"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


mercoledì 31 agosto 2011

Inizia l'estrazione del gas metano dal lago Kivu

Impianto a Gisenyi
Il Rwanda ha inaugurato la settimana scorsa la prima centrale di estrazione del gas metano dal lago Kivu. L’attività di sfruttamento delle immense riserve del lago   ha avuto corso dopo che è stato raggiunto un accordo con la vicina  Repubblica democratica del Congo avente sovranità su gran parte del lago che si colloca tra i due stati. La centrale di pompaggio appena inaugurata si trova a Karongi e avrà una capacità 25 MW ed è frutto di un investimento della società americana ContourGlobal e del sostegno finanziario della Banca africana di sviluppo (ADB), dell’Emerging Africa Infrastructure Fund (EAIF) e della banca di sviluppo imprenditoriale dei Paesi Bassi (FMO).L’investimento globale previsto è di 142 milioni di dollari. La produzione a regime di energia elettrica, di cui le cronache non fanno minimamente capire quando e come  avrà luogo,  dovrebbe consentire d’integrare l’attuale produzione proveniente in gran parte da centrali idroelettriche, oltre che da una poco più che simbolica produzione da energia solare ed eolica. Il 90% delle esigenze di energia sono ancora soddisfatte con la legna da ardere, con gravi conseguenze sul territorio sottoposto a forti azioni di disboscamento. Secondo dati ufficiali disponibili attualmente l’80% dell’energia elettrica prodotta in Rwunda, pari complessivamente a 68,4 MW,  viene consumata dalla capitale Kigali e dal suo circondario, a fronte di una popolazione residente ammontante a circa il 10% della popolazione; il rimanente 20% dell’energia è consumato dalle altre città del paese, con una quota residua minimale che arriva in qualche villaggio. La solita fotografia di un paese a due velocità: Kigali e il resto del territorio.

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