"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 31 gennaio 2017

Visita ai batwa di Kibali nel giorno della raccolta delle patate

La cernita 
La giornata programmata per fare visita alla comunità batwa di Kibali coincide con la giornata di raccolta delle patate, messe a coltura sui terrazzamenti della comunità nell’ambito del progetto agricolo promosso dall’Ass. Kwizera. La raccolta iniziata di buon mattino, sotto la direzione dell’agronomo Jean Claude, è già in stato molto avanzato quando verso le 10 arriviamo al villaggio e siamo accolti da una fila di sacchi già pieni, mentre i componenti della cooperativa proseguono nel loro lavoro, sotto lo sguardo dei pochi che non ne fanno parte e che nemmeno si degnano di dare una mano, ben sapendo che parte del raccolto arriverà anche a loro. Siamo chez i batwa e bisogna comunque accontentarsi del positivo esito del progetto agricolo e rilevare come la cooperativa abbia anche disboscato una consistente parte di collina ricoperta di sterpaglia per farne terreno agricolo, a fianco di quello oggetto di terrazzamento.  La prima giornata che ha visto la lavorazione di circa un terzo del terreno seminato ha comportato un raccolto di 2 tonnellate di patate. La raccolta si concluderà giovedì esconterà, in termini di quantità la grave siccità che ha colpito il Rwanda nell'ultimo anno che ha creato non pochi disagi in agricoltura e sull'approvvigionamento alimentare. Successivamente i campi saranno immediatamente seminati a mais.La visita a Kibali è coincisa con la presenza in loco di una delegazione del Settore di Byumba guidata dal segretario esecutivo del settore stesso, una sorta di sindaco, JMV Gahano Rubera, impegnata in una ricognizione della situazione della comunità. Il Segretario ha voluto incontrarci  e confrontarsi, anche alla luce dell’esperienza maturata dall’ass. Kwizera nello specifico,  sui possibili interventi che si rendono necessari per migliorare lo stile di vita della comunità. Ne è emerso l’impegno delle autorità locali a definire un piano d’intervento, in particolare sul recupero delle abitazione, alcune delle quali decisamente degradate, su cui saranno chiamati a confrontarsi e conseguentemente a impegnarsi i vari soggetti che in questi anni hanno prestato assistenza, sotto varie forme, alla comunità batwa di Kibali. Nel pomeriggio siamo tornati a Kibali per la tradizionale consegna dei fagioli, un pacco di 5 kili, ad ognuna delle 49 famiglie censite.

domenica 29 gennaio 2017

La primavera vocazionale delle clarisse di Kamonyi, guidate da una badessa italiana

