Come ampiamente riferito dai giornali, la Commissione Europea ha dato via libera, dopo quasi 12 anni di studi, alla coltivazione di patate Ogm, cioè geneticamente modificate, sul territorio della comunità. L'argomento è fonte di accese dispute fortemente connotate da pregiudiziali ideologiche che prescindono, spesso, anche da riferimenti scientifici ormai consolidati. L'argomento ha indubbi risvolti, oltre che nel nostro paese, anche e soprattutto in paesi come quelli africani. A tal proposito riproponiamo volentieri due brevi interventi, già segnalati in un nostro precedente post del 21 ottobre 2009 a cui rimandiamo, che tentano di fare luce sull'argomento.
"In Africa le nuove sementi porteranno a una vita migliore?" e "Sementi migliorate per l'Africa, benedizione o maledizione?" in cui viene approfondito l'argomento, evidenziando i pro e i contro delle sementi geneticamente modificate, i rischi che ne potrebbero derivare, gli aspetti di dipendenza che potrebbero vincolare i contadini nei confronti delle multinazionali sementiere, ma anche i vantaggi di cui potrebbe beneficiare l'agricoltura africana. Per leggere i due interventi clicca qui.
In Rwanda, per ora, non si ha notizia di uso di OGM; le autorità sono comunque impegnate nella ricerca di una maggiore produttività dei terreni agricoli promuovendo la diffusione di sementi di qualità che garantiscano maggiori raccolti. In questo programma è stata recentemente inserita anche la fattoria di Nyinawimana cui è stato riconosciuta la qualificata di centro moltiplicatore di sementi di qualità.
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