"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI
giovedì 14 novembre 2024
Consegnate due cisterne: all'asilo di Gatonde ed alla parrocchia di Mulindi
venerdì 8 novembre 2024
Il Rwanda visto dall'Indice Ibrahim della governance africana
Il 23 ottobre è stato presentato a Londra l’Indice Ibrahim della governance africana 2024. Si tratta del rapporto sulle performance e le tendenze della governance nei 54 stati africani, pubblicato ogni due anni dalla Mo Ibrahim Foundation, l’istituto di ricerca creato nel 2006 dal miliardario sudanese Mo Ibrahim con lo scopo di monitorare, valutare e migliorare la gestione della vita politica nel continente africano, intesa come fattore chiave per lo sviluppo e il progresso. L’africanista Anna Bono ne analizza le risultanze in questo articolo apparso su La nuova Bussola quotidiana. Sulla base dei parametri presi in considerazione- sicurezza e stato di diritto; partecipazione, diritti e inclusione; basi delle opportunità economiche; sviluppo umano- il bilancio a livello continentale è sostanzialmente negativo e allarmante. Il progresso della governance in Africa – sostengono infatti – si è fermato nel 2022, a seguito di quattro anni di quasi totale stagnazione, e questo perché la possibilità di miglioramenti sostanziali sia nello sviluppo umano sia nella crescita economica è stata compromessa dal costante deterioramento della sicurezza e della democrazia.
Nella classifica generale, il Rwanda ha ottenuto un punteggio di 58,7 su 100,0 nella valutazione complessiva di governance, classificandosi al 14° posto su 54 in Africa. Punteggi superiori alla media africana (49,3) e superiori alla media regionale dell'Africa orientale (46,8). Dalla scheda Paese, consultabile qui, emergono i principali trend nei diversi comparti presi in esame come illustrati nelle schede di seguito riportate che il Rapporto così sintetizza.
"Tra il 2014 e il 2023, il Rwanda è migliorato in nove delle 16 sottocategorie IIAG. È migliorato in tutte le sottocategorie delle categorie Fondamenti per le opportunità economiche e lo sviluppo umano. È peggiorato in tutte le sottocategorie della categoria Partecipazione, Diritti e Inclusione. Nel 2023 il Rwanda ottiene un punteggio superiore alla media continentale per 12 sottocategorie e si colloca tra i primi dieci per sette delle 16 sottocategorie. Il Rwanda ha un punteggio superiore alla media continentale per 56 dei 96 indicatori IIAG. Il Rwanda è migliorato in 42 dei 96 indicatori tra il 2014 e il 2023, mentre è diminuito in 37. Nessun cambiamento è stato registrato in tre indicatori.* I punteggi finali degli indicatori del Rwanda nel 2023 vanno da 0,0 (Libertà di associazione e riunione) a 100,0 (Leggi sulla Violenza contro le donne)."
sabato 26 ottobre 2024
Molte chiese cattoliche chiuse perchè non a norma
martedì 22 ottobre 2024
Si conclude la missione di Angelo e Franco
Ecco il messaggio che Angelo Bertolucci ha voluto indirizzarci a conclusione della settimana trascorsa in Rwanda, unitamente a Franco Simonini, per ripercorrere i progetti che l'Associazione Kwizera ha realizzato nel corso degli anni. Di seguito riportiamo i link ai resoconti rilasciati nei giorni scorsi per le visite a Mutete, a Cyeza, a Kiruri, a Bungwe ed al Posto di sanità di Mubuga, con un saluto di don Paolo Gahutu agli amici italiani
venerdì 18 ottobre 2024
Continua il reportage di Angelo dal Rwanda
Condividiamo il reportage fatto dall'amico Angelo Bertolucci che unitamente a Franco Simonini, rispettivamente segretario e presidente della vecchia ass. Kwizera di Gallicano (Lu), ha fatto ieri dopo la visita odierna all'asilo Carlin a Kagera
ed oggi dopo la visita all'asilo nido della Casa di Catia e Rina a Rwamiko.
mercoledì 16 ottobre 2024
Il ritorno in Rwanda di Angelo e Franco
L'accoglienza dai Batwa |
lunedì 7 ottobre 2024
In piena attività l'asilo nido della Casa di Catia e Rina
mercoledì 25 settembre 2024
Realtà e prospettive delle relazioni Cina e Africa
Proponiamo questa interessante analisi dell'ISPI sui rapporti Cina-Africa di cui qui di seguito si possono leggere le conclusioni.
