Impianto a Gisenyi |
Il Rwanda
ha inaugurato la settimana scorsa la prima centrale di estrazione del gas
metano dal lago Kivu. L’attività di sfruttamento delle immense riserve del lago
ha avuto corso dopo che è stato
raggiunto un accordo con la vicina
Repubblica democratica del Congo avente sovranità su gran parte del lago
che si colloca tra i due stati. La centrale di pompaggio appena inaugurata si
trova a Karongi e avrà una capacità 25 MW ed è frutto di un investimento della
società americana ContourGlobal e del sostegno finanziario della Banca africana
di sviluppo (ADB), dell’Emerging Africa Infrastructure Fund (EAIF) e della
banca di sviluppo imprenditoriale dei Paesi Bassi (FMO).L’investimento globale
previsto è di 142 milioni di dollari. La produzione a regime di energia
elettrica, di cui le cronache non fanno minimamente capire quando e come avrà luogo,
dovrebbe consentire d’integrare l’attuale produzione proveniente in gran
parte da centrali idroelettriche, oltre che da una poco più che simbolica
produzione da energia solare ed eolica. Il 90% delle esigenze di energia sono
ancora soddisfatte con la legna da ardere, con gravi conseguenze sul territorio
sottoposto a forti azioni di disboscamento. Secondo dati ufficiali disponibili
attualmente l’80% dell’energia elettrica prodotta in Rwunda, pari
complessivamente a 68,4 MW, viene
consumata dalla capitale Kigali e dal suo circondario, a fronte di una
popolazione residente ammontante a circa il 10% della popolazione; il rimanente
20% dell’energia è consumato dalle altre città del paese, con una quota residua
minimale che arriva in qualche villaggio. La solita fotografia di un paese a
due velocità: Kigali e il resto del territorio.
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