"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


giovedì 17 gennaio 2013

Come tenersi aggiornati su quanto accade in Rwanda

Curare un piccolo blog come questo implica essere continuamente aggiornati su quanto succede in Rwanda.   Per questo quotidianamente diamo una scorsa all'edizione internet del quotidiano  The New Times, ricordandosi che si tratta di un giornale sempre molto allineato e attento a evitare notizie sgradite alle autorità. Analogo taglio ha l'agenzia Rwanda News Agency. Per avere un quadro più ampio si può andare sul sito Africatime che offre una rassegna internazionale delle notizie che riguardano il Rwanda, attinte dalla stampa francofona.Settimanalmente è poi interessante  fare una visita al sito dell'agenzia Syfia Grands Lacs che dedica al Rwanda  inchieste e approfondimenti sempre interessanti su argomenti sociali, politici ed economici.Per  trovare notizie non riprese dalle testate rwandesi e per conoscere le posizioni del variegato mondo dell'opposizione politica fuoriuscita,   bisogna andare su altri siti, molti con base a Bruxelles, come Jambonews che copre l'area dei grandi laghi o il sito Musabyimana,  che si definisce sito di documentazione e informazione socio-politica  sul Rwanda.Tutti questi siti sono in lingua inglese o francese, ma sono accessibili anche a chi fosse totalmente digiuno delle due lingue; sarà, infatti, sufficiente cliccare sul tasto "traduci" del browser per avere  una traduzione automatica  in italiano, non perfetta ma sicuramente comprensibilissima. Discorso a parte va fatto per il sito con dominio francese, Le Prophete, curato da due sacerdoti rwandesi residenti in Europa.Si tratta di un sito di forte critica dell'attuale governance rwandese, molto frequentato e molto commentato, che ha però la particolarità di essere quasi esclusivamente in Kinyarwanda ( la lingua parlata in Rwanda che il computer ancora non traduce in automatico);  solo raramente vi appaiono pezzi o commenti in inglese o francese, come per esempio oggi in cui è stata postata una lettera aperta di P. Rusesabagina a Tony Blair .Questa strana scelta dei curatori potrebbe non dispiacere alle autorità rwandesi, bersaglio degli attacchi del sito,  perchè mantiene l'informazione e il dibattito all'interno del ristretto ambito della comunità  rwandofona. Così difficilmente i pezzi, spesso  veri e propri scoop,  arriveranno sui desk delle redazioni  dei media internazionali  dove, al contrario,    con puntualità ed efficacia, anche grazie al supporto di professionisti della comunicazione, arriverà la voce ufficiale di Kigali.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai dimenticato una fonte, la più attendibile. Contattare persone che in Rwanda ci vivono, ci lavorano, alllevano figli.
Io lo faccio regolarmente. E se mi dicono che i preti che scrivono sul sito francese sono degli infami, subito prendo le distanze, poi poco a poco....vengo coinvolto. Ed oggi non stento a crederlo. Confortato anche dal giudizio di persone di chiesa che riconoscono le colpe del loro boss GP2 in combutta con Mitterand.
Purtroppo quando hai avuto genitori trucidati, nonni trucidati, fratelli trucidati devi essere molto forte per cercare di dimenticare e perdonare. E in molti lo fanno. Ma quei preti sanguinati non si accontentano e continuano ad infierire.
Vergogna a loro!

mbg ha detto...

Naturalmente anche noi abbiamo i nostri amici sul territoio rwandese.Anche se per esperienza sappiamo con quale "prudenza" parlino della loro realtà.Per questo è opportuno attingere alle fonti disponibili, anche sul web, informarsi e cercare di farsi un'idea, sempre facendo buon uso di un minimo di senso critico nel valutare le varie fonti.