"Le
relazioni tra Cina e Africa sono complesse e multidimensionali, caratterizzate
da una cooperazione economica e politica in rapida evoluzione. Da una parte, la
Cina offre un modello alternativo di sviluppo basato su investimenti
infrastrutturali e principi di non ingerenza, attirando l’interesse di molti
paesi africani. Dall’altra, emergono sfide e criticità legate a pratiche
discutibili di alcune aziende cinesi, questioni di debito e una percezione
negativa in alcuni settori della popolazione. Per una proficua cooperazione
futura, è importante che la Cina e i paesi africani promuovano un dialogo
aperto e trasparente per allineare gli interessi e affrontare le preoccupazioni
reciproche, e favoriscano una distribuzione più equa dei benefici degli
investimenti, coinvolgendo le comunità locali. Le relazioni Cina-Africa
sono destinate a rimanere centrali nello scacchiere geopolitico globale.
Affrontando le sfide in modo collaborativo e adottando un approccio
equilibrato, la Cina e i paesi africani possono trasformare questa partnership
in un modello di cooperazione Sud-Sud all’avanguardia, in grado di promuovere
uno sviluppo sostenibile e inclusivo per il continente africano."
lunedì 9 settembre 2024
Luoghi di culto chiusi per il mancato rispetto delle norme di sicurezza
Oltre 5.600 luoghi di culto ritenuti operanti illegalmente, tra cui 100 chiese rupestri, sono stati chiusi lo scorso mese di agosto per il mancato rispetto della legge del 2018 che determina l'organizzazione e il funzionamento delle organizzazioni religiose in Rwanda. I recenti provvedimenti fanno seguito a quelli assunti in passato che avevano portato alla chiusura di oltre 700 strutture religiose. L’ultimo giro di vite, che interessa anche numerose chiese cattoliche, anche di recente realizzazione, discende dalla violazione di una o più delle 10 previsioni della richiamata legge che le organizzazioni religiose devono rispettare. Tra queste vi è la clausola che i pastori devono possedere una laurea in studi religiosi conseguita presso un istituto di istruzione superiore o essere titolari di una laurea con un certificato valido in materie attinenti agli studi religiosi. Inoltre, le strutture fisiche dei luoghi di culto devono rispettare rigidi codici edilizi, tra cui essere strutturalmente solide, dotate di protezione contro i fulmini, avere un parcheggio pavimentato e servizi igienici adeguati, come acqua e servizi igienici, ed essere adeguatamente insonorizzati. Sulla delicata materia era intervenuto, il 14 agosto scorso, anche il presidente Paul Kagame che, in sede di insediamento del nuovo parlamento, aveva sollecitato i nuovi parlamentari a intervenire per porre rimedio a un certo disordine nelle organizzazioni religiose. Sull'argomento merita di essere riportato l'editoriale del filo governativo The New Times del 28 agosto trattava l’argomento in questi termini.
“La recente repressione dei luoghi di culto illegali solleva importanti questioni sull'intersezione tra libertà religiosa e sicurezza pubblica. La proliferazione di istituzioni religiose, in particolare quelle che impiegano pratiche di culto non convenzionali o che operano in luoghi pericolosi, è diventata una preoccupazione urgente. Sebbene il diritto alla libertà religiosa sia un diritto umano fondamentale, non è assoluto. Lo Stato ha il dovere di proteggere i propri cittadini, inclusa la loro sicurezza fisica.
giovedì 29 agosto 2024
Grazie U.S. Grosio
Le maglie juniores |
Le maglie allievi |
sabato 24 agosto 2024
Il Piano quinquennale del nuovo governo ruandese
Verranno creati fino a 1,25 milioni di posti di lavoro produttivi e dignitosi, pari a 250.000 nuovi posti di lavoro all'anno.
OBIETTIVO 3: Aperti al pubblico
Gli investimenti privati raddoppieranno, passando da 2,2 miliardi di dollari nel 2023 a 4,6 miliardi di dollari entro il 2029.
OBIETTIVO 4: Made in Rwanda
Il Rwanda diventerà un polo per prodotti locali di alta qualità che daranno impulso all'economia e creeranno posti di lavoro, grazie a significativi investimenti in agricoltura, produzione e servizi.
OBIETTIVO 5: porre solide basi per l’istruzione
Le iscrizioni alla scuola prescolare passeranno dal 35% al 65%, riaffermando l'impegno del Paese nel promuovere l'istruzione nella prima infanzia come fondamento per l'apprendimento permanente.
Saranno istituiti centri di eccellenza TVET in 8 distretti, offrendo competenze altamente richieste in linea con le esigenze del mercato. Questi centri colmeranno il divario di competenze, fornendo ai ruandesi gli strumenti di cui hanno bisogno per assicurarsi un lavoro e guidare la crescita economica.
