Il primo caso di HIV / AIDS in Rwanda è stato segnalato nel lontano 1983. Secondo quanto segnalato in un documento dell’agenzia americana USAID, già tre anni dopo però, con un tasso d'infetti del 17,8 per cento tra le popolazioni urbane e dell’1,3 per cento tra le popolazioni rurali, il Rwanda diventa uno dei paesi africani più colpiti dall'HIV / AIDS. Le violenze perpretate nel corso della guerra civile del 1994 dilatano in maniera sensibile il diffondersi del contagio, tanto che nel 1996 una ricerca svolta sul territorio evidenziava un tasso di infezione del 27 per cento tra la popolazione urbana, del 13 per cento tra la popolazione die centri semi-urbani, e del 6,9 per cento tra la popolazione rurale. Negli anni successivi il fenomeno si è andato attenuando tanto che nel 2005 si calcolava che circa il 3 per cento della popolazione ruandese, in età compresa tra i 15 ei 49 anni, fosse sieropositiva. Nel 2007 sono state poi conteggiati 7.800 morti per Aids. Secondo dati ufficiali del governo rwandese risulta che su un totale di 1.393.018 persone che si sono sottoposte a test nel paese nel 2010, almeno 34.239 sono risultate sieropositive all' HIV / AIDS, con un tasso di sieropositivà stimato in circa il 3,1 per cento, afronte di un 5 per cento rilevato nell'Africa sub sahariana. Circa un terzo delle persone infette si trovano allo stadio di essere sottoposte a cure mediche, di queste attualmente hanno accesso alle cure antiretrovirali, in circa 500 centri diffusi sull’intero territorio nazionale, circa ottantamila persone, in maggioranza adulte, ma anche 6.679 bambini che vivono con l'HIV. Pur in presenza di un numero crescente di persone che hanno accettato di aderire su base volontaria al test HIV/ AIDS esiste ancora una diffusa mancanza di conoscenza del problema in particolare tra le donne in età fertile, anche se proprio la diffusione della conoscenza, unitamente alla promozione dell'astinenza, della fedeltà e del preservativo, è una delle componenti di base della strategia, cosidetta E,A.B,C, messa in atto dalle autorità per prevenire la diffusione del virus .
"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI
sabato 30 aprile 2011
mercoledì 27 aprile 2011
In Rwanda l'aborto è illegale ...per ora
L'aborto in Rwanda è illegale. Capita quindi abbastanza di frequente di leggere sulla stampa locale la notizia di arresti di donne che hanno fatto ricorso a tale pratica. In compenso, nelle farmacie della capitale è però liberamente acquistabile la cosidetta pillola del giorno dopo, dagli indubbi effetti abortivi. Di fronte a un simile scenario - aborto illegale e pratiche abortive del giono dopo pienamente lecite- qualche commentatore locale comincia a sollevare il problema, sottolineando la palese contradditorietà dell'attuale normativa in materia.Non lo fa comunque per chiedere di bloccare la vendita della pillola del giorno dopo, bensì per perorare la liberalizzazione dell'aborto adducendo tutto l'armamentario dei casi lacrimevoli che ci hanno già propugnato i promotori dell'aborto nelle legislazioni occidentali. E' facile prevedere, quindi, che ben presto il dibattito si farà sempre più vivace e approderà nelle sedi legislative competenti, trovandosi di fronte una strada spianata anche dalle sollecitazioni che vengono spesso dalle grandi ONG internazionli , in primis certe agenzie dell'ONU, per cui l'aborto è uno semplice metodo per tenere sotto controllo lo sviluppo demografico nei paesi più poveri.La limitazione del numero di figli per ogni nucleo familiare è un argomento già presente nell'agenda governativa: in aggiunta alla tradizionale formazione familiare in materia di pianificazione delle nascite era stata di recente ipotizzata anche l'introduzione della vasectomia maschile, peraltro subito accantonata a seguito di una certa reazione popolare ( vedi post del 3 e del 13 febbraio scorso e del 27 dicembre). E' lecito quindi chiedersi quanto durerà ancora la vigente normativa in materia di aborto.
