, fino all’ergastolo, che ha interessato circa il 5 % degli imputati.Ad oggi sono circa 37.000 i detenuti in carcere. In questi anni non sono mancate critiche a questo tipo di giustizia, inevitabilmente esposto ai personalismi e ai condizionamenti o alle vendette sempre possibili nelle piccole comunità locali; non sono mancati anche casi accertati di corruzione o di giudici che sono diventati imputati degli stessi crimini che erano chiamati a giudicare. Nel complesso però la grande mole di lavoro svolto, che non sarebbe stato possibile smaltire da parte dei tribunali convenzionali, ha concorso, sgomberando il terreno da molti casi aperti fonte di rancori e incomprensioni, ad avviare un faticoso e sicuramente ancora lungo processo di riconciliazione nazionale.
Le autorità rwnadesi fanno notare, non senza una punta polemica,  che in questi dieci anni di  attività i tribunali Gacaca hanno utilizzato un budget totale di 30 miliardi di Frw , pari a circa 40 milioni di euro, non pochi per la verità,  che equivalgono comunque  a circa il 2,5 per cento dei fondi utilizzati dal Tribunale internazionale delle Nazioni Unite per il Rwanda (TPIR), che ha gestito meno di 100 casi in 15   anni.

domenica 17 giugno 2012

Kivu: si muove il Consiglio di sicurezza ONU

Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha espresso, nella riunione di venerdì,  forte preoccupazione per i recenti sviluppi nella regione del Kivu e il deterioramento della sicurezza e della situazione umanitaria, con conseguenti flussi significativi di sfollati e rifugiati. Ha fermamente condannato l'ammutinamento degli ufficiali e dei soldati già integrati nelle forze armate della Repubblica democratica del Congo (FARDC) operanti nella provincia del Nord Kivu, come il gruppo armato conosciuto come M23. I membri del Consiglio di sicurezza hanno anche condannato fermamente l'uccisione e l'abuso di civili, soprattutto donne e bambini, da parte di gruppi armati, tra cui le Forze Democratiche per la Liberazione del Rwanda (FDLR). Essi hanno inoltre condannato tutti gli atti di violenza sessuale, chiedendo che tutti i responsabili siano assicurati alla giustizia. Essi hanno apprezzato la risposta rapida sia del governo della Repubblica democratica del Congo che della Missione di Stabilizzazione delle Nazioni Unite Organizzazione nella Repubblica democratica del Congo (MONUSCO) a questi gravi attacchi contro i civili.Hanno sostenuto gli sforzi del governo congolese per smobilitare i gruppi armati, scoraggiare ulteriori defezioni e di arrestare e consegnare alla giustizia presunti violatori dei diritti umani, tra cui Bosco Ntaganda. Hanno ribadito che tali sforzi sono  essenziali per lo sviluppo di  un esercito congolese disciplinato e unificato in grado di portare una pace sostenibile nella Repubblica democratica del Congo.I membri del Consiglio hanno invitato tutti i paesi della regione a cooperare attivamente con le autorità congolesi in vista della smobilitazione del M23 e di tutti gli altri gruppi armati e impedendo loro di ricevere un supporto esterno in violazione del regime di sanzioni delle Nazioni Unite , compreso l'embargo sulle armi  per le entità non governative e i privati ​​che operano nella Repubblica Democratica del Congo. I membri del Consiglio hanno altresì  sollecitato un'indagine completa e credibile  circa il supporto esterno ai gruppi armati. I membri del Consiglio hanno ricordato i rischi connessi al traffico di armi e allo sfruttamento illegale delle risorse naturali, che costituiscono una grave minaccia per la pace e la sicurezza regionali.Essi hanno inoltre sostenuto con forza MONUSCO, in particolare i suoi sforzi attivi per aiutare il governo congolese nel proteggere i civili sfollati o minacciati a seguito delle attività violente dei gruppi armati.

Chissà se alle manifestazioni di volontà seguiranno i fatti, ponendo fine allo scandalo di  oltre 22.500 uomini della MONUSCO, di cui 17.500 militari e 1350 polizziotti, che dal lontano 1999 non riescono a disinnescare la polveriera del Kivu.