OBIETTIVO 7: Sviluppare competenze per il futuro
Saranno dotati di strumenti un milione di programmatori e 500.000 persone saranno formate in competenze ICT avanzate.
OBIETTIVO 8: Assistenza sanitaria di qualità per tutti
L'accesso a un'assistenza sanitaria di qualità sarà incrementato, quadruplicando il numero di operatori sanitari registrati e migliorando i servizi sanitari per madri, bambini e neonati.
OBIETTIVO 9: Intensificare la lotta alla malnutrizione
Saranno intensificati gli sforzi per combattere la malnutrizione, con l'obiettivo di dimezzare i tassi di ritardo della crescita dal 33% al 15%.
OBIETTIVO 10: Accesso universale all’acqua pulita e all’elettricità
Entro il 2029, ogni famiglia, scuola e struttura sanitaria in Rwanda avrà accesso ad acqua pulita, servizi igienici ed elettricità affidabile.
OBIETTIVO 11: Il Rwanda promuove #VisitRwanda
I ricavi del turismo quasi raddoppieranno, affermando il Paese come destinazione di eccellenza per meeting, incentive, conferenze ed esposizioni (MICE), nonché per importanti eventi sportivi.
OBIETTIVO 12: Nessuno escluso, un'unica identità digitale
Sarà introdotto un sistema di identificazione digitale unica, che rivoluzionerà l'accesso ai servizi governativi e renderà più semplice e veloce per i ruandesi interagire con le istituzioni pubbliche.
OBIETTIVO 13: Accesso universale all’e-government
Entro il 2029 tutti i servizi pubblici saranno completamente digitalizzati, migliorando l'erogazione dei servizi e la responsabilità.
OBIETTIVO 14: Abbracciare le partnership
La diplomazia economica e la cooperazione internazionale saranno rafforzate per garantire opportunità commerciali e di investimento e accrescere la visibilità del Rwanda a livello mondiale, favorendo una prosperità condivisa.
martedì 20 agosto 2024
Veramente un seggio permanente per l'Africa nel Consiglio di sicurezza ONU non ha senso?
Intervenendo oggi su La Nuova Bussola Quotidiana, la nota africanista Anna Bono sottopone ad una serrata critica la recente proposta del segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, di riconoscere all’Africa un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza, ritenendola una proposta non realizzabile. Tale riconoscimento origina dal fatto, secondo il segretario ONU, che “Non possiamo accettare che il principale organismo mondiale per la pace e la sicurezza non abbia una voce permanente per un continente di oltre un miliardo di persone, né possiamo accettare che le opinioni dell’Africa siano sottovalutate sulle questioni di pace e sicurezza sia nel continente che nel resto del mondo". La dottoressa Bono contesta a Guterres di “aver scelto di farsi portavoce, come ormai succede quasi sempre, della narrazione che presenta un continente, l’Africa, come eterna vittima di torti che è ora di raddrizzare e di ingiustizie storiche che è tempo di sanare”. Passa quindi a criticare la proposta con motivazione che non ci paiono particolarmente convincenti. Scrive , infatti, “l’Unione Africana da tempo reclama non uno, ma due seggi permanenti per l’Africa e altri due non permanenti oltre ai tre attuali. Il presidente dell’Assemblea generale Onu, Dennis Francis, e altri funzionari Onu hanno accolto con favore le parole di Guterres e la sua proposta, senza fermarsi a riflettere sulle sue premesse e sulle sue conseguenze. Però, se parliamo di continenti, allora anche l’America del Sud non ha un seggio permanente e nemmeno l’Oceania. Ne ha uno l’Asia, ma i 47 stati asiatici è escluso che si ritengano adeguatamente rappresentati al Consiglio di Sicurezza perché il 48°, la Cina, ne è membro permanente. Quanto all’Africa, dando per certo che i suoi 54 paesi non riescano a concordare sull’individuazione di uno che li rappresenti tutti, la scelta potrebbe cadere sull’Unione Africana. Quindi anche l’Unione Europea potrebbe a sua volta reclamare un seggio permanente, cosa che Italia e Paesi Bassi in effetti avevano in passato suggerito.” L’esempio ci pare improprio perché tutti gli altri continenti hanno Paesi che anche singolarmente sono in grado di far valere il proprio peso politico nel consesso internazionale, cosa non riscontrabile tra i Paesi africani che da soli non sono in grado di dare voce ad un continente. L’esempio dell’Unione Europea è addirittura fuorviante: nel Consiglio di Sicurezza è già presente la Francia con diritto di veto, senza dimenticare la Gran Bretagna che pur uscita dall’UE fa pur sempre parte dell’Europa. Da ultimo la Bono paventa che “in questa fase storica caratterizzata da una rivolta contro l’Occidente resa più minacciosa dall’esistenza di un potente fronte interno antioccidentale, aumentare i seggi permanenti significa indebolire l’Occidente che già in Assemblea Generale fa sempre più fatica a difendere i suoi principi e le sue conquiste materiali e morali, dei quali tutto il mondo finora ha beneficiato.” Nel momento in cui l’Occidente sta perdendo terreno in Africa a favore di altri protagonisti, a partire dalla Cina e dalla Russia per arrivare alla Turchia ed ad altri Paesi asiatici, ci pare che ostacolare le aspirazioni dell’Unione Africana a far ingresso nel Consiglio di Sicurezza sia per l’Occidente un ulteriore autogol. Francamente non riusciamo a comprendere perchè l'afro-scetticismo che spesso connota gli interventi sull’Africa della dottoressa Bono si spinga fino al punto di negare all'Unione Africana questa possibilità che consentirebbe ad un intero continente di far arrivare la propria voce al resto del mondo.
