Una delle scorse mattine, alla messa delle sette in una parrocchia ruandese, abbiamo assistito ad un piccolo contrattempo al momento dell'offertorio, quando il chierichetto, nel nostro caso una chierichetta, porge al sacerdote le appolline, prima del vino e quindi dell'acqua.La prima anomalia che abbiamo notato è stata quella delle appolline che, invece di essere di vetro trasparente, erano due flaconi di plastica opaca. Successivamente, nel momento in cui il sacerdote riceveva la seconda appollina, quella dell'acqua, c'è stato un momento di imbarazzo da parte del sacerdote stesso che non sembrava affatto convinto del contenuto; infatti, dopo aver versato le prime gocce nel calice si rendeva conto che non si trattava di acqua. A quel punto dopo l'intervento non risolutivo del sacrestano, che si recava in sagrestia con le appolline per verificarne il contenuto, era lo stesso sacerdote che abbandonato l'altare andava a sua volta in sacrestia per curare personalmente il riempimento con i liquidi giusti dei due contenitori.
Il fatto suggerisce una riflessione. Quando si cambiano i contenitori, magari per smania di modernizzazione, è bene accertarsi anche della bontà del contenuto. Coi tempi che corrono la prudenza non e' mai troppa!
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