"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 30 luglio 2010

Lettera a un neolaureato rwandese

Caro amico,
finalmente hai coronato il sogno tuo e dei tuoi genitori e hai conseguito l'agognata laurea. Ora davanti a te si spalanca la vita. Per cominciare, sarà necessario pensare a mettere a frutto quanto hai appreso nelle aule dell'università e cercare un lavoro che ti consenta di dare concretezza al sogno che condividi con quella compagna di studi con la quale tante volte hai discorso del futuro insieme. Costituire una famiglia, avere una tua dimora, mettere al mondo dei figli dando loro una vita dignitosa.Cercare un lavoro? Più facile a dirsi che a farsi. E' la medesima cosa che dice il tuo giovane coetaneo italiano neolaureato in informatica, con alle spalle 18 anni di studio ( 5 alle elementari,3 alle scuole medie,5 al liceo e 5 (3+2) all'università) che appena conseguita la laurea si è sottoposto ad alcuni colloqui di lavoro per trovare un impiego. Purtroppo, forse anche causa la crisi economica che sta interessando un po' tutto il mondo, non ha avuto la fortuna di trovare un impiego, neppure a tempo determinato. Si è dovuto accontentare di uno stage presso una banca per un compenso di 700 euro mensili. Tieni conto che il vicino di scrivania con cui lavora, dipendente a tempo indeterminato con titoli di studio inferiori, percepisce almeno 500 euro in più con tutti i benefit aggiuntivi ( pensione, buoni pasto, mutua).
Per darti un'idea un professore laureato che insegna nelle scuole medie superiori percepisce uno stipendio netto di circa 1.500 euro.Il giovane neolaureto italiano spera che alla fine del periodo di stage, abbia avuto modo di dimostrare le proprie capacità e gli venga quindi offerta la possibilità di avere un contratto a tempo determinato che dopo un paio d'anni si potrà trasformare in un contratto a tempo indeterminato; a quel punto potrà dire di essersi sistemato.
Perchè ti dico tutto questo?
Perché ho appreso che l'offerta di una borsa di studio annuale di 750.000 Franchi rwandesi ( pari a più della metà dello stipendio annuo di un professore del tuo paese) che ti è stata offerta da una Onlus italiana, per usufruire delle tue prestazioni nel campo specifico dei tuoi studi, non ha incontrato il tuo interesse. Forse non hai ritenuto la cifra adeguata per una collaborazione che ti avrebbe visto impegnato nella gestione di progetti sul territorio, applicando le tue conoscenze professionali e acquisendo preziose esperienze confrontandoti con i volontari stranieri: uno scambio di conoscenze significative sicuramente utili per i tuoi impegni lavorativi futuri. Ti confesso candidamente che faccio fatica a comprendere questa tua scelta. Ritieni forse che non siano adeguatamente riconosciuti i tuoi studi? Che il lavoro che ti è proposto non sia consono allo status di neo laureato, in quanto rivolto verso i tuoi connazionali più bisognosi? Sei sicuro che i tuoi genitori, che con sacrificio ti hanno permesso di completare i tuoi studi, condividerebbero questa tua scelta? Certo, come per il tuo coetaneo italiano, l’ideale sarebbe di ottenere un posto sicuro e ben remunerato qui ( vicino a casa) e subito. Sai però che ciò non è facilmente possibile né in Italia né in Rwanda. Allora forse è il caso di guardare con occhi diversi quella proposta: potrebbe essere l’inizio di un cammino professionale dove cominci a misurarti con le tue conoscenze sul campo, lavorando per la tua gente, con un riconoscimento economico tutt’altro che disprezzabile.
Un caro saluto.
Il tuo amico muzungu.

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