giovedì 1 agosto 2024
Rwanda conferma il primato mondiale di donne parlamentari
Le recenti elezioni ruandesi hanno confermato il Rwanda come il paese con il maggior numero di donne parlamentari al mondo, confermando un primato gia' sancito dal rapporto del 2021 intitolato "Donne in Parlamento", pubblicato dall'Unione interparlamentare.Le neo elette nella camera bassa del parlamento ruandese salgono al 63,8% degli eletti, rispetto al 61% della legislatura precedente.Degli 80 componenti della Camera le donne sono infatti 51: oltre alle 24 donne elette nei seggi riservati alle donne parlamentari (elette attraverso un sistema di collegi elettorali), sono state elette al parlamento altre 27 donne che si sono contese i 53 seggi rimanenti. Oltre al 63,8% dei seggi parlamentari del Paese occupati da donne, va ricordato che le donne sono significativamente rappresentate anche a livello di governo con 13 posizioni ministeriali sulle 32 disponibili nell'attuale governo.
mercoledì 31 luglio 2024
Inno alla donna africana
martedì 9 luglio 2024
Finanziamento di 50 milioni di euro dell'Italia al Rwanda per il clima
Il Ministero delle finanze e della pianificazione economica del Rwanda ha reso noto che lunedì 8 luglio è stato sottoscritto un accordo con l'Italia per un finanziamento da 50 milioni di euro erogato tramite il Fondo Italiano per il Clima e gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti (CDP), per rafforzare l'agenda climatica del Rwanda. Secondo il comunicato stampa, di cui peraltro non si trova traccia sul fronte italiano, si inquadra nel Piano Mattei nei confronti dell'Africa, mira a sostenere il Piano d'azione nazionale per il clima del Rwanda e a rafforzare l'agenda politica climatica del Paese, migliorandone la resilienza e la capacità di adattamento all'impatto del riscaldamento globale. Le risorse assegnate saranno rese disponibili al raggiungimento di un pacchetto di riforme politiche e istituzionali che integreranno gli aspetti di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici nel quadro normativo e politico. Non è dato sapere se tra gli interventi che troveranno realizzazione grazie al finanziamento in oggetto troverà spazio la realizzazione del termovalorizzatore di Kigali di cui avevamo trattato in un nostro precedente post.
sabato 29 giugno 2024
Pubblicati gli elenchi dei destinatari del 5x1000 del 2023
Sono stati pubblicati sul sito dell’Agenzia delle entrate sito dell’Agenzia delle entrate gli importi che gli enti che hanno accesso al 5 per mille riceveranno per l'anno 2023. La parte del leone lo hanno fatto le solite organizzazioni, come evidenziato qui di seguito.
Ricordiamo che è sempre possibile destinare il proprio 5x1000 relativo al 2024, seguendo le istruzioni consultabili cliccando qui.
