E’
stato firmato la settimana scorsa un contratto di assistenza tra l’Unione
Europea, rappresentata dall’ambasciatore Michael Ryan, e il governo rwandese, rappresentato dal ministro delle
Finanze, Claver Gatete, che prevede l’erogazione di 200 milioni di euro da utilizzare
per sostenere la trasformazione in atto nel settore agricolo ruandese. Con
l'80% della popolazione che dipende dall’agricoltura, la sovvenzione UE
sosterrà programmi di governo per migliorare l'alimentazione nelle comunità
rurali, ampliare il numero di famiglie che hanno accesso alla sicurezza
alimentare, rendere gli agricoltori più efficiente nei modelli di coltivazione
e uso del suolo, ed estendere la rete d’irrigazione. I fondi contribuiranno altresì alla
valorizzazione agro-forestale delle zone collinari attraverso opere di
terrazzamento, l'individuazione di opportunità di lavoro tra produttori e
trasformatori agricoli orientati all'esportazione, e fornire prestiti adeguati
agli agricoltori e alle cooperative agricole. Il ministro Gatete ha detto, dopo
la firma del contratto con l'UE: "Questa concessione € 200.000.000 è parte
di € 460.000.000 pacchetto di sostegno in Rwanda concordato nel 2015 e di cui facevano parte
anche i 177 milioni di euro erogati nelmaggio scorso per progetti nel campo dell'energia.
"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI
lunedì 27 giugno 2016
domenica 26 giugno 2016
Accordo con società americana per l'export del coltan rwandese
E’ stato firmato nei giorni scorsi
un accordo tra le autorità rwandesi e la società statunitense AVX Corporation, il più
grande utilizzatore mondiale di coltan e produttore di componenti
al tantalio per l'industria elettronica, per l’esportazione di minerali del
Rwanda negli USA.
E’ bastata la firma dell’accordo per
fa dire trionfalmente al ministro di
stato per l'industria mineraria, Evode Imena, che la pura e semplice partnership con AVX certificherebbe la presenza di minerali nel
Paese, smentendo in tal modo le accuse che i minerali esportati dal Rwanda
sarebbero provenienti da zone di conflitto. In particolare il ministro ha voluto sottolineare come “questo
accordo testimoni la provenienza dei minerali smentendo quanto sostenuto dagli esperti circa l’inesistenza di coltan bianco in Rwanda”.
Ricordiamo che in base alle
informazioni provenienti da Rwanda Development Board, il settore minerario ha generato, nel 2014, flussi valutari per circa $ 210,6 milioni e che tutte le esportazioni di minerali
provenienti dal Rwanda sono tracciabili attraverso il sistema di etichettatura
attualmente accettato dagli acquirenti a valle dei minerali. Come descritto in questo post, la realtà è più variegata; infatti, la gran parte dei minerali esportati non vengono estratti dalle scarse miniere
rwandesi ma provengono, in maniera più o meno lecita, dalla vicina Repubblica
Democratica del Congo.
venerdì 24 giugno 2016
Mons. Russo nuovo Nunzio in Algeria e Tunisia
Il Bollettino della Sala stampa della Santa Sede ha dato
notizia, nei giorni scorsi, che il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in
Algeria e Tunisia, con sede ad Algeri, S.E. mons. Luciano Russo, Arcivescovo titolare di
Monteverde, finora Nunzio in Rwanda, dove era arrivato nel
2012.
Al momento non si conosce ancora il nome del nuovo responsabile della Nunziatura in Rwanda.
