"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


domenica 17 giugno 2012

Kivu: si muove il Consiglio di sicurezza ONU

Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha espresso, nella riunione di venerdì,  forte preoccupazione per i recenti sviluppi nella regione del Kivu e il deterioramento della sicurezza e della situazione umanitaria, con conseguenti flussi significativi di sfollati e rifugiati. Ha fermamente condannato l'ammutinamento degli ufficiali e dei soldati già integrati nelle forze armate della Repubblica democratica del Congo (FARDC) operanti nella provincia del Nord Kivu, come il gruppo armato conosciuto come M23. I membri del Consiglio di sicurezza hanno anche condannato fermamente l'uccisione e l'abuso di civili, soprattutto donne e bambini, da parte di gruppi armati, tra cui le Forze Democratiche per la Liberazione del Rwanda (FDLR). Essi hanno inoltre condannato tutti gli atti di violenza sessuale, chiedendo che tutti i responsabili siano assicurati alla giustizia. Essi hanno apprezzato la risposta rapida sia del governo della Repubblica democratica del Congo che della Missione di Stabilizzazione delle Nazioni Unite Organizzazione nella Repubblica democratica del Congo (MONUSCO) a questi gravi attacchi contro i civili.Hanno sostenuto gli sforzi del governo congolese per smobilitare i gruppi armati, scoraggiare ulteriori defezioni e di arrestare e consegnare alla giustizia presunti violatori dei diritti umani, tra cui Bosco Ntaganda. Hanno ribadito che tali sforzi sono  essenziali per lo sviluppo di  un esercito congolese disciplinato e unificato in grado di portare una pace sostenibile nella Repubblica democratica del Congo.I membri del Consiglio hanno invitato tutti i paesi della regione a cooperare attivamente con le autorità congolesi in vista della smobilitazione del M23 e di tutti gli altri gruppi armati e impedendo loro di ricevere un supporto esterno in violazione del regime di sanzioni delle Nazioni Unite , compreso l'embargo sulle armi  per le entità non governative e i privati ​​che operano nella Repubblica Democratica del Congo. I membri del Consiglio hanno altresì  sollecitato un'indagine completa e credibile  circa il supporto esterno ai gruppi armati. I membri del Consiglio hanno ricordato i rischi connessi al traffico di armi e allo sfruttamento illegale delle risorse naturali, che costituiscono una grave minaccia per la pace e la sicurezza regionali.Essi hanno inoltre sostenuto con forza MONUSCO, in particolare i suoi sforzi attivi per aiutare il governo congolese nel proteggere i civili sfollati o minacciati a seguito delle attività violente dei gruppi armati.

Chissà se alle manifestazioni di volontà seguiranno i fatti, ponendo fine allo scandalo di  oltre 22.500 uomini della MONUSCO, di cui 17.500 militari e 1350 polizziotti, che dal lontano 1999 non riescono a disinnescare la polveriera del Kivu.

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