mercoledì 26 giugno 2024
Senza lieto fine la storia di riscatto della giovane Delphine
Delphine NYIRAMINANI |
martedì 4 giugno 2024
Diamo una mano alla piccola Angélique
martedì 14 maggio 2024
Progetto Adozioni: in fase di erogazione la seconda rata
Alcuni dei bambini del Progetto Adozioni |
sabato 27 aprile 2024
Dal turismo e dagli investimenti esteri buone notizie per l'economia ruandese
Aumento delle entrate dal turismo ed aumento degli investimenti dall'estero sono due notizie che denotano il buono stato dell'economia ruandese. Nel 2023, le entrate del turismo del Rwanda sono aumentate del 36% da 445 milioni di dollari nel 2022 per raggiungere 620 milioni di dollari, concorrendo per il 10% al PIL nazionale. La crescita generata da 1,4 milioni di visitatori indica che il settore ha superato i ricavi del 2019, con un tasso di recupero del 124%, archiviando il periodo negativo della pandemia di Covid-19. Oltre al turismo classico attirato dai Parchi dell'Akagera, dei Virunga e del Parco Nazionale Nyungwe, dichiarato Patrimonio dell'Umanità nel 2023, particolare importanza riveste il turismo congressuale del settore MICE (Meetings, Incentives, Conferences and Events) che ha registrato entrate per 95 milioni di dollari nel 2023, da 160 eventi che hanno attirato 65.000 delegati.L'altra notizia positiva per l'economia è che nel 2023 sono arrivati in Rwanda 2,47 miliardi di dollari di investimenti relativi a 513 progetti, in aumento del 50% rispetto a 1,6 miliardi di dollari registrati nel 2022 .Secondo l'ultimo rapporto annuale della RDB, la maggior parte degli investimenti registrati proveniva dall'India e dagli Emirati Arabi Uniti (EAU).Si prevede che gli investimenti registrati genereranno più 40.198 posti di lavoro, la maggior parte dei quali sarà creata nelle attività manifatturiere, agricole, forestali, ittiche e immobiliari.Il rapporto indicava che l'83,4% di tutti gli investimenti, ovvero 2,1 miliardi di dollari, erano diretti alla città di Kigali, seguita dalla provincia orientale, che attirava il 10,6% (262,9 milioni di dollari). L’aumento degli impegni di investimento è attribuito in gran parte al programma Manufacture and Build to Recover (MBRP), un’iniziativa governativa lanciata nel 2022 per incentivare gli investitori nei settori manifatturiero, di trasformazione agricola e dell’edilizia.Il programma mirava a ridurre i costi di creazione delle industrie; sostenere le aziende esistenti che desiderano espandersi e incoraggiare gli investimenti nelle fasi di pianificazione e di implementazione iniziale, per contribuire allo sforzo del Paese di riprendersi dall’impatto del Covid. Per quanto attiene la provenienza degli investitori, quelli provenienti dall'India, la principale fonte di investimenti esteri del Rwanda, hanno investito 175,2 milioni di dollari, pari al 7,1% del totale, mentre quelli degli Emirati Arabi Uniti hanno investito circa 138,2 milioni di dollari, che rappresentano il 5,6%.Gli investimenti provenienti da Germania, Mozambico e Nigeria sono stati rispettivamente di 131,5 milioni di dollari, 117,9 milioni di dollari e 115,2 milioni di dollari, quelli cinesi hanno impegnato 79,1 milioni di dollari, mentre quelli dell’Eritrea e delle Mauritius hanno impegnato rispettivamente 68,7 milioni e 65,3 milioni di dollari.dollari.Gli investitori nazionali hanno assunto impegni di investimento per un valore di 959,5 milioni di dollari, che rappresentano il 38,8% degli investimenti totali registrati nel 2023.
domenica 21 aprile 2024
Nuove regole in arrivo per le ONG operanti in Rwanda
Giovedì scorso l'Assemblea parlamentare ruandese ha adottato all'unanimità in prima lettura un disegno di legge che regolamenta l'operatività delle ONG che intendono operare in Rwanda prevedendo regole stringenti sull'operatività di queste organizzazioni. Il testo, che ha suscitato alcune perplessità tra gli addetti ai lavori, prevede che le organizzazioni abbiano l'obbligo di presentare alle autorità i rapporti di attività e finanziari dell'anno precedente nonché il piano d'azione per l'anno successivo. Si prevede in particolare che i costi operativi non superino il 20% del budget. Misure destinate, secondo il ministro promotore, a contrastare le ONG descritte come “ poco serie ” e “ fuorvianti ” che non adempiono al loro mandato. Il testo dovrà presto tornare in Parlamento per il voto finale.
martedì 9 aprile 2024
Approvato il bilancio 2023 dell'Ass. Kwizera odv
domenica 7 aprile 2024
Il giorno della Memoria
Nel giorno in cui in Rwanda si fa Memoria della immane tragedia che sconvolse il Paese nel 1994. portando ovunque lutti e distruzione, riproponiamo qui di seguito, tratto dal libro Il modello Rwanda, una ricostruzione storica di quel periodo, a partire dal 1990, quando tutto iniziò.