lunedì 25 aprile 2011
Ingobyi: l'ambulanza tradizionale dei villaggi
Nelle zone rurali del Rwanda, capita a volte d’incontrare per strada quattro uomini che portano sulle spalle una specie di barella a forma di barca, fatta di materiale vegetale, su cui è riposta una persona, evidentemente bisognosa di cure, che viene trasportata al più vicino centro di sanità o ospedale. Si tratta di un’ambulanza tradizionale, chiamata ingobyi, che continua a svolgere la propria funzione anche dopo l’introduzione delle autoambulanze, per la verità in numero abbastanza limitato e certo non sufficiente per coprire le reali necessità delle popolazioni sparpagliate nei villaggi delle campagne. E’ interessante sapere che l’utilizzo dell’ingobyi è basato su una specie di mutua di base, per cui gli abitanti del villaggio a fronte del versamento di somma annuale di circa 200 Frw maturano il diritto di poter beneficiare del servizio in caso di bisogno; sono altresì previste penali per i morosi e costi per l’utilizzo dell’ambulanza tradizionale per chi non aderisce alla sottoscrizione. Il tutto è gestito da un incaricato di riconosciuta affidabilità. Il trasporto viene curato dai vicini di casa; se qualcuno si rifiuta o, furbescamente, si sottrae all’incombenza, è prevista un’ammenda di 1500 franchi che, in certi posti, può servire per una bevuta a ristoro della fatica di chi ha eseguito il trasporto.
giovedì 21 aprile 2011
Auguri pasquali dal Rwanda
Oggi inizia il Triduo pasquale, che ci fa capire quanto la Pasqua sia importante quando si interiorizzano le ragioni della passione, morte e risurrezione del Nostro Signore Gesù Cristo. La Pasqua è un frutto del dono di Dio del suo Figlio a noi, ma che diventa la nostra pasqua nello spirito del dono di noi stessi a Dio e ai fratelli, nell’accoglienza della volontà di Dio nella semplicità e nell'amore.
Vivere in questo atteggiamento ci porta ad un cambiamento di vita, a un risorgere ad una vita nuova!
A tutti voi che mi avete aiutato a capire questo mistero del dono di voi stessi, che mi avete spinto a viverlo nella nostra situazione in Rwanda in cui tanti figli di Dio in questa terra hanno bisogno dei testimoni di questo “uscire di sè per dargli la speranza di vita”, a tutti voi che incontrandovi sulla mia strada di vita, avete acceso in me la convinzione che la Chiesa diventa Missionaria quando è condivisione e comunione di amore vivo nei fatti, a tutti voi auguro una gioia e serenità di Cristo che si è dato a noi, e che Vive in noi per sempre.
Buona Pasqua a tutti voi.
Abbé Paul Gahutu
Parroco di Nyagahanga – Diocesi di Byumba
Rwanda
Il Nunzio apostolico in visita a Byumba
S.E. Mons. Ivo Scapolo |
Lunedì scorso, il Nunzio apostolico in Rwanda, Mons. Ivo Scapolo ha fatto visita alla diocesi di Byumba per rendere una testimonianza su Papa Giovanni Paolo II, alla vigilia della prossima beatificazione che si terrà il primo maggio. Hanno partecipato all'incontro Mons. Servilien Nzakamwita, vescovo di Byumba, tutto il clero e i religiosi della diocesi, oltre che molti studenti del Politecnico di Byumba. Mons Scapolo si è trattenuto a Byumba anche nella giornata di martedì per celebrare la Santa Messa crismale.
Riportiamo qui di seguito una sintesi, curata da Don Damasceno sul sito della diocesi, della testimonianza resa da Mons. Ivo Scapolo.
mercoledì 20 aprile 2011
Giornata di preghiera per Asia Bibi
Oggi mercoledì, 20 aprile, il mondo intero pregherà per la salvezza di Asia Bibi. una donna cristiana, madre di cinque figli, condannata a morte per blasfemia il 7 novembre scorso in Pakistan. Un tribunale del Punjab ha sentenziato che la donna, una lavoratrice agricola, ha offeso il profeta Maometto. In realtà, Asia Bibi è stata dapprima offesa come “impura” (perché non islamica); poi ha difeso la sua fede cristiana di fronte alle pressioni delle altri lavoranti musulmane. Il marito di una di loro, l’imam locale, ha deciso di lanciare l’accusa e denunciare la donna, che è stata prima picchiata, poi imprigionata e infine, dopo un anno, condannata all'impiccagione.Invano una campagna mondiale ha richiesto la grazia.