venerdì 17 giugno 2016
UE: primi timidi passi contro il commercio dei minerali insanguinati
Cercatori d'oro |
L'Unione europea si schiera contro il traffico di minerali
'insanguinati', come coltan e tungsteno, i cui proventi alimentano troppo
spesso gruppi guerriglieri nelle aree di conflitto, con particolare
intensità nell'area congolese del Kivu, e che servono a produrre cellulari,
computer, gioielli. "Abbiamo raggiunto un accordo politico sugli obblighi
legali per la parte a monte della catena di rifornimento di questi minerali,
che includono fonderie e raffinerie" ha annunciato il commissario europeo
al commercio, Cecilia Malmstroem, dopo la riunione dei negoziatori di esecutivo
Ue, Europarlamento e Consiglio. "Alcuni aspetti tecnici rilevanti
rimangono ancora da definire, ma è un'intesa importante" ha spiegato
Malmstroem. L'intesa "avrà un enorme impatto sul terreno nelle
aree dei conflitti" promette a nome della presidenza di turno Ue Lilianne
Ploumen, ministro del Commercio estero olandese. "Il nostro ruolo è quello
di dare voce a persone che non possono sedere a questi tavoli e anche ai
consumatori che non vogliono contribuire a conflitti senza saperlo" ha
detto Ploumen. "Si tratta di un accordo importante anche nel contesto
della crisi dei migranti" ha aggiunto Iuliu Winkler (Ppe), relatore romeno
dell'Europarlamento, ricordando che l'Ue "deve assistere le persone sul
terreno e distruggere gli incentivi che le spingono a diventare migranti
economici illegali".
Meno entusiaste sono le reazioni di alcune Ong, a partire da
Amnesty International che ritiene che "L'Europa ha privilegiato i
profitti rispetto alle persone" e ai diritti umani, che è tenuta a
rispettare. "L'accordo rappresenta un primo passo nella giusta
direzione, ma la legge alla fine rischia di fare molto meno rispetto
all'obiettivo", poichè prevede possibili esenzioni per la "vasta
maggioranza delle aziende europee" dalle nuove regole.
Per approfondimenti sul Kivu, sul coltan e sul ruolo del Rwanda nel commercio di minerali clicca qui
giovedì 16 giugno 2016
Inaugurata mega centrale a metano sul lago Kivu
La stazione di pompaggio |
L’operazione KivuWatt ha richiesto un investimento di 200
milioni di $, provenienti da istituzioni internazionali, tramite prestiti allo
sviluppo, come la Banca Africana di
Sviluppo e da privati. La società
ContourGlobal realizzatrice dell’impianto ha in progetto la
realizzazione di altre tre piattaforme di pompaggio sul Lago Kivu, con la
possibilità di aumentare fino a 100 MW
la capacità della centrale da qui
al 2019.
venerdì 10 giugno 2016
Bilancio di previsione 2016/17: diminuisce la dipendenza dagli aiuti esteri
Il bilancio di previsione per l’esercizio 2016/17, presentato al parlamento dal Ministro delle finanze e della programmazione economica, Claver
Gatete, evidenzia un saldo di Rwf 1.949,4
miliardi ( pari a 2,3 miliardi di euro per un cambio di 85o franchi per un euro) che sarà finanziato per il 62% a livello nazionale, anche attraverso un allargamento della base imponibile.Il resto del bilancio sarà coperto da risorse esterne, per
un valore Rwf733 miliardi ( pari al 37,6%), attraverso prestiti per circa
Rwf 367.7 miliardi, a fronte di circa Rwf 235,7 miliardi dell'anno precedente, e
per i residui Rwf 365,3 miliardi ( pari
a 430 milioni di euro) da aiuti esteri. L’incidenza degli aiuti esteri, al netto dei prestiti, sul totale di bilancio si
colloca al 18,7%, in progressiva diminuzione rispetto al passato. Rwf 958,7 miliardi saranno destinati a finanziere
le spese correnti, di cui Rwf 877,6 miliardi, pari al 45 per cento del totale
di bilancio, sono destinati all’istruzione, alla salute, ai conti pubblici, alla giustizia e allo sviluppo sostenibile. Per quanto
riguarda la parte riservata agli investimenti: Rwf 517,1 miliardi, pari al 27
per cento, sono destinati alla trasformazione economica e Rwf256,5 miliardi, pari
al 13 per cento del bilancio, allo
sviluppo rurale. Per favorire la produttività e l’occupazione giovanile saranno
assegnati Rwf 106 miliardi, pari al 5 per cento, mentre i restanti Rwf 192 miliardi, pari al 10
per cento del bilancio, andranno a una non meglio definita “governance
responsabile.
