Ovunque
nel mondo, l’allevamento della capra è abbinato anche
alla produzione del latte le cui caratteristiche nutrizionali sono
particolarmente apprezzate; infatti, la sua alta assimilabilità e il
basso livello di lattosio lo rende adatto anche per le persone
con problemi di digestione del lattosio, mentre la sua composizione
molto simile al latte umano ne fa un importante surrogato al latte materno
nell'allatamento degli infanti. Non è così in Rwanda, dove le capre locali sono
destinate semplicemente alla macellazione per finire sulle tavole sotto forma
di gustose brochettes, e dove il consumo di latte di capra non rientra tra gli
alimenti tradizionalmente graditi dalla popolazione; anzi, bere latte di capra
è giudicato quasi una vergogna. Per questo le numerosissime capre che si
incontrano nei villaggi sono destinate al mero consumo, essendo di una razza
non lattifera così come richiesto dal mercato locale.Di recente sono state però
introdotte in Rwanda anche razze lattifere da parte dell’Ong americana Heiffer,
con l’intento originario di aiutare gli ammalati di Aids, tenuto
conto dei valori riconosciuti al latte di capra quale integratore della dieta
di questi pazienti. Con un programma molto simile al Progetto Mikan,
questa ong ha promosso una cooperativa, la Cooperativa
Kairu (Cooperativa di allevatori di capre di Rukira), nella
regione orientale, che è arrivata a coinvolgere ben 372 persone. Con l’aumento
degli allevatori inseriti nel programma è andato via via aumentando anche il
consumo del latte di capra, tanto da superare i tabù culturali che
riconoscevano come unico latte quello di mucca, relegando il consumo del latte
di capra ai soggetti dei gruppi sociali più emarginati. Dopo la scoperta che il
latte di capra valeva quello di mucca i più intraprendenti si
sono lanciati nell’allevamento di capre lattifere. Ben presto gli
allevatori si sono accorti che oltre all’autoconsumo, il latte poteva
essere commercializzato e quindi con l’aumento della
domanda, l’allevamento di capre lattifere è stato individuato come un
possibile business anche perché sono cominciate ad arrivare
richieste anche dalla capitale e un litro di latte sconta un prezzo
sul mercato doppio rispetto a quello delle mucche, oltre Frw 300 al litro
contro Frw 150. Rimane il problema di reperimento della nuova
razza di capre e il suo costo, decisamente superiore a quello delle caprette da
carne attualmente diffuse in Rwanda. Ritorneremo in argomento non appena avremo
conferma dai nostri amici rwandesi circa prezzi applicati sui
mercati locali a queste nuove capre ( secondo l'agenzia Syfia si parla di $200
a capo, una cifra quasi dieci volte superiore al prezzo di una capra
autoctona)) che potrebbero essere proficuamente inserite nel Progetto
Mikan promosso dall'Ass. Kwizera nella diocesi di Byumba.
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