Produrre combustibile ricavandolo dalle piante di moringa, jatropha o dalla palma: questo è l'obiettivo del governo ruandese per limitare la dipendenza energetica del paese dal legname e dal petrolio, anche se alcuni sono scettici, temendo che queste colture sottraggano spazio alle colture alimentari.Finora presso l’IRST ( Istituto rwandese di ricerca scientifica e tecnologica) è stato messo in funzione un impianto che ricava biodiesel dall’olio di palma importato da Goma, nel vicino Congo. Dopo questo primo esperimento i tecnici dellIRST stanno girando il paese per informare le autorità locali, il pubblico e il settore privato sulla coltivazione di colture biodiesel come la soia, la jatropha e la moringa per cercare di affrancarsi dalla dipendenza del costosissimo petrolio che il Rwanda deve importare, e soprattutto trasportare per migliaia di kilometri, dai porti della costa tanzaniana e keniana. Ricordiamo che un litro di diesel costa in Rwanda un euro: più della paga di una giornata di un lavoratore agricolo.
Per questo il governo sta spingendo per la messa a coltura di queste piante, tenendo però conto che il Rwanda con la sua altissima densità abitativa non può certo permettersi di sottrarre terreni alle coltivazioni alimentari come fa l’esteso Brasile che ricava carburanti da produzioni alimentari come la canna da zucchero o la soia. Alla luce di queste preoccupazioni, il Dipartimento delle Foreste sembra privilegiare la jatropha. Infatti, questa pianta che i nostri quattro lettori già conoscono bene, si coltiva in regioni aride e semi-aride come la provincia del Sud e dell'Ovest, dove non entra in competizione con le colture alimentari, dà la sua prima raccolta dopo soli 18 mesi e vive lungo.Inoltre, il suo olio non commestibile è più facile da trasformare in carburante rispetto all’olio di palma. Da ultimo la jatropha si presta benissimo a svolgere un'importante opera di contrasto dell’erosione dei terreni collinari.
Così a maggio a Nyange, nel Distretto di Ngororero nella provincia occidentale, sono state messe a dimora 4.000 piantine di jatropha, chiamata kimaranzara (l'albero che mette fine alla fame), con il Sindaco , Cyprien Nsengimana , che, deciso a farne una priorità, così si esprime: "Ogni famiglia dovrebbe coltivare almeno 100 alberi di jatropha sui propri terreni, mescolati con altre colture e / o ai bordi delle strade».
A Nyagahanga, l'Associazione Kwizera ci sta pensando, anche se sembra di predicare nel deserto.
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