Nuove tasse sulla vendita di vestiti usati |
martedì 7 giugno 2016
SafeMotos: l'Uber delle moto di Kigali
In una
pagina dedicata alle start-up africane, il quotidiano economico Il Sole 24 ore
dedica oggi un articolo alla “SafeMotos”, moto sicure, la startup lanciata a Kigali per offrire ai
viaggiatori un servizio affidabile di “moto taxi” nel tumultuoso traffico della
città dove le due ruote detengono il record, poco invidiabile, dell'80% di
incidenti mortali sulle strade del paese africano. La startup, ispirata a Uber
(«senza esserne un clone»), secondo quanto riferisce il quotidiano, è stata fondata
dal keniota Peter Kariuki e il canadese Barrett Nash e si basa un un sistema
semplice: ai conducenti con un minimo di tre anni di esperienza viene assegnato
uno smartphone, con la app già installata, per registrare fattori critici come
la velocità nei movimento o il percorso selezionato. I dati, combinati al
feedback dell’utente, formulano un punteggio finale che vale già da biglietto
da visita per i clienti. Oggi SafeMotos ha registrato sul suo database 20mila
viaggi, 500mila chilometri e 5mila utenti. I finanziamenti incassati dal 2014
ammontano a 131mila dollari in due round, una cifra che non spicca tra i più
grandi exploit del Continente ma permette comunque di insistere sull’espansione
auspicata dai due fondatori. I limiti? I fondatori parlano soprattutto della
carenza di professionisti qualificati nel ramo Ict, come sviluppatori e tecnici
per potenziare il servizio. Senza contare l’assenza, in Rwanda, di un sistema
di startup e innovazione imprenditoriale simile a quello che inizia a emergere
in paesi nella triade Sud Africa, Kenya e Nigeria.
sabato 4 giugno 2016
Anche il piccolo Rwanda riserva opportunità per l'imprenditoria italiana
La Banca Popolare di Sondrio, nell’ambito delle iniziative
di internazionalizzazione organizzate per le aziende, propone per il prossimo
14 giugno una giornata di approfondimento sul mercato africano a cura degli
esperti di Assafrica & Mediterraneo e di Sace Spa. Si parlerà delle
opportunità offerte dal continente africano alle imprese italiane e degli
strumenti finanziari a disposizione delle stesse, con un focus particolare
su Tunisia, Algeria, Marocco, Etiopia, Kenya, Ghana, Tanzania e Senegal.
Stupisce che il Rwanda non rientri tra i paesi oggetto dell’approfondimento. Eppure, come dimostra la scheda della stessa SACE riportata al termine del presente post, i fondamentali per attirare nuovi investitori ci sono tutti. Al riguardo merita d'essere consultato anche il profilo del Rwanda contenuto ne l'African Economic Outlook 2016 dell'OECD e lo studio The Africa Prosperity Report 2016 , rilasciato dal think
tank britannico, Legatum Institute, che riconosce al Rwanda, sulla base di otto indicatori che oltre l'economia tengono conto di salute, educazione, governance, sicurezza e opportunità imprenditoriali, come il paese
più prospero della regione dell'Africa orientale e l'8° sul continente.
giovedì 2 giugno 2016
Il processo di urbanizzazione in Rwanda secondo il Rapporto 2016 dell'OECD
Le prospettive
economiche dell’Africa 2016, secondo l'African Economic Outlook 2016 dell’OECD, indicano una buona performance di
quel Continente riguardo alle questioni economiche, sociali e di governance e
prospettive incoraggianti per il futuro prossimo. L’edizione del 2016, il cui
tema speciale è Città sostenibili e trasformazione strutturale,
guarda da vicino ai percorsi di urbanizzazione caratteristici dell’Africa e a
come l’urbanizzazione stia portando a un crescente trasferimento di risorse
economiche verso attività più produttive.
