"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 31 luglio 2015

Dal campo profughi di Mahama in Rwanda

Segnaliamo questa corrispondenza apparsa su Il Giornale in cui viene illustrata la situazione dei profughi burundesi che vivono da ormai 100 giorni nel campo allestito dall'UNHCR a Mahama nel sud del Rwanda. 
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venerdì 24 luglio 2015

Pronto il primo vaccino contro la malaria

Secondo quanto riferisce l’agenzia AGI, l'European Medicines Agency ha espresso parere positivo sul primo vaccino al mondo contro la malaria. Secondo l'agenzia europea, infatti, "Mosquirix jab" sarebbe sicuro ed efficace anche per i bambini che vivono nelle aree piu' a rischio del'Africa. Il vaccino, sviluppato da GlaxoSmithKline in collaborazione con il "Path Malaria Vaccine Initiative", è il primo al mondo e presto potrebbe essere utilizzato contro la malaria, una malattia che colpisce 200 milioni di persone ogni anno, e che solo nel 2013 ha ucciso oltre 580.000 persone. Ora l'Organizzazione Mondiale della Sanita' dovra' fare le sue valutazioni, che dovrebbero essere pronte entro un anno, e poi dai governi dei singoli Stati africani, che dovranno definire il programma di vaccinazioni
Il vaccino è stato sperimentato in 7 paesi africani (Burkina Faso, Gabon, Ghana, Kenya, Malawi, Mozambico e Tanzania), i dati non sono brillantissimi: si è mostrato efficace nel prevenire la malaria nel 56% dei bimbi fra 7-17 mesi e nel 31% dei piccoli di 6-12 settimane. L'efficacia diminuisce dopo un anno, il profilo di sicurezza è accettabile. Alla base del vaccino ci sono 30 anni di ricerca, illustrati nelle circa 230 mila pagine di dati sottoposte all'Ema. Nel 2001, l'azienda britannica Gsk e Path Malaria Vaccine Initiative, con un primo finanziamento ricevuto dalla Bill & Melinda Gates Foundation, hanno creato una partnership pubblico-privata per lo sviluppo di un vaccino contro la malaria. Path ha investito negli anni oltre 200 milioni di dollari, per lo più arrivati dai coniugi Gates. L'investimento di Gsk è stato di più di 356 milioni di dollari, a cui dovranno aggiungersi altri 200-250 milioni per completare lo sviluppo."Questo e' un momento estremamente significativo", ha detto Ripley Ballou, responsabile della ricerca sui vaccini a GSK, aggiungendo "ho lavorato su questo vaccino per 30 anni e questo e' un sogno che si avvera". La societa' non ha rivelato il prezzo del vaccino, ma ha promesso di non voler realizzare profitti con esso.

sabato 18 luglio 2015

Aiutiamoli a casa loro: la lezione del Rwanda

“Aiutiamoli a casa loro”, lungi dall’essere un abusato e strumentale slogan propagandistico, può rivelarsi nei fatti anche un’efficace politica, a patto che la  solidarietà venga declinata con lo sussidiarietà per cessare di essere mera assistenza e diventare fattore di sviluppo. Una politica che risponda innanzitutto a un principio di equità e secondariamente a un efficace utilizzo delle scarse risorse finanziarie disponibili. E', infatti, equo ricordarci oltre che delle decine di migliaia di migranti economici ( che per correttezza sarebbe bene distinguere dalla minoranza degli aventi diritto alle forme di protezione internazionale) anche delle centinaia di milioni di africani, totalmente assenti da ogni dibattito sul fenomeno migratorio, che rimangono nei rispettivi paesi e lì vogliono costruirsi  un futuro dignitoso. E’ altresì corretto chiedersi quale sia il miglior utilizzo delle ingenti risorse finanziarie che vengono comunque stanziate per far fronte ai flussi migratori, tenuto conto del ben diverso valore di un euro in termini di merci e servizi acquistabili a secondo che lo stesso sia speso  da noi, piuttosto che in Africa. Che non si sia in presenza solo di un vuoto slogan propagandistico lo dimostra l’applicazione concreta ed efficace che se ne fa in quell’Africa in sedicesimo che è il Rwanda, dove il fenomeno migratorio è praticamente sconosciuto; almeno quello dei migranti che salgono sui barconi. Anzi, il Rwanda si concede il lusso di accogliere da Israele, dietro erogazione di aiuti economici, profughi africani presenti nei campi di accoglienza israeliani, di cui lo stato ebraico cura il rimpatrio. Ospita inoltre sul proprio territorio    quasi 75.000 profughi  congolesi,  distribuiti in cinque campi, alcuni dei quali attivi dal lontano 1996, ben attrezzati e gestiti dall’ UNHCR che qui svolge efficacemente, diversamente che da noi dove sembra presente solo nei talk show, il proprio lavoro istituzionale, a cui si sono aggiunti in queste ultime settimane oltre 20.000 profughi burundesi prontamente ospitati in un campo dell’ UNHCR allestito in un paio di giorni.
Vediamo come l’aiutiamoli a casa loro si è reso  possibile.