Asia Bibi è ancora in prigione in attesa del suo destino, avendo come unica colpa quella di essere cristisna.
Ci uniamo a questa giornata di preghiera.
Per saperne di più leggi qui la sua storia.
martedì 19 aprile 2011
La scomparsa di Fratel François
Fratel François e Don Paolo a Nyinawimana |
E' morto sabato, dopo una lunga malattia, Fratel François Karenzi della comunità dei Fratelli delle scuole cristiane di Kisaro. Una perdità grave per l'intera comunità rwandese perchè Fratel François era un grande esperto di agricoltura che ha fatto molto per il proprio paese. Dalla fattoria di Kisaro, un vero centro di formazione e di sperimentazione agricola, ha messo a disposizione le proprie conoscenze ed esperienze a favore di diverse comunità rwandesi. L'Associazione Kwizera ha avuto l'onore di lavorare con lui nel terrazzamento della collina di Nyinawimana di cui Fratel François ha diretto i lavori. Ancora recentemente, quando il male già l'aveva aggredito, aveva dato la sua assistenza nei lavori di terrazzamento dei terreni nel villaggio batwa di Kibali. Avevamo anche altri progetti che avremmo voluto condurre insieme con lui: si era parlato di curare alcuni piccoli manuali agricoli da diffondere presso i contadini dei villaggi della diocesi di Byumba. Purtroppo il male già si faceva sentire e le forze cominciavano a venirgli meno; il tempo era sempre più spesso assorbito dalle cure e dai ricoveri in ospedale. Non siamo riusciti ad avviare questo progetto che aveva condiviso con interesse, perchè ben interpretava la sua missione di condividere il suo sapere con i suoi fratelli rwandesi: i suoi talenti erano patrimonio di tutti. Ci mancherai Fratel François, anche se siamo certi che sei andato a raccogliere il premio delle tue fatiche terrene nella Casa del Padre e da lassù le tue mille colline ti sembreranno ancora più belle.
Da Cartoline dal Rwanda
Dal blog Cartoline dal Rwanda del duo il Nano e la Mente riprendiamo
Nomi di famiglia kilometrici
In Rwanda i bambini che hanno lo stesso cognome dei genitori sono rari. La maggior parte delle volte il nome di famiglia del bambino viene scelto nel corso di una cerimonia chiamata Kwita Izina, l’ottavo giorno dalla nascita. Durante questa cerimonia i partecipanti, dal piu`giovane al piu`vecchio, scelgono un nome per il bambino. Il giorno dopo il padre stabilirà quello definitivo; questo avrà un significato particolare, legato alla storia famigliare o nazionale, al carattere, all’aspetto fisico… Vari nomi includono Dio( Imana ) in segno di devozione e protezione, altri parole come pace (amahoro) o amore. Risultato? Nomi di famiglia kilometrici! Es: Utakirutimana, Twagiramahoro. Frequenti sono i “Jean De Dieu”, “Dieudonnè” “Dieumerci” oltre ai vari “Habyarimana” o “Kagame” in onore del precedente e attuale presidente. Prendendo spunto dal Kwita Izina, l’ufficio rwandese per la promozione del turismo (ORTPN) organizza ogni anno una cerimonia per dare un nome ai nuovi bebè di gorilla nati.
La jatropha cresce
A un mese dalla semina, le prime piantine di jatropha hanno fatto la loro comparsa nei sacchetti, in attesa di essere poste a dimora nei terreni individuati.
