"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


sabato 22 agosto 2009

Murakose Lake Angels!



Pubblichiamo volentieri questa bella testimonianza di Alessandro, l'esponente dei Lake Angels che ha accompagnato la Missione Kwizera in Rwanda.

I preparativi erano stati più o meno gli stessi di tanti altri viaggi che in questi anni mi hanno portato, insieme a Nicoletta, mia moglie, in diversi paesi del mondo, anche africani. Da turisti abbiamo visto molte cose che ci hanno colpito per bellezza e straordinarietà, abbiamo incontrato diverse persone portatrici delle culture più svariate, abbiamo avuto modo di entrare in contatto con realtà di miseria e povertà. Questa volta, fin dall'inizio, il viaggio si prospettava come qualcosa di diverso; già i compagni di viaggio non erano i soliti vacanzieri spensierati, ma due esponenti del volontariato, Angelo e Franco dell'Associazione Kwizera e la meta un paese che certo non si sceglie per passarvi la solita vacanza, almeno fino a oggi.Andiamo in Rwanda da curiosi e interessati rappresentanti degli amici Lake Angels per verificare sul terreno quanto fatto da Kwizera in tutti questi anni in cui ha beneficiato anche del nostro sostegno finanziario per realizzare diversi progetti di cui avevamo letto e visto le foto.Questa volta c'era anche l'interesse particolare per una realizzazione, l'acquedotto di Kiruri, interamente sostenuto dai Lake Angels, di cui andavamo a presenziare all’inaugurazione prevista dopo una settimana dal nostro arrivo.La prima settimana del viaggio è passata, infatti, a seguire Angelo e Franco alle prese con il delicato lavoro di verifica in loco dello stato delle adozioni: abbiamo incontrato tutti i bambini, uno per uno, inseriti nel programma.

Già in questa fase, il viaggio cominciava a rivelare quello che è stato il suo aspetto caratterizzante: l’incontro con gli altri. Tutti quei volti di bambini, ma anche di persone adulte, che cercavi di ridurre a un’immagine fotografica e quelle storie familiari fissate a una scheda compilata nell’ambito del programma, cominciavano piano, piano a fare breccia, prima nelle conversazioni tra di noi, poi anche più nel profondo: qualche interrogativo cominciava a fare capolino. Si entrava di giorno in giorno nello spirito della missione: andare verso gli altri, fare qualcosa per migliorarne la condizione di vita come appunto poter attingere comodamente nel villaggio un bicchiere di acqua pulita che sostituisse quello, di dubbia potabilità, reperito faticosamente magari a qualche kilometro di distanza.
Mercoledì, è finalmente giunto il gran giorno dell’inaugurazione dell’acquedotto di Kiruri. Mi aspettavo un’opera certo ammodo, secondo la tradizione Kwizera: una captazione alla sorgente, un po’ di condotta e, infine la fontanella pubblica. Quello che ho trovato è andato ben al di là delle aspettative. Si parte dalla captazione dell’acqua da una sorgente sgorgante sui fianchi della collina che viene raccolta in tre grandi vasche, rispettivamente, di 20.000, 15.000 e 10.000 litri e distribuita attraverso oltre 3 km di tubi a 8 fontanelle a cui la popolazione locale, e in particolare gli scolari della scuola, da qui in avanti potranno accedere direttamente.
L’acquedotto è stato portato a termine da un comitato locale, sempre seguito dall’Italia dagli esponenti dell’associazione Kwizera, anche per il tramite prezioso di don Giovanni, parroco di Fosciandora, con risultati veramente ottimi, nel rispetto di tutte le previsioni progettuali e finanziarie.
Le emozioni vissute, unitamente a Nicoletta, in quella giornata, sono state veramente intense e difficilmente descrivibili. Ci ha tentato, nel suo blog Albe rwandesi (in cui troverete un diario di tutto il nostro viaggio), l’altro componente della missione Kwizera, Martino che, nell’occasione, ci aveva raggiunto a Kiruri, dopo che ci aveva accolto all’aeroporto al nostro arrivo, avendoci preceduto in Rwanda di una settimana. Nei giorni successivi l’inaugurazione del “nostro” acquedotto, quello realizzato grazie all’impegno portato avanti in diverse iniziative dai Lake Angels, tra uno spostamento e l’altro, abbiamo avuto modo di vedere le diverse realizzazioni che l’Associazione Kwizera ha portato a termine in questi anni: dalla fattoria di Nyinawimana, al villaggio dei batwa,

al centro parrocchiale di Nyagahanga. Proprio in questo villaggio abbiamo trascorsi gli ultimi giorni della missione, ospiti di Don Paolo Gahutu. Altro grande incontro: un prete sinceramente impegnato nella sua missione sacerdotale e di forte impegno a favore della sua gente. Disponibile e cordiale ci ha fatto sentire a casa, ma soprattutto ci ha aiutato a cogliere appieno lo spirito di questo viaggio. Un personaggio decisamente “Lake Angels”. Per questo, l’ultima sera nel momento dei saluti, di fronte a delle gustosissime brochettes di capra e alla immancabile birra (a proposito, quanta se ne è bevuta!), gli ho consegnato la felpa e il k-way dei Lake Angels cooptandolo come nostro cappellano speciale in terra rwandese.
Ora si torna alla nostra quotidianità, si recuperano calendario, orologio, impegni; nel profondo però qualcosa è cambiato. Assume nuovo slancio l’impegno Lake Angels verso gli altri e si rafforza il legame con l’Associazione Kwizera di cui ho potuto toccare con mano le grandi capacità realizzative.
In Rwanda si sentirà ancora parlare del binomio Kwizera-Lake Angels!

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