"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 1 giugno 2012

Il nuovo nunzio apostolico incontra i vescovi rwandesi

Mons. Russo con i vescovi rwandesi
Collaborazione nel segno della speranza: queste le linee che guideranno i rapporti tra la Conferenza episcopale del Rwanda (Cepr) ed il nuovo nunzio apostolico nel Paese, mons. Luciano Russo. Il presule, nominato il 16 febbraio scorso, si è insediato ufficialmente nel Paese africano il 23 maggio ed ha incontrato per la prima volta i vescovi locali. Salutando i membri della Cepr, mons. Russo ha sollecitato una “franca collaborazione”, ribadendo la disponibilità della nunziatura stessa. Dal suo canto, il presidente della Chiesa rwandese, mons. Smaragde Mbonyintege, ha sottolineato come l’arrivo del nunzio rappresenti “un grande motivo di speranza” per le diocesi locali, in particolari per quelle con sede vacante. Quindi, mons. Mbonyintege ha ricordato che il Rwanda, sebbene sia un Paese martoriato dal genocidio del 1994, avverte molto l’operato di Dio: “La Chiesa rwandese è forte e fragile allo stesso tempo – ha detto il presidente della Cepr – perché ha un gran numero di fedeli cattolici, serviti da un numero sufficiente di sacerdoti giovani e nutrita di molte vocazioni sacerdotali e religiose. Ma, al contempo, essa è fragile a causa della mancanza di esperienza di alcuni preti e della fede incerta della maggior parte della popolazione”. Infine, mons. Mbonyintege ha invitato mons. Russo a visitare le diocesi del Paese, invito che il nuovo nunzio ha promesso di realizzare quanto prima.(Radio Vaticana)

Per leggere l'intervista concessa da mons. Russo al Bollettino della Conferenza episcopale rwandese, clicca qui.

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