mercoledì 15 luglio 2015

Rwanda 7° al mondo per efficienza del governo, Italia penultima

Il report sull'efficienza dei governi nel 2014 stilato dal World Economic Forum, una speciale classifica che pone in relazione i risultati raggiunti dai singoli governi con le risorse impiegate, attribuisce al governo del Rwanda un prestigioso settimo posto a livello mondiale. In particolare, il rapporto che analizza gli sprechi della pubblica amministrazione, l'incidenza della burocrazia e la trasparenza della politica attribuisce l’ottimo risultato del  Rwanda soprattutto valorizzando il basso livello di spreco nella spesa pubblica. Un merito non da poco. In testa alla classifica compaiono paesi efficienti, in cui la libertà in campo economico non sempre è però declinata con quella in campo politico e  dei diritti umani, come Qatar, Singapore e Hong Kong. Nella top ten, tra le europee spiccano la Finlandia (terza), la Svizzera (nona) e il Lussemburgo (decimo).L’Italia è vergognosamente relegata al penultimo posto.
Il Rapporto completo riguardante il Rwanda, dal quale emergono i punti di forza ( mercato del lavoro, istituzioni) e le criticità ( accesso al credito, inadeguata fromazione scolastica della forza lavoro, inadeguatezza infrastrutturale) è consultabile cliccando qui.

Il Parlamento rwandese dà il via libera al Kagame III

Il Parlamento rwandese ha ufficialmente dato il via ieri all’iter legislativo che porterà alla modifica dell’art. 101 della costituzione, con il conseguente cassamento del vigente limite di due mandati presidenziali. La modifica  andrà sottoposta a un referendum confermativo popolare; una mera formalità, visto che in alcune settimane più di 3,7 milioni di rwandesi, su un elettorato di circa 6 milioni, hanno firmato, più o meno spontaneamente, una petizioni che chiedeva appunto  al Parlamento di modificare l'articolo 101 della Costituzione. Unica voce ufficiale contraria alla modifica è quella del piccolo partito di opposizione, il Partito Democratico Verde, che ha anche fatto ricorso alla Corte Suprema in opposizione alla revisione costituzionale, senza peraltro trovare un solo avvocato in tutto il Rwanda che si facesse carico di sostenere tale ricorso. All’esito dello scontatissimo iter di revisione costituzionale Paul Kagame potrà tranquillamente candidarsi, nel 2017, per essere “incoronato” presidente per la terza volta. A quel punto si potrebbe dischiudere in Rwanda lo stesso iter percorso da  Singapore, modello spesso citato dall’attuale leadership rwandese, in cui  il padre della patria Lee Kuan Yew, dopo aver governato per trentanni e aver portato il paese ad un alto livello di sviluppo economico a cui non ha corrisposto un analogo trend delle libertà democratiche, i detrattori lo hanno infatti dipinto come una personalità autoritaria, ha passato il testimone al figlio Lee Hsien Loong, attuale primo ministro. Per la simpatia che ci lega al Rwanda  non osiamo pensare ad altro scenario che ci viene sempre dall’Asia, specificatamente dalla Corea del Nord. Lì furono più sbrigativi, per il padre della patria Kim Il-sung fu introdotta direttamente in costituzione la figura del "presidente eterno”: fu l’inizio di una nuova dinastia che vede attualmente regnante su un paese in piena miseria l’ineffabile nipote Kim Jong-un.

martedì 7 luglio 2015

L'Expo non arriva in Rwanda ...e due danzatori non fanno rientro in patria

Non ha avuto alcuna eco sulla stampa rwandese il Rwanda day all'Expo 2015 di Milano. Stranamente il principale  media rwandese, il governativo The New Times, non ha dato notizia dell'avvenimento a cui erano pur sempre presenti il ministro degli Esteri e quello del Commercio e dell'Industria, oltre che altri alti rappresentanti del paese. Risulta abbastanza sorprendente e francamente incomprensibile, se non nasconde logiche di potere locali,  tale "buco", tenuto conto che la giornata era incentrata sulla rappresentazione a potenziali investitori delle potenzialità del Rwanda come paese in cui fare impresa.

