Una Kigali, che agli inizi degli anni 2000 cerca a fatica di scrollarsi di dosso i fantasmi della tragedia del 1994, fa da sfondo a questa storia costruita attorno al piccolo universo familiare di una famiglia proveniente dalla vicina Tanzania: Angel, cinquantenne, suo marito Pius, professore al Kist, e i loro cinque nipoti. Angel è una donna saggia e sensibile che fa delle splendide torte personalizzate per i suoi clienti. Tutto il romanzo gira attorno ai colloqui che si snodano, davanti a una tazza di the al cardamomo e un piatto di dolcetti, con i suoi vari clienti per cogliere l'ispirazione per personalizzare la torta che andrà ad allietare una festa: da un battesimo a una cresima, da un fidanzamento a un matrimonio e, perfino, un divorzio. E così, tra una glassa di cioccolato e una spolverata di zucchero a velo, Angel ascolta, consola e dispensa consigli che possono anche cambiare la vita ai suoi interlocutori. Sono storie, spesso dolorose, che non possono lasciare indifferenti. Come la storia del capitano Calixste, rapito da ragazzino nei pressi di Ruhengeri e avviato forzosamente alla vita militare, che, segnato interiormente, e forse anche nella testa, dalle campagne miltari vissute nel vicino Kivu, "Eh, le cose che abbiamo fatto laggiù", è alla ricerca di una donna europea che lo porti lontano dal Rwanda. Ma le tragedie non sono solo all'esterno, anche Angel e Pius portano il gravoso fardello di un figlio e una figlia persi tragicamente. L'autrice, la zambiana Gaile Parkin, partendo dal piccolo mondo dei wazungu delle varie organizzazioni internazionali impegnate nelle ricostruzione del paese, che meglio conosce avendone fatto parte per alcuni anni proprio a Kigali dove ha operato nell'assistenza alle donne e ragazze sopravvissute al genocidio, ci offre il quadro di un Rwanda che porta dentro di sè le ferite del suo tragico passato ma anche la grande voglia di riprendersi la propria vita nel segno della speranza.
Africa Social Club: ( ed. Newton Compton), di Gaile Parkin, €14,90.
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