"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


giovedì 1 luglio 2010

Parte il mercato comune della Comunità dell'Africa orientale-EAC

Entra in vigore da oggi , 1 luglio 2010, il mercato comune tra Kenya, Tanzania , Uganda, Burundi e Rwanda, così come stabilito dal protocollo firmato nel novembre scorso dai responsabili dei cinque paesi della Comunità dell’Africa orientale (EAC), come riferito in un nostro precedente post.Dopo la ratifica da parte dei rispettivi parlamenti, il protocollo trova ora  piena attuazione con l’avvio, anche se con qualche inevitabile gradualità, di un autentico mercato unico per 126 milioni di abitanti, dove dovrebbero circolare liberamente uomini, servizi, merci e capitali. E’ finora il primo esempio africano di zona di libero scambio tra paesi appartenenti a una comunità economica regionale. In alcuni settori come quello bancario , assicurativo , dei telefoni cellulari e del trasporto aereo , gli scambi erano già liberi tra alcuni paesi della Comunità . In termini di libera circolazione dei lavoratori, il Rwanda aveva già preso l'iniziativa di eliminare il requisito dei permessi di lavoro per i cittadini dei paesi membri del blocco, beneficiando così dell’ingresso di nuova manodopera professionalizzata, in particolare dal vicino Kenya che si appresta a diventare la locomotiva della comunità. Dal Kenya sono arrivati in Rwanda anche diversi nuovi investitori attratti dalle favorevoli condizioni create dalle autorità rwandese per quanto concerne l’avvio di nuove imprese. La sfida che attende i cinque paesi dell'EAC è indubbiamente impegnativa e vedremo alla prova dei fatti se le risposte che verranno dal mercato saranno positive. I protagonisti di questo importante passo sono però convinti di poter conseguire un’effettiva integrazione economica dei rispettivi paesi, tanto che già si sta studiando la creazione di una unione monetaria in Africa Orientale, a partire ufficialmente dal 2012 o, più realisticamente, dal 2016. Se questa sfida sarà vinta, qualcuno già accarezza un altro ben più impegnativo obbiettivo di lungo periodo: la  federazione tra i paesi dell'EAC.

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