Nell’ottobre del 1990, i fuoriusciti tutsi che vivevano in Uganda, dove erano arrivati a ricoprire anche posti di rilievo nelle forze armate di quel Paese, danno inizio con il Fronte Patriottico del Rwanda all’invasione del nord Paese. Con l’appoggio di Usa e Gran Bretagna, desiderose di scalzare l’influenza francese schierata con il governo ruandese, i ribelli, sotto la guida capace e spregiudicata del giovane Paul Kagame appena rientrato da un’accademia militare statunitense, dopo quasi tre anni di guerriglia riescono a imporre al Governo ruandese un accordo di spartizione del potere (Arusha agosto 1993). L’accordo prevede, tra l’altro, la formazione di un governo di coalizione, un esercito che raggruppi le forze armate delle due parti in campo e l’adozione di principi democratici nella gestione del potere. Le Nazioni Unite inviano 2.800 caschi blu per vigilare sul rispetto degli accordi di pace. Nelle more di dare attuazione a questi accordi, il 6 aprile 1994 l’aereo presidenziale su cui viaggiano, di ritorno da Arusha, il presidente Juvenal Habyarimana e il suo omologo burundese, Cyprien Ntaryamira, verso le ore 20,30, viene abbattuto da ignoti nei pressi dell’aeroporto di Kigali. Le parti in conflitto, appellandosi alla vecchia logica del cui prodest, ancora oggi dopo inchieste interne e della magistratura francese, si rimbalzano la responsabilità di quella che unanimemente è ritenuta la causa scatenante della tragedia ruandese. E’ l’inizio della carneficina: gli squadroni della morte hutu si scatenano contro i tutsi, il Fronte Patriottico Ruandese-FPR lancia l’offensiva definitiva, il mondo resta a guardare. L’Onu ritira i suoi uomini, mentre gli americani non mandano una forza di peacekeeping, così che i loro alleati possano portare a termine la conquista del potere. Per ammissione dello stesso presidente statunitense dell’epoca, Bill Clinton, con l’invio di ventimila soldati in loco, forse si sarebbero potute salvare fino a 400 mila vite. In realtà, ricerche storiche indipendenti hanno evidenziato come il ritiro delle forze del MINUAR e il mancato invio di nuovi contingenti, in grado di fermare i massacri, fossero frutto dell’esplicita richiesta di Kagame che non ci fosse alcuna interferenza esterna fino a quando non avesse conquistato il potere. Il FPR può così portare a termine la marcia verso la conquista del potere iniziata nel 1990, partendo dall’Uganda.
sabato 30 marzo 2024
martedì 5 marzo 2024
Conosci altre realtà africane e apprezzi i progressi del Rwanda
Abituati alla situazione ruandese che negli anni ha evidenziato progressi significativi nel superamento dei livelli di povertà estremi, per non parlare dei livelli di scolarizzazione raggiunti con il parallelo contrasto e sradicamento dell'analfabetismo, e del livello di un'assistenza sanitaria diffusa, colpisce sentir parlare questi testimoni di situazioni in cui tali conquiste sono di là da venire. Colpisce, per esempio, che in Mozambico, terra di missione del fidei donum don Filippo, analfabetismo, povertà e fame, mancanza di lavoro e conseguente mancanza di reddito, siano elementi ancora presenti con cui quotidianamente si devono misurare quelle comunità. Fenomeno che troviamo anche in altre missioni africane. Dovrebbero quindi essere fieri gli amici ruandesi del percorso fatto in questi anni che li ha portati a lasciarsi alle spalle queste situazioni estreme e pervenire a livelli di vita decisamente più dignitosi, anche nei villaggi della campagna più profonda.
giovedì 22 febbraio 2024
Spigolature ruandesi
Il telefonino ed il rubinetto
Mentre si fa un gran parlare dei progetti di sviluppo per l'Africa, argomento tornato all'ordine del giorno anche grazie alle discussioni nate attorno al Piano Mattei per l'Africa lanciato dal governo italiano, a volte è la quotidianità che ci costringe a misurarci con la realtà. E' quello che ci suggerisce quanto ci è capitato nel nostro primo giorno di missione. Nella capitale Kigali siamo riusciti a farci aggiustare in uno dei laboratori, on the road dove lavorano giovani e bravi tecnici, un telefonino portato dall'Italia che aveva perso il suono dopo qualche settimana dall'acquisto. In compenso nella struttura d'accoglienza, recentemente ammodernata, dove avevamo trascorso la notte i sanitari erano equipaggiati con rubinetteria di scarsa qualità e di pessima installazione: ad oggi nei nostri numerosi viaggi ruandesi non abbiamo mai trovato un rubinetto che non si muovesse. Altrettanto si può dire dell'impiantistica elettrica: le prese sono sempre in posizioni improbabili e per niente funzionali. Ecco, forse il problema dello sviluppo dell'Africa non è tanto di carenza di tecnici informatici, ma di idraulici ed elettricisti.