Mentre moltissimi monasteri di clausura italiani si devono misurare con il continuo calo delle vocazioni, tanto che le comunità monastiche sono composte, in prevalenza, da suore di età piuttosto avanzata, qui in Rwanda è un fiorire di vocazioni monastiche tra le giovani rwandesi. Ne abbiamo avuto conferma visitando il Monastero delle Clarisse di Kamonyi, a pochi kilometri da Kigali sulla strada per Butare, dove ci siamo recati per ritirare un piviale confezionato nella sartoria liturgica conventuale. Con grande sorpresa abbiamo saputo dalla suora rwandese che ci ha fatto la consegna, che la loro madre badessa era italiana e ben volentieri avrebbe scambiato qualche parole con noi.
Suor Giuseppina a Nyinawimana
Di li a poco si è presentata dietro la grata, per la verità  a riquadri molto ampi, una sorridente suora  dall’aspetto e dalle movenze che ne denotavano una certa giovanile energia nonostante un’apparente età oltre la cinquantina: è suor Chiara Giuseppina Garbugli, originaria di Urbino. Ci racconta della sua esperienza rwandese non prima di essersi informata sulla situazione delle aree terremotate; in convento le notizie che arrivano, non essendoci né radio né televisione,  sono solo quelle portate dai fedeli  o dal sacerdote che quotidianamente celebra la santa messa. Suor Giuseppina è da oltre trenta anni in Rwanda, da quando agli inizi degli anni ottanta fu inviata qui dalla sua comunità di Assisi, unitamente a una consorella, suor Miriam,  per dar vita a una comunità di clarisse, che a partire dall’agosto 1985 prende  possesso del bel monastero di Kamonyi . Oltre trenta anni lontano dall’Italia, salvo un unico ritorno nel 1994,   all’indomani della guerra civile che la costrinse ad una precipitosa fuga, salvo poi tornare, dopo  un paio  d’anni, per riavviare il convento che, pur saccheggiato di tutto quanto era asportabile,  era stato risparmiato almeno nelle sue strutture dalle distruzioni della guerra. Grazie all’aiuto di tanti benefattori, primo fra tutti papà Lino, il bresciano Lino Corti che per anni trascorse qui diversi mesi all’anno a prestare la sua opera di manutentore universale, suor Giuseppina  è riuscita a  a riavviare il convento riunendo  la comunità dispersa dalla guerra.  Da lì si riaperta una nuova stagione di fruttuosa  semina  se oggi sono ben 45 le suore presenti in convento. Non sono le uniche vocazioni nate in questi anni, perché man mano che la comunità cresceva, veniva data vita ad un’altra comunità dapprima in Rwanda e poi una nel Burkina Faso, che con il tempo si sono date una articolazione autonoma. Una nuova comunità sarà presto attiva a Nyinawimana, su una delle colline rwandesi che i nostri lettori ben conoscono per gli interventi che lì sono stati fatti dall’Ass. Kwizera.Ben 7 sorelle sono state invece inviate in Italia, al seguito della consorella delle origini, suor Miriam, che presiede  una comunità monastica con altrettante consorelle italiane, a Matelica nelle Marche in un convento voluto a suo tempo da un  cittadino matelicano illustre, il fondatore dell’ENI Enrico Mattei.

mercoledì 25 gennaio 2017

Parte la Missione 2017 dell'ass. Kwizera in Rwanda

Parte domani giovedì 26 gennaio  la Missione 2017 dell’Associazione Kwizera onlus verso il Rwanda, dove l’associazione opera da 15 anni a favore delle popolazioni locali. Per quindici giorni, il rientro è previsto il 10 febbraio,  saranno valutati sul campo i diversi programmi in corso nelle diverse parrocchie della diocesi di Byumba; a tal fine si incontreranno i referenti locali, mentre lunedì trenta a Byumba è programmata una riunione con tutti i parroci della diocesi. In particolare sono già fissati alcuni appuntamenti come quello del 2 febbraio a Kiruri, dove verrà inaugurata una sala polivalente del locale campus scolastico, un sopralluogo al villaggio dei batwa di Kibali, l'inaugurazione a Nyagatare di un piccolo allevamento di capre promosso dalla locale parrocchia, la consueta visita all'asilo Carlin di Kagera e la tradizionale santa messa alla chiesa di Bugarama.
Pur rinnovandosi anno dopo anno, l’impegno di Kwizera rimane fermo a quella scelta iniziale di portare l’aiuto, nella misura consentitaci dalla generosità di tanti amici e benefattori, là dove queste persone bisognose vivono. Come ricordato  nella controcopertina del calendario Kwizera 2017, tale scelta trae ispirazione dal  costante magistero pontificio: quello di Benedetto XVI quando, nel  Messaggio per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 2013,  scrive che “prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra, ripetendo con il santo Giovanni Paolo II che «diritto primario dell’uomo è di vivere nella propria patria: diritto che però diventa effettivo solo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all’emigrazione» e di  papa Francesco, quando, nello stesso Messaggio del 2016, chiede che milioni di africani possano “vivere con dignità, anzitutto esercitando il diritto a non emigrare per contribuire allo sviluppo del loro Paese ".
Soprattutto, andare in Africa significa raccogliere l’appello dei vescovi africani quando  esortano la loro gioventù a non lasciarsi attrarre dalle sirene di un inesistente posto di lavoro in occidente, ma ad impegnarsi  nei rispettivi paesi per il futuro del continente.
Per l’Associazione Kwizera, “Aiutiamoli a casa loro”, lungi dall’essere un abusato e strumentale slogan propagandistico, significa dare concretezza a questi auspici, rispondendo innanzitutto a un principio di equità e secondariamente a un efficace utilizzo delle scarse risorse finanziarie disponibili.
Compatibilmente con i collegamenti internet,  confidiamo di poter aggiornare il blog sugli sviluppi della missione. Per seguire la Missione 2017 clicca qui.

sabato 21 gennaio 2017

A Kigali sarà multato chi acquista da venditori ambulanti irregolari

La municipalità di  Kigali si appresta a rendere esecutivo una disposizione che prevede di multare le persone che acquistano merci da venditori ambulanti.
Alla luce di una disposizione della legge del maggio 2015 sul commercio illegale si prevede una multa di 12 dollari per i trasgressori, venditori e acquirenti. Fino ad oggi erano puniti i soli venditori; da qui in avanti al venditore sarà confiscata anche la merce.
Le autorità municipali sostengono che il commercio di strada senza regole mina lo sviluppo del business, la salute e la sicurezza e la crescita economica del paese. Per questo i venditori ambulanti sono chiamati ad associarsi in cooperative per sviluppare le loro attività in maniera regolare con il conseguente versamento delle tasse sui loro commerci.

sabato 14 gennaio 2017

Immigrati, quelle dimenticanze del segretario della CEI

Proponiamo l'approfondimento  video settimanale di Riccardo Cascioli, direttore del quotidiano cattolico on line, La Bussola quotidiana, sul problema dei migranti  anche alla luce di recenti annunci governativi  circa l'assunzione di provvedimenti per coniugare accoglienza degli aventi diritto e rimpatrio per tutti gli altri. A tali annunci ha fatto seguito un intervento  del segretario della CEI, monsignor Nunzio Galantino, in cui viene delineata  la  linea della Conferenza episcopale italiana sul tema immigrati. Opinioni e giudizi su cui Cascioli interviene sottolineando due aspetti non secondari: il danno che queste migrazioni provocano anche ai paesi d'origine come più volte sottolineato anche dai vescovi africani e, soprattutto, il vero compito che la Chiesa ha anche nell'accoglienza degli immigrati: annunciare Cristo.

venerdì 13 gennaio 2017

Firmato accordo tra Carabinieri e Polizia rwandese

Il generale Gasana sottoscrive il protocollo d'intesa
E' stato sottoscritto ieri a Roma, presso il comando generale dell’Arma dei Carabinieri, dall comandante generale Tullio Del Sette e dall’ispettore generale della polizia nazionale del Rwanda Emmanuel K.Gasana un protocollo d’intesa finalizzato a incrementare la collaborazione tra la polizia nazionale del Rwanda e i carabinieri nel campo dell’addestramento. L’accordo è inoltre finalizzato a stabilire un quadro globale di cooperazione in relazione ai compiti istituzionali delle due polizie, con particolare riferimento alle operazioni di supporto della pace, al contrasto dei crimini ambientali, al contrasto al terrorismo, alla sicurezza stradale, alla gestione dell’ordine pubblico.
Il  protocollo rappresenta il primo sviluppo del meeting che si è svolto a Kampala il 1 novembre 2016 tra il comandante generale dei carabinieri e l’Organizzazione per la Cooperazione dei Capi delle Polizie dell’Africa dell’Est, consesso attualmente presieduto dal generale Gasana. L’accordo è anche il primo sottoscritto tra l’Italia e il Rwanda nel campo della Difesa e della Sicurezza.


