Raphael di ritorno dal suo giro a Byumba |
Al più attento dei nostri quattro
lettori non sarà sfuggito che finora non abbiamo parlato della consueta
visita alla comunità batwa di Kibali. La visita, in effetti, c’è stata in
uno dei primissimi giorni del viaggio, ma abbiamo atteso a parlarne per farlo a
mente fredda, avendo lasciato decantare per qualche giorno le prime impressioni
avute nell'occasione. Quella che fino a cinque anni fa era una
tradizionale comunità batwa che viveva in rifugi, che non si potevano neppure
definire delle capanne, essendo fatti di frasche e qualche telo raccattato qua
e là, nel 2008 era passata a vivere in casette in muratura e copertura in
tegole realizzate dall’Associazione Kwizera: una casetta per ognuna della 47
famiglie di cui si componeva quella comunità. Smentendo le negative previsioni
di molti dei nostri amici rwandesi, portatori di quello che è un pregiudizio
negativo che attraversa l’intera società rwandese a tutti i
livelli nei confronti dei batwa, i nuovi inquilini si sono adattati
a vivere nelle nuove costruzioni non ripetendo quanto fatto in una precedente
analoga esperienza quando smantellarono le casette ricevute dalla comunità
protestante, vendendo tutto ciò che era vendibile:
infissi, coperture e altro. Si è andati avanti così per cinque anni,
mentre nel frattempo l’Associazione Kwizera, dopo aver costruito il villaggio,
provvedeva a terrazzare otto ettari di collina, avviando la coltivazione su due
con l’assistenza di un agronomo che formava e seguiva i batwa in questa, per
loro nuova, attività che ha portato al raccolto dei frutti della terra in due
annate agricole ( vedi tutti i post in argomento).
Poi sono sopravvenuti alcuni fatti che
hanno incrinato questo percorso. L’anno scorso imprevedibilmente il
villaggio raddoppia; la comunità protestante, forse per rifarsi del precedente
negativo aveva provveduto, al di fuori di ogni programmazione e coordinamento
con gli interventi in essere da parte di Kwizera, ad affiancare a
ogni casetta un’altra piccola costruzione, non si capisce bene con quale
finalità: non è chiaro se di ripostiglio o di cucina o altro. In presenza di
altre priorità, i batwa si sono visti così aumentare gli spazi abitativi
coperti , già più che sufficienti viste le loro precedenti sistemazioni
abitative, senza un’apparente motivazione. A questo primo intervento
estemporaneo, mentre era stato pianificato l’avvio di un Progetto Mikan che
avrebbe comportato un accompagnamento formativo prima della consegna di una
capra a un primo gruppo di famiglie, se ne è aggiunto un altro: l’improvvisa
consegna da parte di diverse realtà assistenziali (Croce rossa, diocesi, ong
svizzera ecc.) di una vera e propria fattoria ( 80 capre, 5 mucche e 43 pecore,
con ricca documentazione fotografica dell’evento e scarso seguito
nell’accompagnamento dell’intervento. A quel punto la comunità batwa di Kibali
diventava la comunità con la più alta concentrazione di animali pro
capite dell’intero Rwanda, con i disorientati batwa incapaci di
darsi ragione di simile manna piovuta dal cielo. E qui subentrano le
disavventure del nostro simpatico Raphael, già protagonista di nostri
precedenti post, il quale, trovatasi l’imprevista disponibilità di una capra al
di fuori di un preciso progetto d’allevamento, non si è fatto troppe domande
sul futuro utilizzo della stessa e molto concretamente ha pensato bene di
mangiarsela. La cosa sembra non essere stata gradita dalle autorità
che, non conosciamo con quali motivazioni, hanno pensato bene di
comminare al malcapitato Raphael qualche giorno di soggiorno obbligato nella
prigione di Byumba, durante i quali avrà avuto modo di meditare sulle
sofisticate dinamiche che presiedono gli aiuti che arrivano dai
bazungu, arrivando probabilmente a chiedersi se in tutta questa
vicenda sia proprio l’unico colpevole. Alla luce di quanto successo
ben si comprende la pausa di riflessione che l’Associazione Kwizera
intende prendersi per ripensare le modalità in cui si potrebbe concretizzare la
propria assistenza-collaborazione con la comunità batwa di Kibali.
Tutta la storia dell'intervento
dell'Associazione a Kibali la si trova a partire da pag.129 dell'e book Kwizera
Rwanda consultabile nella colonna di destra.
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