Prima Comunione a Nyagahanga

 
Nella nostra parrocchia di Nyagahanga, la settimana scorsa, giorno del "Corpus
Domini" è stato il momento per i nostri 96 bambini della prima
Comunione di indossare l'abito bianco offerto dalla
comunità di Sagnino di Como, l'anno scorso. E' sempre una cosa nuova da noi, che
dà tanta gioia ai nostri bambini... Si, questi bambini hanno indossato
l'abito bianco per la prima volta durante il loro battesimo e non
erano consapevoli. Ora, questo vestito è un richiamo di essere degni
di questo Cristo che viene per la prima volta nel loro cuore.
Grazie per voi che ci avete dato questa opportunità! La nostra gioia
sia anche la vostra per il bene che ci avete fatto.
don Paolo

giovedì 14 giugno 2012

Kwizera:cena di solidarietà

 
Si terrà sabato 23 giugno la tradizionale cena dell'Associazione Kwizera Onlus. L'appuntamento è presso il ristorante Il Bugno di Fornaci di Barga (Lu), secondo il programma riportato nella locandina. Sarà l'occasione per un incontro tra amici e per salutare i volontari della Missione Kwizera 2012 che nel prossimo agosto si recheranno in Rwanda per l'annuale verifica sul posto dei vari progetti che  l'Associazione sta conducendo, unitamente agli amici rwandesi, nella terra delle mille colline.  
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domenica 10 giugno 2012

Il FMI promuove il Rwanda

Il Comitato esecutivo del Fondo monetario internazionale (FMI) ha completato il 7 giugno scorso, la quarta revisione dell'andamento economico del Rwanda, nell'ambito della politica di sostegno (PSI) al paese nell'ultimo triennio.Secondo il FMI, l'economia rwandese ha continuato a crescere fortemente in linea con il  suo programma economico di sviluppo. La crescita reale del PIL è stimata all'8,6 per cento per il 2011, spinto dalla produzione agricola, le esportazioni e la domanda interna. L'inflazione è salita bruscamente, principalmente a causa dell'aumento dei prezzi dei carburanti, ma anche a seguito di una politica monetaria accomodante della autorità, ma rimane a una sola cifra (8,3 per cento nel marzo 2012) al livello più basso della regione. Tutti i criteri di valutazione quantitativi di fine dicembre 2011 compresi gli obiettivi fiscali e monetari sono state soddisfatti. Anche benchmark più strutturali sono stati soddisfatti, anche se alcuni con ritardi. Nel complesso il Rwanda continua ad essere valutato a rischio moderato sul debito estero.La crescita dovrebbe rimanere elevata anche  nel 2012, pur in presenza di  rischi come l'andamento dell'economia mondiale, il rinnovato aumento dei prezzi mondiali del carburante, l'andamento delle entrate e la possibile crescita dell'inflazione. Il quadro fiscale per il 2012/13 è in linea con gli obiettivi principali del PSI, e le autorità, in presenza di entrate inferiori alle attese, sono impegnate a ritardare spese non prioritarie  piuttosto che ricorrere a ulteriori finanziamenti. Sforzi sono in corso per rafforzare ulteriormente la gestione delle finanze pubbliche e migliorare la gestione delle entrate. La politica monetaria è intesa a mantenere l'inflazione a una sola cifra, e gli sforzi stanno continuando a migliorare il quadro di gestione della liquidità. A tal fine, il FMI raccomanda di  essere proattivi nella politica monetaria e nel miglioramento del  funzionamento dei mercati monetari e dei cambi, di migliorare l'accesso ai servizi finanziari anche attraverso un'attenta gestione del consolidamento di cooperative di risparmio e di credito.Per il FMI, la salvaguardia della stabilità finanziaria resta un obiettivo fondamentale per il Rwanda.