mercoledì 11 gennaio 2017

Da Nyagahanga rinnovato impegno di Stato e Chiesa a favore della famiglia

Dalle traduzioni dei tweet (fornite cortesemente da madame Pascasie), apparsi sul sito del Ministero del Gender e della Famiglia, che hanno accompagnato la Festa della famiglia che si è tenuta venerdì scorso a Nyagahanga, si possono apprezzare appieno le chiare prese di posizione del ministro del Gender e della promozione della  Famiglia, Esperance Nyirasafari a favore dell'istituto familiare in tutti i suoi variegati aspetti. Infatti, nei suoi tweet il ministro ha riaffermato l'impegno del governo a favore dello sviluppo e della difesa della famiglia, riconoscendo appieno l'opera portata avanti dalla Chiesa cattolica e dai suoi partners su questo fronte e riconfermando la collaborazione tra autorità civili ed ecclesiastiche per il benessere della famiglia. Il ministro ha poi sottolineato come " il v​egliare sulla famiglia e sostenerla è una delle risoluzioni prese in occasione della Convenzione per il dialogo nazionale", auspicando altresì che  la famiglia possa essere luogo di pace, d'intesa reciproca e collaborazione per una crescita nello sviluppo e nella sicurezza.
Famiglie del  Progetto Mikan si scambiano una capra
Parole che archiviano definitivamente l'infelice uscita di quel ministro che, in una pubblica assemblea, aveva voluto zittire il vescovo di Byumba che aveva richiamato l'attenzione dei presenti proprio sulla necessità di vigilare sulla sicurezza all'interno delle famiglie. Una giornata dunque, quella di Nyagahanga, che riconferma la centralità della famiglia  nelle politiche delle autorità civili  e nella pastorale dei responasbili ecclesiastici e certifica, semmai ne ce ne fosse bisogno, l'impegno pastorale di mons Servilien Nzakamwita e dei suoi sacerdoti a favore di una pastorale familiare attenta ai bisogni morali e materiali delle coppie.

lunedì 9 gennaio 2017

Rientrata oggi in Rwanda la salma di Kigeli V

E' rientrata oggi in Rwanda la salma dell'ultimo re rwandese, Kigeli V, morto il 16 ottobre scorso negli Usa, dove viveva dal 1992. Non si conosce ancora il luogo in cui verrà sepolto, anche se molto probabilmente sarà scelta l'antica città reale di Nyanza. Per conoscere la sua lunga storia, a partire  dal momento in cui lasciò il Rwanda il 2 ottobre del 1961,  si può leggere questo nostro post del 20 ottobre scorso  (clicca qui), pubblicato  in occasione dell'annuncio della sua morte.

sabato 7 gennaio 2017

A Nyagahanga, Vescovo e Ministro festeggiano la famiglia

Mons. Servilien e il parroco accolgono il ministro  
Progetto Mikan: la consegna delle capre a un nuovo gruppo
L'intervento del ministro, signora Esperance Nyirasafari
Grande giornata dedicata alla famiglia quella che si è celebrata ieri a Nyagahanga, dove si sono dati appuntamento  i sacerdoti della diocesi di Byumba con il vescovo, mons Servilien Nzakamwita. La giornata, che ha   visto una  grande  partecipazione di fedeli raccolti sulla spianata del campo sportivo parrocchiale, è stata onorata dalla presenza del ministro della famiglia, Esperance Nyirasafari, che ha potuto toccare con mano il grande impegno pastorale che da sempre connota la Chiesa rwandese  sul fronte della famiglia.Nell'occasione ha trovato spazio anche la cerimonia di consegna, nell'ambito del Progetto Mikan, delle capre a un nuovo gruppo parrocchiale: testimonianza del ruolo che questo progetto ha assunto come strumento a supporto della pastorale familiare nell'ambito delle parrocchie della diocesi di Byumba. Ad oggi sono 4.250 le famiglie coinvolte nel progetto a partire dal 2009. La giornata di Nyagahanga ha riconfermato l'unità d'intenti sul fronte della famiglia tra autorità religiose e civili, superando l'improvvido attacco mosso, in occasione del recente National Dialogue Council ( la conferenza annuale di dialogo nazionale),  da un ministro di secondo piano del governo rwandese allo stesso vescovo di Byumba. In quella sede, a fronte di un intervento di mons Servilien, richiamante rischi di possibili violenze in seno ai nuclei familiari, l'incauto ministro aveva disconosciuto  al vescovo titolo per intervenire sui problemi della famiglia, con la surreale motivazione che, in quanto celibe, non avesse esperienza di problemi familiari. Già in quella sede il ministro della famiglia non aveva però  fatto mancare la propria solidarietà al vescovo.
Qui  di seguito è possibile vedere i tweet apparsi sul sito del Ministero del Gender e della Famiglia a corredo della giornata di Nyagahanga.