"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


lunedì 6 gennaio 2014

Rwanda: attenzione anche alla sicurezza alimentare


A volte una notizia apparentemente secondaria e per questo relegata tra le brevi di cronaca può, a ben vedere, assumere un significato che va al di là del fatto in sé. E’ questo il caso, naturalmente secondo una valutazione del tutto personale, della notizia apparsa su The New Times di oggi in cui si riferisce che il Rwanda Bureau of Standards-RBS, l'autorità governativa preposta a vigilare sugli standard di qualità delle attività produttive del paese, ha chiuso due impianti lattiero caseari.Lo yogurt prodotto e messo in commercio non rispondeva, infatti, agli standard di qualità richiesti risultando contaminato, con conseguenti  rischi per la salute dei consumatori.Si tratta di un impianto situato a Rubirizi nel distretto di Kicukiro e di uno situato a Nyanza. I prodotti in essere sono stati sequestrati e distrutti, mentre i consumatori sono stati invitati a vigilare e segnalare eventuali prodotti della specie ancora in circolazione. I due impianti sono stati invitati a mettersi in regola se vogliono riprendere la produzione. Una notizia di questo tipo,  usuale per noi abituati alla cronoca quotidiana dei sequestri dei NAS di prodotti contraffati o  non conformi, riveste una certa importanza perché testimonia un’attenzione delle autorità per un aspetto che potrebbe essere ritenuto secondario a fronte di problemi di ben altra portata con cui è chiamato a misurarsi un paese in via di sviluppo. Chiudere due linee di produzione e sequestrare yogurt non conformi a noi sembra un segnale importante, più di tanti annunci di iniziative all’apparenza modernizzanti ma che spesso rimangono allo stadio annuncio senza avere un seguito concreto. Avendo avuto occasione di consumare yogurt durante i nostri soggiorni in Rwanda, ed averne apprezzato il gusto, ci sentiamo tranquillizzati a sapere che c’è qualcuno che vigila anche sulla qualità del prodotto. Un fatto tutt’altro che secondario: non sarebbe, infatti, un grande risultato rientrare a casa tranquilli dopo aver passeggiato sicuri per le vie della capitale per ritrovarsi intossicati da un cibo avariato o contaminato.

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