"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


giovedì 30 gennaio 2025

Anche questa volta si parte dall'asilo Carlin

Accompagnati da don Paolo e da don Cleto, il parroco di Nyagahanga, oggi ci siamo portati a Kagera, un pugno di case nel profondo della campagna ruandese, dove sorge dal lontano 2012 l’asilo Carlin di cui qui trovate tutta la storia. Ad accoglierci le tre maestre, Esperance, Leocodie e Liberata, che da anni prestano qui il loro servizio, alle dipendenze della parrocchia a cui l’associazione Kwizera garantisce la corresponsione dell’intero onere retributivo oltre alle altre spese di gestione dell’asilo. C’era anche il capo della Centrale, la struttura di base su cui si articolano le parrocchie ruandesi, nonché il direttore del vicino Centro scolastico, sotto la cui sorveglianza il nostro asilo si appresta a finire dopo che ne sono stati verificati positivamente i requisiti richiesti dalle autorità civili per strutture del genere. C’erano ovviamente i bambini, circa una settantina, in numero inferiore rispetto al passato, quando superavano il centinaio, in conseguenza dell’apertura in zona di altro centro per l’infanzia.L’incontro è servito a verificare i bisogni della struttura che annualmente necessita di manutenzione: quest’anno è emersa la necessità di dotarsi, su richiesta delle autorità civili, di due servizi igienici per portatori di handicap che provvederemo a realizzare a breve. Va inoltre rifatta la targa con la foto di Carlin, in quanto ormai consunta, e programmare una recinzione della zona giochi per preservare le attrezzature che senza protezione sono soggette ad un veloce deterioramento.Come l’anno scorso, le maestre hanno voluto riservarci un piccolo e simpatico segno di riconoscenza:25 uova, che abbiamo provveduto a consegnare alla cuoca della parrocchia di Mulindi, retta da don Paolo, dove siamo ospiti. Da parte nostra avevamo portato ai bambini dei dolci, che hanno golosamente consumato insieme alla bevanda a base di farina di sorgo che quotidianamente viene loro data a metà mattinata, ed alle maestre l’annuncio di un piccolo aumento del loro stipendio. Rileggendo le cronache del passato sembra il ripetersi delle solite scene, ma a ben pensarci è invece il perpetuarsi di una bella storia di solidarietà che vede la comunità grosina vicina e partecipe alla vita di una realtà lontana  e meno fortunata.

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