Nonostante il Rwanda abbia fatto significativi progressi nella lotta alla corruzione, tanto d’essersi guadagnata da Transparency International un onorevolissimo 50 ° posto, su 176 paesi presi in esame, nell’indice di corruzione percepita (Corruption Perceptions Index-CPI) nel 2012, ( era 102° nel 2008)a fronte del mortificante 72° posto dell’Italia, secondo un’inchiesta dell’agenzia Syfia Grands Lacs la corruzione è ancora molto diffusa ai livelli bassi delle forze dell’ordine, piuttosto che negli uffici pubblici e nelle amministrazioni periferiche. E’ abbastanza normale per evitare una multa per eccesso di velocità, piuttosto che per la mancanza di patente dover allungare all’agente almeno 20 000 RWF (circa 25 euro) per evitare conseguenze più pesanti, tanto che nel 2011, 54 agenti sono stati sanzionati per questi reati. Altrettanto scontato che si debba allungare qualche mazzetta al funzionario pubblico per accelerare l’iter di una pratica burocratica, nonostante sulle porte degli uffici pubblici facciano bella mostra di sé cartelli che invitano a denunciare casi di richieste illecite di denaro, fornendo anche il numero di telefono per la relativa denuncia. Soprattutto le pratiche attinenti l’urbanistica e l’edilizia, visti i tempi, la mole di documentazione da produrre e spesso la discrezionalità di chi deve decidere, sono tra quelle dove la corruzione ha più campo. Anche se quando questi fatti corruttivi vengono scoperti, le case realizzate grazie alla mazzetta versata vengono semplicemente distrutte. Ci sono poi i casi delle gare per appalti pubblici in cui gli imprenditori si lamentano che le loro buste di offerta siano aperte anticipatamente per poter informare i concorrenti che hanno corrotto i funzionari preposti. Nell’inchiesta di Syfia fanno la loro comparsa anche le banche; per ottenere un credito devi oliare il funzionario preposto alla delibera dell’affidamento. Un testimone citato dall’agenzia dice d’aver versato 50.000 Frw per l’ottenimento di un prestito di 7 milioni di Frw. Al di là di quella che è la percezione del livello di corruzione che si ha all’estero, presso gli uomini d’affari, gli analisti e gli esperti universitari, nella quotidianità i fatti di corruzione sono ancora diffusi tanto da far dire ai responsabili internazionali e locali di Transparency International che le priorità devono prevedere una grande trasparenza nelle spese pubbliche e negli appalti pubblici, rendendo le autorità più responsabili verso la popolazione nel render conto del loro operato, oltre che incoraggiare le vittime a denunciare la corruzione e proteggere meglio gli informatori.
2 commenti:
Purtroppo il danaro fa uno strano effetto a chi non è abituato a possederne.
Ricordo che la seconda volta che sono stato in Rwanda, alla partenza regalai 50.000 rwf al boy della casa che mi ospitava. Risultato: il boy è scomparso, i miei amici hanno dovuto cercarne un altro. E non sanno che è colpa mia....
Questo per dire che anche coloro che si fanno corrompere guardano al risultato immediato e non a quello a medio-lungo termine. La situazione è comunque molto diversa da quella dei paesi vicini.
E molto diversa da quella italiana. Per quello che conosco è meglio in Rwanda.
Dare 50.000 Frw, pari 3/4 mesi di stipendio, è stata per lo meno un'imprudente superficialità, che rafforzerà nei rwandesi l'assioma muzungu/amamfaranga.
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