"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 25 agosto 2009

L'amico twa


Quotidianamente lo si incontra per le strade di Byumba, dove arriva di buon mattino dal vicino villaggio di Kibali. Il suo è uno dei volti che compare più spesso nelle nostre carellate fotografiche; eppure quando vogliamo parlarne scopriamo che di lui sappiamo ben poco, conosciamo neppure il suo nome di battesimo. Per noi è semplicemente "shonge". E' così, infatti, che si rivolge a chiunque incontri nel suo quotidiano peregrinare in città. Shonge=fame è il suo
particolare saluto, accompagnato dalla mano tesa in un gesto d'inconfondibile richiesta d'aiuto. Di fronte al vostro diniego, insisterà un po' ma poi passerà a un nuovo cliente.
La bassa statura, in linea con quella della sua gente, il viso dai tratti molto marcati e sempre atteggiato con dignità al ruolo, un abbigliamento che, per lo spolverino e il sottile bastone, ricorda lontanamente quello di Charlot , fanno di Shonge una specie di simpatica mascotte della mite comunità dei batwa di Kibali, dove vive in una delle 47 case costruite dall'Ass. Kwizera per altrettante famiglie della comunità. Per lui però il richiamo di Byumba è troppo forte; ogni giorno deve fare la sua passeggiata in centro, se poi qualcuno aderisce al suo "shonge", tanto di guadagnato.

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