E’ stato firmato nei giorni scorsi
un accordo tra le autorità rwandesi e la società statunitense AVX Corporation, il più
grande utilizzatore mondiale di coltan e produttore di componenti
al tantalio per l'industria elettronica, per l’esportazione di minerali del
Rwanda negli USA.
E’ bastata la firma dell’accordo per
fa dire trionfalmente al ministro di
stato per l'industria mineraria, Evode Imena, che la pura e semplice partnership con AVX certificherebbe la presenza di minerali nel
Paese, smentendo in tal modo le accuse che i minerali esportati dal Rwanda
sarebbero provenienti da zone di conflitto. In particolare il ministro ha voluto sottolineare come “questo
accordo testimoni la provenienza dei minerali smentendo quanto sostenuto dagli esperti circa l’inesistenza di coltan bianco in Rwanda”.
Ricordiamo che in base alle
informazioni provenienti da Rwanda Development Board, il settore minerario ha generato, nel 2014, flussi valutari per circa $ 210,6 milioni e che tutte le esportazioni di minerali
provenienti dal Rwanda sono tracciabili attraverso il sistema di etichettatura
attualmente accettato dagli acquirenti a valle dei minerali. Come descritto in questo post, la realtà è più variegata; infatti, la gran parte dei minerali esportati non vengono estratti dalle scarse miniere
rwandesi ma provengono, in maniera più o meno lecita, dalla vicina Repubblica
Democratica del Congo.
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