lunedì 18 aprile 2011
Cresce il costo dell'assicurazione sanitaria
Al centro di sanità di Bungwe |
Oltre il novanta per cento della popolazione rwandese è coperta da un’assicurazione sanitaria, introdotta recentemente, che a fronte di un costo annuo di 2000 Frw, di cui la metà a carico dello stato e l’altra metà a carico della persona, garantisce l’accesso a un certo numero di prestazioni : visite mediche al Centro di sanità (pagando un ticket moderatore di circa € 0,25 ), medicine di base per le malattie comuni (malaria, dissenteria, influenza, medicazioni...), trasporto in ambulanza (80% a carico della mutua, ci sono variazioni a seconda delle zone e delle possibilità dei centri), ospedalizzazione per circa 80% (a seconda dei casi e della durata della degenza). Dopo questo primo periodo di sperimentazione, è emersa l’inadeguatezza della quota versata che ha comportato uno sbilancio negativo della gestione. Per questo il governo sta correndo ai ripari aumentando l’importo a carico dei singoli , ritoccando la quota e parametrandola sulla base del reddito degli assistiti. Sono state così definite sei fasce di reddito a cui corrispondono altrettante quote che andranno da 2500 Frw per le fasce più basse fino a 7000 Frw per la fascia delle persone più ricche. L’accesso ai servizi sarà uguale per tutti, a prescindere dalla quota versata. Il problema nasce nelle fasce più deboli della popolazione, solitamente anche caratterizzate da famiglie piuttosto numerose. Poiché la quota da versare è per persona, è evidente che un nucleo familiare con un certo numero di figli si trova a sborsare importi che possono diventare abbastanza significativi: una famiglia con cinque figli si trova a dover sborsare 17.500 Frw, più o meno quanto un contadino può racimolare in un mese lavorando a giornata nei campi per terzi.Di fronte a una simile situazione un ineffabile amministratore locale non ha trovato di meglio che dichiarare a The new Times che va bene che i ricchi paghino più dei poveri, però sarebbe il caso che questi ultimi, i poveri, si convincessere a mettere al mondo meno figli per- testuale- ridurre l'onere per i ricchi.
sabato 16 aprile 2011
Bilancio Kwizera 2010:103 mila euro a progetti in Rwanda
Il bilancio 2010 dell’Associazione Kwizera Onlus ha registrato un buon andamento della raccolta fondi e un conseguente importante trasferimento a favore del Rwanda.In particolare, nel corso dell’anno sono stati raccolti 114.201,99 euro, di cui 7.210,99 provenienti dall’erogazione del 5 x mille 2008.A fronte di tali entrate vi sono costi di funzionamento dell’Associazione per euro 5.271,05 e spese per iniziative di promozione e per il reperimento fondi ( Rivista,calendari ecc) per complessivi euro 7.072,84.Alla luce di tali dati si sono potuti inviare in Rwanda per iniziative di promozione, sviluppo e assistenza 103.701,00 euro, pari al 90,8% dei fondi raccolti.. Le voci più significative degli impieghi effettuati riguardano il progetto adozioni per 32.000 euro, il completamento della scuola di Kiruri per 30.000 euro, gli interventi presso il villaggio batwa di Kibali ( terrazzamenti, manutenzione case ecc) per 12.500, l’aula informatica del Centro sociale di Nyagahanga per 6.000 euro.Il residuo riguarda interventi come il Progetto Mikan, l’asilo di Kagera, attrezzature agricole per la fattoria di Nyinawimana ed altri.
lunedì 11 aprile 2011
L'euro si rafforza sul franco rwandese: cambio a 867,06 Frw per euro
Fonte UIC |
mercoledì 6 aprile 2011
Per non dimenticare
Per non dimenticare, riproponiamo nuovamente tutti gli interventi che, dal 1990 al 2002, Papa Giovanni Paolo II ha svolto sulla tragedia che ha sconvolto il popolo rwandese.
Clicca qui o sulla copertina per accedere al testo.
martedì 5 aprile 2011
Revocata la licenza di telefonia mobile a Rwandatel
Rwandatel, una delle tre compagnie telefoniche attive in Rwanda, ha perso la sua licenza di telefonia mobile per il mancato rispetto di una serie di impegni che si era assunta nei confronti delle autorità di settore.Cesserà quindi di operare nella telefonia mobile a partire da venerdì prossimo, pur mantenedo la licenza di telefonia fissa e Internet. Rwandatel è una controllata all'80 per cento da Green Network, che fa parte della Libia Africa Investment Portfolio (LAP), il restante 20 per cento è posseduto dalla previdenza sociale del Rwanda. La revoca della licenza non è comunque da attribuirsi al fatto che Rwandatel fosse posseduta dalla Libia, ma al richiamato mancato rispetto di alcuni obblighi contrattuali già da tempo contestati dalle competenti autorità rwandesi.
