Aggirandosi
tra i villaggi, capita spesso di incontrare edifici pubblici tappezzati da
decine di fogli, come riportato nella
foto. Avvicinandosi si scopre che vi sono riportati interminabili elenchi di
nomi. Si tratta dei nomi di coloro che all’esito di un processo di ricognizione catastale compiuto dalle autorità vengono riconosciuti
come titolari dei terreni. Starà ad ognuno verificare che il proprio terreno non risulti intestato ad altri. La nuova
legislazione che ha portato alla definizione dei diritti di proprietà dei
terreni, prevede, tra l’altro, che i proprietari di terreni per una superficie
superiore ai due ettari, siano tenuti a concedere in affitto i terreni oltre
tale limite. La misura tocca da vicino la Chiesa, che nel tempo ha avuto modo
di trovarsi titolare di importanti patrimoni immobiliari in terreni. Evitato il
rischio dell’esproprio, misura
storicamente abbastanza frequente a
tutte le latitudini quando si tratta di beni ecclesiastici, le parrocchie e le
diocesi sono ora attese alla sfida di trasformare tale vincolo in un’importante
opportunità che porti alla promozione di cooperative agricole tra i cristiani
delle comunità parrocchiali a cui affidare in conduzione i terreni in esubero.
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