«Se non
investiremo in sviluppo e creazione di posti di lavoro, non saremo in grado di
mantenere la pace. In Africa si possono creare 7 milioni di posti ogni anno
solo sfruttando il 50% dei giacimenti di minerali esistenti, per questo
occorrono investimenti e l’Europa deve recuperare il tempo perduto rispetto ad
altri concorrenti, a cominciare dalla Cina. L’Italia in questo contesto può
essere in prima fila, ha tutte le carte in regola». E' questo il messaggio
che Nkosazana Dlamini-Zuma, rappresentante della Commissione
dell’Unione Africana, ha portato alla Conferenza Italia-Africa tenutasi
ieri alla Farnesina.
Da Corsera |
In un'intervista
al Corriere della sera, l'esponente africana ha sostenuto che è ora di dare
concretezza a tante parole che si sprecano sull'Africa:«Basta dialogo, dialogo,
dialogo, servono azioni » perchè l’Africa «ha bisogno di investimenti
nell’agribusiness, infrastrutture, energia, industria estrattiva, perché ha una
popolazione giovane e in crescita che ha bisogno di formazione. E senza
diversificazione economica non si riuscirà a creare lavoro». L'Africa ha
bisogno di investimenti:«Le infrastrutture sono il punto centrale per un pieno
sviluppo. E parlo di tutti i tipi di infrastrutture: acquedotti, aeroporti,
strade. L’Europa è indubbiamente in ritardo, almeno rispetto alla Cina, ma è in
grado di competere. Il modello cinese è spesso vincente perché è in grado di
partecipare alle gare con offerte a basso costo, ma è anche vero che molte
compagnie europee non sono interessate a investire da noi, la Ue può fare molto
di più».La stessa Italia "sicuramente può giocare un ruolo cruciale e
in parte lo sta cominciando a fare. Dobbiamo certamente cooperare di più su
alcune priorità, voi avete molte industrie alimentari che possono investire nel
nostro continente e avete un calo demografico, come del resto tutta
l’Europa, che può essere compensato in un contesto africano. Avete formazione e
esperienze da offrire, dobbiamo lavorare per costruire un modello culturale,
politico ed economico di reciproco interesse». In particolare, «l’Africa
ha moltissima terra per l’agricoltura che è ancora incolta, che può essere
messa a reddito: abbiamo bisogno di moderni sistemi di irrigazione e di modelli
industriali di coltivazione, da questo punto di vista possiamo essere molto
attrattivi per tutte le industrie europee, e ovviamente anche per quelle
italiane che hanno voglia di crescere».
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