In questi anni sono state messe in atto da parte delle autorità governative piuttosto che di Ong o gruppi di volontariato diverse forme di sostegno diretto alle famiglie più vulnerabili, in particolare nei villaggi: si pensi all’assegnazione di una mucca ( progetto governativo Girinka) di un maiale piuttosto che di una capra ( Progetto Mikan dell'Ass. Kwizera).Alla prova dei fatti, sembra che l’assegnazione di un maiale sia la forma con il più alto ritorno. Questo è quanto emerge dal programma d’aiuto del governo belga, APEL, che dal 2008 alla fine del 2012 ha distribuito oltre 25000 maiali a più di 16.000 famiglie a cui ha messo a disposizione anche le strutture di ricovero. La redditività di un maiale è raccontata da una vedova inserita nel progetto:”al primo parto, il maiale ha partorito 9 maialini. Ho dato un maiale ad una altra famiglia vulnerabile, come previsto dalle regole del programma, e ho venduto gli altri 8 ricavando 53.000 Frw . Al secondo parto i maialini sono stati 8 e ho ancora dato un porcellino a un’altra famiglia, ne ho tenuto uno per me e venduto i restanti sei per 40.000 Frw.” Naturalmente l’inserimento nel programma ha richiesto un’adeguata formazione sotto la guida di un veterinario.Alla prova dei fatti la prolificità dei maiali e i tempi di gestazione ( tre mesi e tre settimane) e di allattamento ( due mesi) consentono un tasso di moltiplicazione molto alto. L’aumento della domanda della carne di maiale sempre più apprezzata tra i rwandesi offre un importante sbocco commerciale. Non va inoltre dimenticato che il letame dei maiali trova un uso in agricoltura come fertilizzante.Ecco spiegato il successo del programma. Visti i numeri si comprende come l’assegnazione di un maiale sia preferito alla stessa assegnazione di una mucca che richiede maggiori investimenti e tempi più lunghi per avere un ritorno economico. A questo punto presto o tardi anche la capra, animale che riveste un ruolo di rilievo nella cultura rwandese, forse rischia di essere soppiantata dal maiale.
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