Profughi rwandesi 1994 ( foto di S. Salgado) |
Il 20 giugno scorso si è
celebrata la giornata mondiale del rifugiato. La celebrazione si colloca in un
momento particolare per gli oltre 100mila rwandesi che ancora vivono da
rifugiati in diversi paesi africani. Infatti, il prossimo 30 giugno cesserà per
i profughi rwandesi, rimasti in esilio o che hanno dovuto abbandonare il paese
fino al 31 dicembre 1998, lo status di rifugiato politico poiché secondo quanto previsto dalla Convenzione sui rifugiati del 1951 e dall'Organization of African Unity Refugee Convention del 1969 sarebbero venuti meno i presupposti essendosi determinanti cambiamenti durevoli nel rispettivo paese di origine e con la cessazione delle circostanze che hanno portato a suo tempo alla fuga. I fatti del 1994 e le sue conseguenze e i successivi scontri armati
nel nord-ovest del Rwanda nel 1997 e nel 1998 - l'ultima volta che il
paese conobbe la violenza generalizzata – avrebbero prodotto più di 3,5
milioni di rifugiati rwandesi. La maggior parte hanno fatto ritorno in Rwanda,
anche di recente, 12.000 principalmente dalla Repubblica Democratica del Congo. L'Agenzia dell'ONU per i rifugiati (UNCHR) stima però che circa 100.000 rifugiati rwandesi rimangano ancora in esilio. La materia è stata presa in esame in un'apposita riunione ministeriale tenutasi a Pretoria, nell’aprile scorso, cui hanno partecipato le delegazioni del Burundi, Repubblica Democratica del Congo,
Kenya, Malawi, Mozambico, Repubblica del Congo, Rwanda, Sud Africa, Uganda,
Zambia e Zimbabwe. Nella riunione si è preso atto dei progressi nella
promozione del rimpatrio volontario e nel reinserimento dei rifugiati rwandesi, ma si è dovuto anche constatare come non pochi dei rifugiati ancora presenti non abbiano alcuna voglia di rientare nel paese d'origine nonostante le spinte del Rwanda ad agevolare quanto più possibile il rientro dei rifugiati nel paese come segno dell’ormai raggiunta e consolidata pacificazione nazionale. Di fronte però alle resistenze di molti profughi a rientrare in Rwanda nonostante le rassicurazione delle autorità di Kigali, alcuni dei paesi ospitanti hanno confermato la loro disponibili a valutare forme alternative di integrazione per i rifugiati nei paesi di asilo, tra cui la concessione della cittadinanza per naturalizzazione. A questi ultimi le autorità rwandesi, come ultimo gesto per non interrompere totalmente i legami con la madre patria, sarebbero disponibili a concedere il passaporto rwandese.
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