"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


domenica 9 agosto 2009

Diario di viaggio 6

La sveglia a Nyagahanga.
Anche al villaggio di Nyagahanga l’alba viene annunciata dal canto del gallo.Con largo anticipo sui tempi europei, alla 4,30 iniziano i primi canti da parte del gallo della vicina fattoria parrocchiale; con insistenza martellante proseguono per oltre un’ora, a intervalli cadenzati di circa quindici/venti secondi. Se hai un sonno lieve, sei fregato: non fai in tempo a richiudere gli occhi che già arriva il canto successivo. Quando ormai ti sei rassegnato che non c’è verso di riprendere a dormire, t’accorgi anche del ronzio fastidioso delle zanzare che vorrebbero superare la zanzariera per portarti il loro micidiale attacco. Dopo l’assolo del gallo, quando il buio della notte comincia ad attenuarsi, si alzano i primi cinguettii e gorgheggi di uccelli che accompagnano in maniera gradevole la lenta sveglia: peccato che, di tanto in tanto, un improvviso e sgradevole gracchiare di grandi cornacchie che svolazzano a stormi rompa l’armonia melodiosa di questi canti mattutini. Il gallo si fa ancora sentire, ma a intervalli decisamente più lunghi, quasi fosse stanco o si rendesse conto che ormai, esaurito il proprio compito, nessuno più gli presta attenzione. Nei locali della casa parrocchiale si sentono i primi calpestii e l’aprirsi e il chiudersi delle porte. Nelle case del villaggio alle 5 le persone sono già tutte alzate. A quell’ora diverse persone sono già per strada da almeno mezzora avendo la necessità di recarsi a mercati o a luoghi d’incontro lontani anche 30 kilometri: in campagna, gran parte degli spostamenti avvengono, infatti, a piedi. Alle sei, quando comincia ad albeggiare, fuori si sentono già le prime voci. In cima alle colline, entro cui è incassata la vallata di Nyagahanga, comincia a crearsi l’alone rossastro che anticipa la nascita del sole e la luce piena del giorno: è ora di alzarsi. Alle sei e trenta è giorno; un giorno che qui dura dodici ore per tutto l’arco dell’anno, pur al variare delle stagioni.

1 commento:

Unknown ha detto...

Pocco incoraggiante questo messaggio per chi vorrebbe visitare il Rwanda!