"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


mercoledì 27 aprile 2011

In Rwanda l'aborto è illegale ...per ora

L'aborto in Rwanda è illegale. Capita quindi abbastanza di frequente di leggere sulla stampa locale la notizia di arresti di donne che hanno fatto ricorso a tale pratica. In compenso, nelle farmacie della capitale è però  liberamente acquistabile la cosidetta pillola del giorno dopo, dagli indubbi effetti abortivi. Di fronte a un simile scenario - aborto illegale e  pratiche abortive del giono dopo pienamente lecite- qualche commentatore locale comincia a sollevare il problema, sottolineando la palese contradditorietà dell'attuale normativa in materia.Non lo fa comunque per chiedere di bloccare la vendita della pillola del giorno dopo, bensì per perorare la liberalizzazione dell'aborto adducendo tutto l'armamentario dei casi lacrimevoli che ci hanno già propugnato i promotori  dell'aborto nelle legislazioni occidentali. E' facile prevedere, quindi, che ben presto il dibattito si farà sempre più vivace e approderà nelle sedi legislative competenti, trovandosi di fronte una strada spianata anche dalle sollecitazioni che vengono spesso dalle grandi ONG internazionli , in primis certe agenzie dell'ONU, per cui l'aborto è uno semplice metodo per tenere sotto controllo  lo sviluppo demografico nei paesi più poveri.La limitazione del numero di figli per ogni nucleo familiare  è un argomento già presente nell'agenda governativa: in aggiunta alla tradizionale formazione familiare in materia di pianificazione delle nascite  era stata di recente ipotizzata anche l'introduzione della vasectomia maschile, peraltro subito accantonata a seguito di una certa reazione popolare ( vedi post del 3 e del 13 febbraio scorso e  del 27 dicembre). E' lecito quindi chiedersi quanto durerà ancora la vigente normativa in materia di aborto. 

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