"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


giovedì 19 maggio 2016

Appello dall'Africa: venite a investire da noi

«Se non investiremo in sviluppo e creazione di posti di lavoro, non saremo in grado di mantenere la pace. In Africa si possono creare 7 milioni di posti ogni anno solo sfruttando il 50% dei giacimenti di minerali esistenti, per questo occorrono investimenti e l’Europa deve recuperare il tempo perduto rispetto ad altri concorrenti, a cominciare dalla Cina. L’Italia in questo contesto può essere in prima fila, ha tutte le carte in regola». E' questo il messaggio che Nkosazana Dlamini-Zuma, rappresentante della Commissione dell’Unione Africana, ha portato  alla Conferenza Italia-Africa tenutasi ieri alla Farnesina. 
Da Corsera
In un'intervista al Corriere della sera, l'esponente africana ha sostenuto che è ora di dare concretezza a tante parole che si sprecano sull'Africa:«Basta dialogo, dialogo, dialogo, servono azioni » perchè l’Africa «ha bisogno di investimenti nell’agribusiness, infrastrutture, energia, industria estrattiva, perché ha una popolazione giovane e in crescita che ha bisogno di formazione. E senza diversificazione economica non si riuscirà a creare lavoro». L'Africa ha bisogno di investimenti:«Le infrastrutture sono il punto centrale per un pieno sviluppo. E parlo di tutti i tipi di infrastrutture: acquedotti, aeroporti, strade. L’Europa è indubbiamente in ritardo, almeno rispetto alla Cina, ma è in grado di competere. Il modello cinese è spesso vincente perché è in grado di partecipare alle gare con offerte a basso costo, ma è anche vero che molte compagnie europee non sono interessate a investire da noi, la Ue può fare molto di più».La stessa Italia "sicuramente può giocare un ruolo cruciale e in parte lo sta cominciando a fare. Dobbiamo certamente cooperare di più su alcune priorità, voi avete molte industrie alimentari che possono investire nel nostro continente e avete un calo demografico,  come del resto tutta l’Europa, che può essere compensato in un contesto africano. Avete formazione e esperienze da offrire, dobbiamo lavorare per costruire un modello culturale, politico ed economico di reciproco interesse». In particolare, «l’Africa ha moltissima terra per l’agricoltura che è ancora incolta, che può essere messa a reddito: abbiamo bisogno di moderni sistemi di irrigazione e di modelli industriali di coltivazione, da questo punto di vista possiamo essere molto attrattivi per tutte le industrie europee, e ovviamente anche per quelle italiane che hanno voglia di crescere».

Nessun commento: