Come
la realizzazione in Rwanda di una semplice sacca scolastica possa spiegare
meglio di tante teorizzazioni il problema dell’incidenza cinese sullo sviluppo
dell’Africa. Volendo realizzare delle sacche scolastiche in tessuto, da distribuire agli scolari di alcune scuole
primarie del nord Rwanda, l’Associazione Kwizera ha approntato un modello, il
più semplice possibile, da realizzare in loco presso due piccoli laboratori
parrocchiali. Nel definire i costi di realizzazione si perveniva a un costo
finale nell’ordine di circa 900 Frw.di cui 850 Frw per materiali e solo 50 Frw per la
manodopera. Naturalmente in tale prezzo non era compreso alcun margine di
guadagno. Certo, acquistando quantitativi più significativi di tessuto e
legacci si sarebbe potuto limare i prezzi anche in maniera significativa, non
certo però per competere con la sacca molto più sofisticata, realizzata in Cina
con materiale artificiale, che in Italia abbiamo trovato su una bancarella a un
euro, comprensivo del giusto guadagno di chi ce lo vendeva, cioè a 750 Frw, al
cambio corrente. Domanda: continuiamo a confezionare le nostre sacche in Rwanda
o ci affidiamo al fornitore cinese?Il dilemma è tutto qui, per chi fa del
volontariato la risposta dovrebbe essere sì; non siamo però certi che lo sia
anche per chi distribuisce le sacche per profitto. Conclusione: le lavoranti
del laboratorio rwandese dovranno quindi tornare a zappare i campi, fino quando
i cinesi arriveranno anche lì, coma peraltro capita nelle grandi costruzioni
promosse direttamente dai cinesi nei vari paesi africani.
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