Secondo il rapporto Global
Financial Integrity, rilasciato nelle scorse settimane, nel 2011 i paesi
in via di sviluppo hanno visto defluire illecitamente dai confini nazionali, per affluire negli
accoglienti forzieri delle banche internazionali, circa 946 miliardi di dollari Usa, con un incremento del 13,7% rispetto al 2010.Questi deflussi
illeciti sono
alimentati da capitali provenienti dalla criminalità, dalla corruzione,
dall'evasione fiscale e da altre attività illecite. Il rapporto GFI rileva altresì che nel periodo 2002-2011, i paesi in via di
sviluppo hanno perso complessivamente $ 5.900 miliardi d deflussi illeciti. Gli
esborsi sono aumentati, nel decennio, ad un tasso medio del 10,2% all'anno, superando notevolmente la crescita del PIL.L'Africa sub-sahariana,
secondo il rapporto, ha subito la più
grande perdita di capitali illeciti in percentuale al PIL, attestandosi attorno
al 5,7% del PIL all'anno, contro il 4% a livello globale.Secondo il rapporto GFI, il Rwanda , con una media annua
di $ 211 milioni nel decennio e un ammontare complessivo di $ 2.106 milioni, si
colloca al 104 posto su 140 paesi presi in esame, peraltro con un trend
in forte crescita che va dai $ 40 ml del 2002 ai $ 518 ml del 2011, pari al 3,83%
del PIL stimato per lo stesso anno. Il dato conferma il contenuto livello di corruzione esistente nel paese.Nella zona fa peggio l’Uganda (68°) con $ 737
milioni di media ma con un trend in forte contrazione, nel 2011 si
registravano, infatti, $ 307 milioni.La Tanzania registra rispettivamente una
media di $ 444 e un deflusso per il 2011 di $ 817 milioni, mentre il Kenya, di
cui non sono evidenziati i dati di diversi anni, registra un deflusso per il
2011 di $ 847 milioni.
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