"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


domenica 7 gennaio 2018

Il Rwanda fa marcia indietro sull'accoglimento di rifugiati espulsi da Israele

Venerdì scorso il Rwanda  ha smentito di aver raggiunto un accordo con Israele per accogliere  parte dei  38.000 migranti irregolari, in maggioranza eritrei e sudanesi, che Israele intende espellere dal paese  entro la fine di marzo, minacciando in caso contrario  di imprigionarli per un periodo indefinito.E' toccato al Segretario di Stato per Affari esteri, Olivier Nduhungirehe, smentire la notizia che circolava da oltre un mese, affermando che "ci sono stati negoziati in passato, ma non c'è stato alcun accordo. Questa storia di un accordo tra Israele e Rwanda è una falsa informazione", aggiungendo che queste discussioni avevano avuto luogo tre anni fa.La smentita giunge a sorpresa  dopo che a fine novembre scorso, come riferito in un precedente post, fu il Ministro degli esteri rwandese, Louise Mushikiwabo, a parlare di negoziati in corso da un po' di tempo  tra Rwanda e Israele anche se non avevano ancora raggiunto una conclusione dichiarando che "abbiamo avuto discussioni con Israele sulla ricezione di alcuni degli immigrati e richiedenti asilo provenienti da questa parte dell'Africa che sarebbero  disposti a venire in Rwanda e che noi saremmo  disposti ad accoglierli" sottolineando, peraltro, che " i dettagli circa le modalità di questi trasferimenti e della accoglienza e conseguente sostentamento non sono però stati ancora conclusi ". Analoga smentita è venuta, giovedì scorso, dall'Uganda che ha negato, attraverso il suo ministro degli Esteri, Henry Okello Oryem, l'esistenza di un accordo del genere.Non si conoscono, al momento, le reali ragione di una marcia indietro abbastanza sorprendente.

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