"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 30 agosto 2013

Batwa di Kibali: un aggiornamento

In merito al precedente post sulla comunità batwa di Kibali, al nostro rientro in Italia veniamo raggiunti da questo aggiornamento puntuale stilato da un tecnico di fiducia che ha seguito l'intera vicenda.
Delle 47 capre consegnate dalla Croce rossa-Rwanda, una per ognuna delle famiglie presenti nella comunità, rimangono due sole capre con i loro piccoli; le altre sono state mangiate o vendute.Stessa sorte è toccata ai 47 ovini consegnati dalla diocesi di Byumba: è sopravvissuta una sola pecora avendo le rimanenti 46 seguito la stessa sorte della capre. Il giudizio del tecnico è drastico " l'insuccesso che i donatori hanno avuto deriva dall'aver distribuito gli animali senza preparare adeguatamente i destinatari di questi animali e senza prevedere che  la comunità non disponeva del foraggio necessario alla loro alimentazione".
Il tecnico ci conferma che il progetto agricolo promosso dall'associazione Kwizera, che vedeva la coltivazione di 100 are a mais e altre 150 are  di legume diversi è stato duramente colpito dalla siccità particolarmente intensa che ha interessato il Rwanda; le coltivazioni sono state totalmente distrutte. Le due associazioni che la comunità ha formato per seguire questo progetto non hanno però gettato la spugna e si apprestano a dare corso a nuove semine. 
Vedremo se sarà possibile ripartire da qui. Naturalmente tenendo in debito conto l'esperienza toccata al progetto allevamento dove le colpe non erano certo dei soli batwa e, men che meno, del povero Raphael che forse, nel caso specifico, ha scontato  la sua notorietà pagando per tutti.

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