Per la verità, una notizia attinente l'Expo, in Rwanda e' arrivata, ma sicuramente le autorita' ne avrebbero fatto volentieri a meno: due danzatori facenti parte del balletto nazionale hanno fatto perdere le loro tracce, non facendo  rientro  in Rwanda ( leggi qui).

lunedì 6 luglio 2015

I nuovi sacerdoti della Chiesa rwandese

Uno dei novelli sacerdoti, Silas Nteziryayo, 
della diocesi di Byumba, sarà ordinato sacerdote
 il primo agosto a Kinihira
Nel mese di luglio e agosto, come da tradizione, avranno luogo in Rwanda le ordinazioni sacerdotali e diaconali. In  questi giorni è stato emanato dalla Chiesa rwandese il relativo calendario. Sono ben 36 i diaconi che riceveranno l’ordinazione sacerdotale nelle nove diocesi rwandesi. A questi si aggiungono altri due neo sacerdoti appartenenti a ordini religiosi. Ancor più alto è il numero dei seminaristi che riceveranno il diaconato: 59 incardinati nelle diocesi e 9 appartenenti a ordini religiosi.La diocesi di Byumba potrà contare su 5 nuovi sacerdoti e 12 diaconi. Come  si vede ci troviamo di fronte a numeri molto importanti che vanno a rafforzare un chiesa locale che in cento anni di vita ha saputo innervarsi nella società rwandese nel ruolo proprio di animatrice e guida della comunità dei credenti, ma anche come motore dello sviluppo sociale e civile, come testimoniano le numerose attività scolastiche, sanitarie e finanziarie promosse e sostenute dalla Chiesa rwandese.

venerdì 3 luglio 2015

Victoire Ingabire assente all'Expo

"Trattenuta a Kigali da precedenti impegni,  non saro' presente a importante conferenza sul ruolo della donna in Rwanda, alla quale avrei voluto portare anche mia piccola esperienza, auguro comunque pieno successo alla manifestazione e buon lavoro alle relatrici signore Letizia Moratti e Livia Pomodoro che spero un giorno poter incontrare".
Firmato: Victoire Ingabire

Questo telegramma svolazzava lungo il viale Decumano evidentemente smarrito, come in quel vecchio film della nostra gioventu', dal giovane commesso delle poste incaricato della consegna.

giovedì 2 luglio 2015

Il Rwanda protagonista all'Expo

Il ritmo coinvolgente dei tamburi africani ha scandito la giornata dedicata al National Day del Rwanda ( Fotogallery). Sia al mattino nella cerimonia ufficiale in cui la delegazione rwandese guidata dal Ministro agli Affari Esteri e Cooperazione, Louise Mushikiwabo e dal Ministro al Commercio e Industria, Francois Kanimba  e' stata accolta dal Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova.(Fotogallery) che al pomeriggio quando si e' tenuta la conferenza “Le donne sulla rinascita di una nazione”. Nell'occasione delle Women’s Weeks a Expo Milano 2015 sono intervenute sul tema Letizia Moratti, Livia Pomodoro e il ministro degli esteri, Louise Mushikiwa che hanno parlato del ruolo femminile nella riaffermazione del Rwanda nel panorama internazionale.A seguire “Opportunità Economiche in Rwanda”, conferenza sulle grandi risorse del Rwanda, un invito per le aziende ad investire in Africa, alla luce di tutti quei fattori favorevole al fare impresa che i lettori di questo blog ben conoscono, con Francois Kanimba, Ministro del Commercio e dell’Industria del Rwanda e Yamina Karitany  responsabile del Consiglio per lo Sviluppo del Turismo in Rwanda, la quale in apertura e chiusura del proprio intervento ha ricordato agli italiani presenti una ragione in piu' per recarsi in Rwanda: il santuario della Madonna di Kibeho, l'ultima apparizione riconosciuta dalla Chiesa.Al  termine dell'incontro,  un rappresentante di Finmeccanica ha consegnato al Ministro degli esteri due borse di studio presso il Politecnico di Milano in ingegneria areonautica e  aerospaziale per due studenti rwandesi meritevoli. Al Rwanda day ha partecipato una grandissima rappresentanza della diaspora rwandese in Italia che tramite una propria esponente ha anche caldeggiato l'apertura di una rappresentanza diplomatica rwandese in Italia. Il Ministro degli Esteri ha recepito la richiesta senza,peraltro, sbilanciarsi sui tempi.


I leoni sono tornati all'Akagera Park


Come preannunciato nel nostro post del 6 agosto 2014, il leone ha fatto la sua ricomparsa nel Parco dell'Akagera.Si tratta di cinque leonesse e due leoni giunti da due diversi parchi del Sud Africa per via aerea.Dopo essere atterrati all'aeroporto di Kigali sono stati trasportati al l'Akagera Park dove è stato loro destinato un apposito spazio recintato.