Incredibile come venti euro, per noi poca cosa ma per loro una
mensilità di un agricoltore, bastino per far felice una famiglia e far si che
la solidarietà passi di casa in casa. Anche l’esperienza vissuta oggi è stata
una lezione di vita che, vista in un contesto occidentale, farebbe sorridere,
ma vissuta sul posto assume una valenza diversa: si capisce il valore di una
semplice capretta per il sostentamento di una famiglia. Come al solito, al
nostro arrivo siamo stati accolti con tutti gli onori; chi poteva, piccolo e adulto,
aveva indossato l’abito delle grandi
occasioni. Mentre le venticinque caprette, pronte per la consegna, erano provvisoriamente affidate alla cura di
altrettanti bambini, le coppie hanno partecipato a un ultimo momento formativo
in cui il responsabile del Progetto, signor Damasceno, ha loro fatto le ultime
raccomandazioni, ripassando la precedente formazione, sulle modalità di gestire
il dono che avrebbero ricevuto. La grande serietà dell’evento, accompagnata
dalla dignità di ogni coppia, da cui peraltro traspariva la trepidazione dell’attesa,
ci ha sbalorditi. Ma la cosa più sorprendente è stata la solidarietà tra le
famiglie che questo progetto include in sé;
concetto più volte richiamato e sottolineato dal parroco di Gituza, don Donat
Nsabimana, e da don Paolo.Si respirava
un’aria di felicità, il tutto accompagnato dalle preghiere e dai soliti
bellisimi canti, in questo caso di ringraziamento e riconoscenza. Grazie
Rwanda, grazie don Paolo, grazie Kwizera. Luca e Mariuccia
"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI
giovedì 2 agosto 2012
Progetto Mikan verso quota mille
Labels:
Missione 2012,
Progetto MIkAN
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