Rwanda
In Rwanda la popolazione urbana rappresentava, nel 2014, il 28% della popolazione totale, un livello inferiore alla media dei paesi dell’Africa sub-sahariana (37%) e alla media mondiale (53%). Il tasso di crescita della popolazione urbana, stimata al 5,9%, è comunque superiore a entrambe le medie del 4,2% e del 2,1% rispettivamente. Secondo le stime, il 50% dei residenti urbani sono concentrati a Kigali, la capitale, con circa un milione di abitanti.L'urbanizzazione rapida e incontrollata e i problemi che provoca - abitazioni e servizi connessi inadeguati, tensioni sociali e degrado ambientale - richiedono un approccio integrato allo sviluppo di insediamenti umani nelle zone urbane e rurali che sia sostenibile. E 'più facile allineare gli obiettivi di sviluppo urbano sull'obiettivo primario della trasformazione strutturale ai fini di inclusione socio-economico. Di conseguenza, il governo ha fatto dell'urbanizzazione sostenibile un percorso importante per la trasformazione dell'economia verso una prosperità condivisa e duratura, e uno strumento che possa aiutare a raggiungere il suo obiettivo di accesso allo status di paese a medio reddito entro il 2020. Il secondo piano di sviluppo economico e di riduzione della povertà (EDPRS-2), che fornisce un quadro di medio termine per l'attuazione della Vision 2020, prevede un piano di urbanizzazione e di popolamento rurale per promuovere una migliore qualità della vita per tutti i rwandesi attraverso la crescita e l’accelerazione di uno sviluppo economico sostenibile a livello locale. È necessario un approccio urbano / rurale integrato di sviluppo per garantire la sostenibilità e il collegamento degli obiettivi di sviluppo urbano con altri obiettivi, tra cui quello di trasformazione socio-culturale. La strategia di urbanizzazione e di regolamento delle aree rurali (2013-18), la cui attuazione è in corso, ha due obiettivi: in primo luogo, rafforzando lo sviluppo di Kigali e fornire supporto per questioni di sviluppo e distretti gestione urbana e in secondo luogo, di stabilire un complesso residenziale equilibrata promuovere l'inclusione economica e la trasformazione. A questo proposito, sei città secondarie- Rubavu, Musanze, Nyagatare, Muhanga, Huye e Rusizi- sono in varie fasi di sviluppo, come parte di un programma progettato per trasformare questi centri commerciali e di trasporto nascenti in poli di crescita regionale. Passi importanti sono stati compiuti verso la realizzazione di città secondarie. Al riguardo, il governo ha stanziato una parte delle proprie risorse di bilancio per lo sviluppo delle infrastrutture nelle città secondarie, e sta lavorando per mobilitare ulteriori fondi dai suoi partner di sviluppo. L'urbanizzazione sta gradualmente diventando un veicolo importante per le città sostenibili, così come un percorso di trasformazione socio-economica. Se le iniziative appena descritte danno i risultati attesi, la quota dei residenti urbani nella popolazione totale è previsto in aumento al 35% entro il 2020.
Per leggere l'intero rapporto riservato al Rwanda, clicca qui.
Africa
Per leggere l'intero rapporto riservato al Rwanda, clicca qui.
Africa
Nel
2015, la crescita economica dell’Africa è rimasta resiliente in un quadro
caratterizzato da un’economia mondiale debole, da prezzi delle materie prime
inferiori e da condizioni meteorologiche sfavorevoli in alcune regioni di quel
Continente. Il PIL reale è cresciuto in media del 3,6% nel 2015, un tasso di
crescita superiore alla media mondiale del 3,1%, e due volte superiore rispetto
alla Zona Euro. Con questo tasso di crescita, l’Africa è rimasta la seconda
economia più dinamica del mondo (dopo le economie asiatiche emergenti), e
alcuni Paesi africani sono risultati tra quelli a più rapida crescita al mondo.
Si prevede che la crescita economica dell’Africa migliorerà gradualmente
durante il biennio 2016/17, a patto che sia sostenuta da una ripresa
dell’economia mondiale e dal progressivo aumento dei prezzi dei prodotti di
base.
Per quanto riguarda il fenomeno dell'urbanizzazione a livello continentale,
questo processo in Africa rappresenta un’immensa opportunità, non solo per
gli abitanti delle città africane ma anche per lo sviluppo rurale.
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