Il Senato rwandese ha approvato ieri, due settimane dopo la
Camera, il testo di riforma della controversa legge sulla "ideologia del
genocidio", accusato da diverse parti di prestarsi, per la sua eccessiva
indeterminatezza, a un uso strumentale per limitare la libertà di
espressione.Potrebbe essere questo l’ultimo atto legislativo della legislatura;
all’inizio del prossimo settembre saranno, infatti,rinnovate le due camere
legislative entrate in carica nel 2008.
La nuova legge, che entrerà in vigore dopo la firma del
presidente rwandese e la successiva pubblicazione sulla Gazzetta
Ufficiale, cerca di rispondere alle critiche mosse al precedente testo tentando
di definirne meglio i contenuti e limitando drasticamente la pena abbassandola
da venticinque a nove anni di carcere.In particolare, il nuovo testo "sulla
ideologia di genocidio e crimini correlati" punisce "un atto
intenzionale, commesso in pubblico (...) che può indicare che una
persona è caratterizzata da pensieri fondati su base di etnia, religione,
nazionalità o razza miranti a fomentare il genocidio e / o sostenere il
genocidio "
La nuova legge, generalmente accolta positivamente anche a
livello internazionale, lascia ancora qualche margine di indeterminatezza
specie per quanto attiene il contesto pubblico in cui determinati fatti devono
essere collocati. Infatti, la dizione "in pubblico"cioè - "in
presenza o in un luogo accessibile da più di una persona" è così ampia da
poter comprendere, a detta di diversi osservatori, anche la cerchia
familiare, con tutte le conseguenze del caso. Comunque sia, un piccolo
passo da salutare con favore.
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