Re Kigeli V |
Ha
seguito successivamente il nuovo corso rwandese guidato da Kagame, con un iniziale ottimismo ben presto soppiantato da un giudizio più critico perché ritiene,
alla luce delle informazioni di cui dispone, che “i frutti della rinascita rwandese siano limitati alla piccola minoranza di Tutsi provenienti
dall’Uganda, lasciando fuori la stragrande maggioranza dei rwandesi, Hutu e
Tutsi, che erano in Rwanda durante il genocidio”.
Il
lungo articolo, ricco di molte informazioni anche inedite, ripercorre tutta la storia
personale del giovane Jean-Baptiste-Ndahindurwa diventato re con il nome di
Kigeli V il 28 luglio 1959,
successivamente costretto a lasciare il Rwanda il 2 ottobre 1961, pochi giorni
dopo le elezioni e pochi mesi prima dell'indipendenza del Rwanda, per
rifugiarsi prima in Tanzania,
successivamente nel 1973 nell’Uganda di Idi Amin che gli diede una casa, quindi
alla caduta del dittatore ugandese, sei anni più tardi, in Kenia. In
quel periodo riversa le sue energie
nella organizzazione di assistenza medica, legale e finanziaria per gli orfani
e rifugiati rwandesi, dedicandosi a "Aiutare il mio popolo." Secondo chi
lo conosce non sembra molto portato per la politica, in cui sembra avere scarsa
rilevanza anche oggi, anche se ogni tanto partecipa a qualche riunione di
dissidenti che "Dovrebbero procedere insieme, agire come un unico gruppo,
condividere una visione, e la ricostruzione del paese per aiutare le persone
che soffrono per mano di un piccolo gruppo di individui".
Il noto
oppositore Paul Rusesabagina sentito dall’autore dell’articolo ritiene
che Kigeli V non abbia le doti e la formazione necessarie per svolgere un ruolo politico: "E
'un uomo molto buono, ma come leader, i rwandesi
non hanno davvero avuto la possibilità di conoscerlo.E' proprio come un leone nobile che non morde."
Ma il
vecchio re più che di questi giudizi, sembra preoccuparsi " che ci sono persone che si comportano ancora come se non avessero imparato
nulla dalle lezioni del passato" e non manca di riaffermare
orgogliosamente il ruolo del monarca: "In Rwanda, un re è visto come un
padre della sua nazione, e per essere un vero padre, devo essere tra i miei
figli senza favorire alcuni su altri. "
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