Kigali città sicura
Che Kigali sia una delle città più sicure al mondo è un dato riconosciuto e sperimentato. Ma quello che ci è capitato ad inizio missione testimonia anche di un senso civico dei suoi cittadini di cui la pulizia della città è uno solo dei tanti indicatori. Avevamo appena risposto nella tasca della nostra sahariana una coppia di chiavi appena duplicate in uno dei tanti negozietto tuttofare che s'incontrano in città, quando, fatti pochi metri, siamo stati avvicinati da dietro da un ragazzo che ci mostrava in una mano una chiave: una delle nostre che era fuoriuscita da un buco che si era creato nella tasca dove erano state riposte. Provate ad immaginare analogo comportamento in una delle nostre città italiane, dove il menefreghismo è elevato a sistema.
mercoledì 21 febbraio 2024
Il piccolo asilo di Gatonde
martedì 13 febbraio 2024
Incontro con i bambini delle Adozioni...e con Alphonse
Al Posto di Sanita' di Mubuga
Tra i batwa di Miyowe
venerdì 9 febbraio 2024
La "parabola" dell'ampollina
Una delle scorse mattine, alla messa delle sette in una parrocchia ruandese, abbiamo assistito ad un piccolo contrattempo al momento dell'offertorio, quando il chierichetto, nel nostro caso una chierichetta, porge al sacerdote le appolline, prima del vino e quindi dell'acqua.La prima anomalia che abbiamo notato è stata quella delle appolline che, invece di essere di vetro trasparente, erano due flaconi di plastica opaca. Successivamente, nel momento in cui il sacerdote riceveva la seconda appollina, quella dell'acqua, c'è stato un momento di imbarazzo da parte del sacerdote stesso che non sembrava affatto convinto del contenuto; infatti, dopo aver versato le prime gocce nel calice si rendeva conto che non si trattava di acqua. A quel punto dopo l'intervento non risolutivo del sacrestano, che si recava in sagrestia con le appolline per verificarne il contenuto, era lo stesso sacerdote che abbandonato l'altare andava a sua volta in sacrestia per curare personalmente il riempimento con i liquidi giusti dei due contenitori.
Il fatto suggerisce una riflessione. Quando si cambiano i contenitori, magari per smania di modernizzazione, è bene accertarsi anche della bontà del contenuto. Coi tempi che corrono la prudenza non e' mai troppa!mercoledì 7 febbraio 2024
Ritorno a Kibali: di nuovo tra i Batwa
Da sempre, dal lontano 2007, quello della visita alla comunità Batwa ( pigmei) di Kibali è una tappa obbligata di ogni missione associativa. Cliccando qui trovi la storia di tutti gli interventi dell'Ass. Kwizera che negli anni di sono susseguiti, tra luci ed ombre, nella comunità dei Batwa di Kibali.
Anche quest'anno abbiamo voluto portare la nostra solidarietà a questa sfortunata comunità che da sempre vive ai margini della società ruandese e che non e' mai riuscita ad affrancarsi da modelli e stili di vita decisamente precari e degradati, non solo materialmente.Questa volta abbiamo trovato quelle persone ancora più incupite, tanto che sono mancate le consuete manifestazioni di gioia, fatte da canti e danze, a cui eravamo stati abituati negli anni passati.Unico dato positivo che abbiamo potuto rilevare è stato il ripristino, da parte delle autorità civili, della figura di una sorta di responsabile del villaggio nella stessa persona che vi prestava servizio in passato. Una figura che almeno riesce a garantire un minimo di ordine nella vita comunitaria. In un simile contesto ci rendiamo conto essere piccola cosa il sacco di 5 kg di fagioli ed un altro con altrettanti di farina di mais che abbiamo lasciato a ciascuna delle 54 famiglia che compongono la comunità, oltre alle 16 madri singole presenti nella stessa.martedì 6 febbraio 2024
Inaugurato l'asilo nido nella Casa di Catia e Rina
Oggi coroniamo un percorso iniziato nel 2020, quando all'indomani delle morte della carissima Catia Asti, tra i fondatori con il marito Angelo Bertolucci dell'Associazione Kwizera, fu deciso di dedicare alla sua memoria questa costruzione.
Inizialmente si pensava di farne una sorta di casa famiglia per le ragazze madri assistite dalle suore della Fraternità del Buon Pastore. Poi a frenare i programmi arrivò il Covid ed il lungo periodo della pandemia che congelò ogni iniziativa. Nel frattempo, nel luglio 22 ci lasciava anche Rina, anche lei con il marito Franco Simonini tra i fondatori di Kwizera; così il suo nome si affiancò a quello di Catia sul frontespizio della Casa.
