"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 7 giugno 2016

SafeMotos: l'Uber delle moto di Kigali

In una pagina dedicata alle start-up africane, il quotidiano economico Il Sole 24 ore dedica oggi un articolo  alla  “SafeMotos”, moto sicure,  la startup lanciata a Kigali per offrire ai viaggiatori un servizio affidabile di “moto taxi” nel tumultuoso traffico della città dove le due ruote detengono il record, poco invidiabile, dell'80% di incidenti mortali sulle strade del paese africano. La startup, ispirata a Uber («senza esserne un clone»), secondo quanto riferisce il quotidiano,  è stata fondata dal keniota Peter Kariuki e il canadese Barrett Nash e si basa un un sistema semplice: ai conducenti con un minimo di tre anni di esperienza viene assegnato uno smartphone, con la app già installata, per registrare fattori critici come la velocità nei movimento o il percorso selezionato. I dati, combinati al feedback dell’utente, formulano un punteggio finale che vale già da biglietto da visita per i clienti. Oggi SafeMotos ha registrato sul suo database 20mila viaggi, 500mila chilometri e 5mila utenti. I finanziamenti incassati dal 2014 ammontano a 131mila dollari in due round, una cifra che non spicca tra i più grandi exploit del Continente ma permette comunque di insistere sull’espansione auspicata dai due fondatori. I limiti? I fondatori parlano soprattutto della carenza di professionisti qualificati nel ramo Ict, come sviluppatori e tecnici per potenziare il servizio. Senza contare l’assenza, in Rwanda, di un sistema di startup e innovazione imprenditoriale simile a quello che inizia a emergere in paesi nella triade Sud Africa, Kenya e Nigeria.

Nessun commento: