“Educazione cattolica in Rwanda, 50 anni dopo ‘Gravissimum
Educationis’: problematiche, sfide e prospettive” è il titolo dell'incontro svoltosi dal 10 al 12 maggio a Kigali, al
Centro Pastorale San Paolo, con l’obiettivo di approfondire la missione
dell’educazione cattolica nel paese, per rispondere ai segni dei tempi con
competenza e nella consapevolezza della specifica missione educativa nella
società rwandese. L’incontro è stato organizzato dal Segretariato Nazionale
dell’Insegnamento Cattolico (Snec) e dalla Chiesa cattolica e vi hanno preso
parte rappresentanti dalle diverse diocesi del Paese, rettori di istituti
cattolici, direttori di scuole, esponenti di varie confessioni religiose,
studenti, genitori, responsabili di commissioni episcopali, vescovi e il nunzio mons. Luciano Russo. All’ordine
del giorno le sfide dell’etica, la qualità dell’insegnamento, i finanziamenti,
l’uso delle nuove tecnologie e la pastorale nelle scuole.
Necessaria
un’educazione di qualità per lo sviluppo del Paese
I relatori intervenuti hanno sottolineato la necessità di un’educazione di qualità per lo sviluppo socio-economico del Paese in cui particolare importanza riveste l’impegno della Chiesa cattolica. Mons. Philippe Rukamba, vescovo di Butare e presidente della Conferenza episcopale, ha affermato che missione principale di una scuola cattolica è “offrire uno spazio di crescita intellettuale, di formazione professionale e di sviluppo culturale di qualità, alla luce del Vangelo”.
I relatori intervenuti hanno sottolineato la necessità di un’educazione di qualità per lo sviluppo socio-economico del Paese in cui particolare importanza riveste l’impegno della Chiesa cattolica. Mons. Philippe Rukamba, vescovo di Butare e presidente della Conferenza episcopale, ha affermato che missione principale di una scuola cattolica è “offrire uno spazio di crescita intellettuale, di formazione professionale e di sviluppo culturale di qualità, alla luce del Vangelo”.
Libertà
religiosa nelle scuole, assistenza per gli studenti e personale formato
Nelle risoluzioni pubblicate sul portale della Conferenza episcopale ruandese,
viene evidenziata la necessità di garantire la liberà religiosa nelle scuole,
di coinvolgere la Caritas in ogni sede scolastica e di creare collaborazioni
tra le amministrazioni scolastiche e i genitori. Viene richiamata l’attenzione,
poi, sulle minacce delle correnti della postmodernità ed incoraggiata
l’educazione ai valori umani e cristiani, della libertà e dell’amore. Nelle
scuole cattoliche si consiglia inoltre la presenza di operatori pastorali
formati e si chiede di rendere visibili i segni della stessa identità
cattolica. Sulla qualità dell’educazione si raccomanda di rafforzare le
istituzioni pre-primarie, di organizzare servizi di counselling, di consolidare
le cappellanie nelle scuole, di creare istituti tecnici e professionali, di
combattere l’abbandono scolastico sensibilizzando i genitori, accompagnando i
bambini e collaborando con le autorità pubbliche.
Attenzione per
i disagiati e gli indigenti
Tra gli obiettivi di quanti operano nell’educazione anche una migliore
organizzazione dei centri di alfabetizzazione per adulti, la promozione di una
formazione permanente per il personale scolastico e un’attenzione specifica per
i più vulnerabili e i più poveri. Tra le altre raccomandazioni l’invito alle
scuole alla cooperazione e agli scambi, e l’auspicio di una maggiore
collaborazione tra Chiesa e Stato perché vengano approntati strumenti adatti ad
un’educazione inclusiva. Infine nelle scuole cattoliche si prevede il
finanziamento di fondi di solidarietà.
Le scuole nel
Rwanda oggi e l’identità delle scuole cattoliche
Oggi in Rwanda la Chiesa cattolica gestisce o partecipa alla gestione di oltre
la metà di tutte le scuole, con 1.381 scuole frequentate da 1.175.369 allievi e
studenti di cui 770 nelle scuole primarie. C’è da aggiungere anche la gestione
di 9 istituti superiori. Molte infrastrutture dovrebbero essere ammodernate e
sarebbero necessari nuovi edifici scolastici. I partecipanti al colloquio di
Kigali hanno comunque concluso che l’identità di una scuola cattolica deve
essere definita da tre elementi: l’essere un luogo in cui si vive la fede in
Cristo e tutto sia improntato sul Vangelo; l’essere una comunità di vita
condivisa in uno spirito di solidarietà e di comunione fraterna; l’aprire le
porte a tutti, senza esclusione alcuna, e offrire ai più poveri, ai meno
abbienti e ai più disagiati una formazione umana e cristiana.
( da Radio Vaticana)
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