Anche la destinazione della Casa cambiava: le suore decidevano di farne un nido per i piccoli delle ragazze madri. Così si è arrivati ad oggi in cui celebriamo ufficialmente la nascita di questo nuovo asilo nido dove le suore accolgono una ventina di piccoli che qui trovano un ambiente pienamente confacente alle loro esigenze: dalla vivacità delle pareti fantasiosamente arricchite da disegni, agli arredi a
dimensione di bambino, fino al piccolo parco giochi ricavato sul retro della casa. Qui i bambini trascorrono la giornata, fino alla sera, potendo contare anche su una refezione adeguata.Nei limiti delle proprie disponibilità l'Ass. Kwizera continuerà a sostenere questa iniziativa anche per il futuro.
lunedì 5 febbraio 2024
La Chiesa di Bugarama abbellita da una nuova Via Crucis
domenica 4 febbraio 2024
All'asilo Carlin
lunedì 22 gennaio 2024
Missione 2024 XVII
Inizierà martedì 30 gennaio la Missione Kwizera 2024. Oltre ai consueti appuntamenti con i bambini dell'Asilo Carlin di Kagera e quelli del Progetto Adozioni, anche quest'anno ci sarà la consueta distribuzione di viveri alle famiglie delle comunità Batwa di Kibali e di Miyowe. Altro appuntamento sarà con gli operatori del Posto di Sanità "Alfredo Pierotti" di Mubuga.Non mancherà la visita al Monastero delle Clarisse di Niynawimana che la nostra Associazione sostiene fin dalla fondazione nel 2019. La Missione 2024 avrà come momento qualificante l'inaugurazione dell'Asilo che le suore della Fraternità del Buon Pastore hanno attivato nei locali della Casa di Catia e Rina nella parrocchia di Rwamiko. La tradizionale santa messa che, come nelle passate missioni, sarà celebrata nella chiesa di Bugarama sarà arricchita dalla consegna della nuova Via Crucis realizzata con maestria dal nostro Bernard.
lunedì 15 gennaio 2024
Il prof. Melazzini lascia l'ospedale Morelli: che fine farà il Progetto Italia-Africa-Italia?
La nomina a direttore generale dell'Ospedale Morelli di Sondalo del prof Mario Melazzini aveva suscitato non poche speranze nella comunità locale in merito al possibile rilancio dell’importante presidio sanitario dell’Alta Valle. Anche la nostra piccola associazione, da anni attiva nel volontariato in Africa, aveva condiviso tale entusiasmo ed aveva , a suo tempo, invitato il Prof Melazzini a trarre da qualche cassetto, dove giaceva da qualche anno, il Progetto Italia-Africa-Italia, Stage professionalizzante per giovani medici africani, Progetto pilota per il Rwanda, da noi presentato nel lontano 2017 e aggiornato nel 2021 (clicca qui). In estrema sintesi si trattava di un Stage professionalizzante in area medica per un numero massimo di trenta giovani medici africani, provenienti dal Rwanda. Lo stage, della durata di sei mesi da tenersi presso la struttura ospedaliera E. Morelli di Sondalo, si proponeva di offrire ai giovani medici neolaureati l’approfondimento a livello pratico, in una struttura ospedaliera di livello, delle nozioni apprese nel corso degli studi in medicina, oltre che l'opportunità di acquisire competenze formative da utilizzare al rientro per la preparazione di personale infermieristico. Il prof Melazzini accolse questo nostro invito riprendendo quel Progetto e rivisitandolo alla luce della sua esperienza e delle specificità del Morelli, trasformandolo in uno Stage professionalizzante per operatori sanitari nella prevenzione, diagnosi e trattamento delle patologie tubercolari, per un numero massimo di venti operatori sanitari provenienti dal Rwanda ( 10 medici, 5 infermieri e 5 tecnici di laboratorio), secondo modalità sintetizzate in allegato. Purtroppo, l’improvviso trasferimento ad altro incarico del prof Melazzini, nell’ambito della Sanità regionale, ha fatto venir meno uno sponsor decisivo per l’attuazione del Progetto che si avvia quindi ad essere definitivamente archiviato. E’ per questo motivo che ci rivolgiamo all'Assessore al Welfare della Regione Lombardia, dott. Guido Bertolaso, medico che conosce profondamente l’Africa per avervi operato, perché possa riprendere questo Progetto che valorizza, per una volta, il nostro Morelli, oltre che prestarsi come qualificante e prezioso contributo della Regione Lombardia nell'ambito del Piano Mattei per l’Africa.