sabato 9 giugno 2012

Tamburi di guerra sul Kivu

La situazione del Kivu è ormai sull’orlo dell’ennesima esplosione, con i suoi diversi  protagonisti in campo: un governo (quello congolese) assente e incapace di mantenere sotto controllo la situazione, altri governi ( quelli rwandese e ugandese) interessati e attivi spettatori attratti dalle immense ricchezze del sottosuolo e a tal fine aperti a ogni possibile alleanza, i signori della guerra locali pronti a offrire le proprie formazioni al miglior offerente pur di conservare il proprio potere e tutelare  i propri interessi, multinazionali sfruttatrici voraci dei minerali locali pronte per il proprio business a rinnegare principi e regole che nei propri paesi d’origine mai avrebbero infranto, gruppi guerriglieri di profughi con velleitarie volontà rivendicazioniste, ultimo non certo in ordine di importanza e responsabilità un pletorico e costosissimo contingente Onu-Monusco incapace a tutto. Un rimbalzarsi di accuse di atrocità tra i vari protagonisti che arrivano ad indossare divise dei gruppi avversari pur di addossargliene le colpe.Denunce di coinvolgimento del Rwanda cui hanno fatto seguito secche smentite da parte delle autorità di Kigali. Sembra di trovarsi immersi nella trama del libro Il canto della missione di John Le Carré, ambientato proprio in questo contesto. Se ne stanno accorgendo le cancellerie mondiali, Usa e Unione europea in primis,  che non possono fare a meno di raccogliere le denunce che da tempo stanno esprimendo esponenti della società civile locale, senza peraltro andare oltre qualche dichiarazione di circostanza, facendo ben attenzione a non scontentare le forze amiche in campo.Ben più realisticamente i vescovi  della Provincia ecclesiastica di Bukavu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC), in un recente messaggio inviato alle autorità politiche congolesi, parlano apertamente di “ indizi convergenti che evocano lo spettro di una guerra dai contenuti e dai moventi ancora nascosti” auspicando la prevenzione di conflitti generalizzati che si profilano all’orizzonte come testimoniano  le tensioni e le violenze che vedono protagoniste le diverse forze in campo il cui sbocco finale  sono guerre “di predazione interna ed esterna”. Significativo è il richiamo anche agli appetiti che provengono dall’esterno; è probabilmente qui il vero nocciolo della questione: le autorità congolesi non hanno la forza di difendere i propri confini fin troppo permeabili ad ogni tipo di infiltrazione dall’esterno. Se poi qualche opinionista di Kigali, trattando l'argomento sulla stampa locale, trova l'occasione per prendersela con il Congresso di Berlino del 1884/5 che, a suo dire, ha riportato il grande Rwanda di fine ottocento ai confini attuali, privandolo, oltre che di altri territori, soprattutto delle fasce del Congo orientale, appunto il Kivu di cui stiamo parlando, nell'europeo riaffiora il ricordo di quando ottanta anni fa in Europa qualcuno cominciò a fare analoghi discorsi, nell’ignavia delle cancellerie del tempo. Sappiamo tutti come andò a finire. 

martedì 5 giugno 2012

Il cambio Euro/Franco rwandese a quota 750

Le turbolenze finanziarie che stanno interessando l’Europa si ripercuotono inevitabilmente sul cambio dell’euro nei confronti delle altre valute, ivi compresa la valuta rwandese.Infatti, la debolezza dell’euro è  fotografata dal cambio di questi giorni che vede un euro scambiato con 749 Franchi rwandesi, dopo che nel corso dell’ultimo anno il cambio aveva visto, proprio un anno fa per la precisione il 7 giugno 2011, un picco  massimo in cui servivano 877 Frw per acquistare un  euro; nell’anno preso in esame il cambio medio è stato di 813,033 Frw per euro. L’attuale cambio denota quindi la debolezza dell’euro da una parte, ma anche un’ottima tenuta della valuta rwandese dall’altra, confermata anche dall’andamento del cambio con il dollaro Usa, scambiato oggi a 609 Frw per un dollaro, quasi lo stesso livello di un anno fa quando  ne servivano 600.

venerdì 1 giugno 2012

Il nuovo nunzio apostolico incontra i vescovi rwandesi

Mons. Russo con i vescovi rwandesi
Collaborazione nel segno della speranza: queste le linee che guideranno i rapporti tra la Conferenza episcopale del Rwanda (Cepr) ed il nuovo nunzio apostolico nel Paese, mons. Luciano Russo. Il presule, nominato il 16 febbraio scorso, si è insediato ufficialmente nel Paese africano il 23 maggio ed ha incontrato per la prima volta i vescovi locali. Salutando i membri della Cepr, mons. Russo ha sollecitato una “franca collaborazione”, ribadendo la disponibilità della nunziatura stessa. Dal suo canto, il presidente della Chiesa rwandese, mons. Smaragde Mbonyintege, ha sottolineato come l’arrivo del nunzio rappresenti “un grande motivo di speranza” per le diocesi locali, in particolari per quelle con sede vacante. Quindi, mons. Mbonyintege ha ricordato che il Rwanda, sebbene sia un Paese martoriato dal genocidio del 1994, avverte molto l’operato di Dio: “La Chiesa rwandese è forte e fragile allo stesso tempo – ha detto il presidente della Cepr – perché ha un gran numero di fedeli cattolici, serviti da un numero sufficiente di sacerdoti giovani e nutrita di molte vocazioni sacerdotali e religiose. Ma, al contempo, essa è fragile a causa della mancanza di esperienza di alcuni preti e della fede incerta della maggior parte della popolazione”. Infine, mons. Mbonyintege ha invitato mons. Russo a visitare le diocesi del Paese, invito che il nuovo nunzio ha promesso di realizzare quanto prima.(Radio Vaticana)

Per leggere l'intervista concessa da mons. Russo al Bollettino della Conferenza episcopale rwandese, clicca qui.