Nel supplemento “Greenfiles”, pubblicato all’interno del settimanale Vita e curato dal WWF, viene attribuita a Benedetto XVI ( con tanto di foto a supporto) questa affermazione «La semina di Ogm pretende di assicurare la sicurezza alimentare.Ma rischia di rovinare i piccoli coltivatori e di sopprimere le loro semine tradizionali rendendoli dipendenti dalle società produttrici». Questa frase non è mai stata pronunciata dal Papa ma è, in realtà, contenuta nel documento “ Instrumentum laboris” predisposto per il sinodo dei vescovi africani tenutosi l’anno scorso, come peraltro correttamente riportato nello stesso numero di Vita in un articolo che tratta appunto degli OGM. Ci si chiede che bisogno avesse il WWF di commettere una simile forzatura per sostenere le proprie posizioni, che, visti i metodi usati a sostegno della propria posizione, sembrano più pregiudizialmente ideologiche che scientifiche. La posizione del Santo Padre sullo specifico problema si può tranquillamente ricavare leggendo il cap. 27 della Sua ultima enciclica “Caritas in Veritate” ( anche questo correttamente riportato da Vita) dove, tra l'altro, si trova questa affermazione: ".. potrebbe risultare utile considerare le nuove frontiere che vengono aperte da un corretto impiego delle tecniche di produzione agricola tradizionali e di quelle innovative, supposto che esse siano state dopo adeguata verifica riconosciute opportune, rispettose dell'ambiente e attente alle popolazioni più svantaggiate". L'argomento più che di dispute ideologiche merita, da una parte, tutti gli approfondimenti scientifici necessari per fornire le garanzie sollecitate anche dal Papa e, dall'altra, un approccio aperto alla solidarietà per superare la dipendenza commerciale dalle grandi multinazionali produttrici di OGM, come evidenziato dai vescovi africani nel loro documento.
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