Rwandatel con i suoi 535.710 abbonati era l'ultima delle tre compagnie operanti in Rwanda, dopo MTN con 2,3 milioni di utenti e l'ultima arrivata, Tigo, con 685 mila utenti.
lunedì 4 aprile 2011
Avviato il progetto agricolo presso i batwa di Kibali
I nuovi terreni agricoli ricavati nel villaggio batwa |
Ha preso avvio dall’inizio dell’anno il progetto mirante a mettere a coltura i nuovi terrazzamenti, predisposti lo scorso anno, presso il villaggio della comunità batwa di Kibali. Nel primo trimestre l’equipe della fattoria di Nyinawimana, coordinata dall’agronomo Michel Habakurama, ha già provveduto a sensibilizzare le 47 famiglie che vivono nel villaggio per coinvolgerle nel progetto, fornendo loro le nozioni di base per intraprendere la coltivazione dei terreni, a partire dalla semina delle patate e dei fagioli e della messa a dimora di alberi da frutto, previa preparazione e concimazione dei terreni interessati. Al fine di favorire il coinvolgimento di tutti i nuclei familiari della comunità, sono stati costituti, in forma associativa, due gruppi rispettivamente di 31 rappresentanti per altrettante famiglie ( 23 donne e 8 uomini) e di 31 ragazzi. Per ora restano ancora da coinvolgere le restanti 16 famiglie, ancora piuttosto riottose a collaborare in queste forme associative con le altre famiglie. Ognuna delle famiglie coinvolte si è impegnata a fornire un proprio rappresentante per i lavori che si svolgono due volte alla settimana, salvo esigenze particolari che possono richiedere giornate aggiuntive. Le due associazioni si sono dotate anche di una struttura societaria, seppur minima, con l’individuazione di vari responsabili. Il progetto ha dovuto, da subito, fare i conti con la particolare situazione di degrado in cui vive la comunità batwa, dove anche solo procurarsi il cibo sufficiente per vivere diventa un problema, e con la scarsa propensione al lavoro che caratterizza da sempre i batwa, nonché la resistenza al lavoro di gruppo. Con l'impegno di tutti gli attori coinvolti nel progetto, ivi compresi i responsabili civili del luogo, la sfida, seppur estremamente difficile, può comunque essere vinta, ricordando peraltro che agli amici batwa si sta chiedendo un cambiamento culturale per loro di portata veramente storica.
sabato 2 aprile 2011
Partono i lavori della sala parrocchiale di Mutete
Iniziano in questi giorni nella parrocchia di Mutete i lavori di costruzione della nuova sala parrocchiale finanziati in larga parte dall'Associazione Kwizera.La Parrocchia di Mutete, dedicata alla Madonna di Kibeho, era fino 2005 una sottoparrocchia della Parrocchia di Muyanza e si trova nella parte sud della diocesi di Byumba, a meno di 6 kilometri dalla strada asfaltata Kigali-Byumba. Attualmente può contare su due sacerdoti che devono seguire 17.654 Cristiani distribuiti su 4 sottoparrocchie. Dispone della chiesa ma soffre della mancanza delle infrastrutture di base : l’acqua, la luce, locali parrocchiali, a parte due locali adattati ad abitazione dei sacerdoti. Per questo ha presentato un progetto, che l'Associazione Kwizera ha deciso di sostenere, per la realizzazione di una sala parrocchiale di 190 metri quadrati, con una spesa prevista di circa 16.000 euro. Poichè i parrocchiani si sono impegnati ad accollarsi circa un terzo dell'investimento richiesto, l'Associazione Kwizera renderà disponibile l'importo residuo avvalendosi anche dei fondi dell'otto per mille del 2008 che ammontavano a 7210 euro.
venerdì 1 aprile 2011
Albe su Corriere.it
Sul sito del Corriere della sera è comparso nella sezione Viaggi il diario di viaggio in Rwanda degli amici Alessandro e Nicoletta intitolato Albe rwandesi, corredato dalla fotografia della testata del nostro blog.
Buona lettura.
Buona lettura.
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