"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 9 luglio 2013

Storie di ragazzi di strada all'ombra della Kigali City Tower

Ogni tanto anche sulla stampa governativa fanno breccia storie di vita metropolitana che non ti aspetteresti all'ombra della scintillante  City tower di Kigali, ormai simbolo della modernità ed efficienza della capitale rwandese. E' il caso della storia raccontata da The Sunday Times, in cui il grave fenomeno dei ragazzi di strada, che numerosi vivono nella capitale, alimenta una testimonianza di solidarietà umana meritevole di essere raccontata. E' la storia di Mzee Antoine Bizimana, un ex bambino di strada attualmente meccanico di professione titolare del garage Fasha Umwana (aiutare un bambino), che nella  baraccopoli di Kimisagara ha creato, a poca distanza dall sua abitazione,  una specie di casa del fanciullo dove una sessantina di bambini trovano ospitalità. Qui, sui fianchi della collina accessibile solo da sentieri, sono stati ricavati  in edifici abbandonti locali di fortuna "austeri e semplici,  dove dormire, uno spazio dedicato ad  aula dove i ragazzi più grandi insegnano qualcosa ai più piccoli, un servizio igienico e la cucina. Naturalmente il tutto privo di acqua corrente ed elettricità, per cui l'acqua deve essere portata in brocche". Ogni giorno la sessantina di ospiti, da bambini di pochi anni a ragazzi e giovanni, riceve un piatto di riso e fagioli.La piccola comunità si autogestisce, con i  ragazzi più grandi che si sobbarcano le incombenze per far funzionare questa casa famiglia, mentre i più piccoli possono giocare con quello che la loro inventiva riesce a far diventare giocatolo. Bizimana, incontrato dal giornalista Joseph Oindo nella sua modesta casa dove alle pareti ci sono immagini  religiose, come Madre Teresa, Gesù Cristo, e i Martiri dell'Uganda  " persone che hanno fatto la differenza nella vita degli altri,"  dice che il centro non è un orfanotrofio ma una famiglia, ed i 60 bambini/ragazzi  che si appoggiano al centro sono tutti i suoi "figli" che riesce ad aiutare con le  magre risorse che ottiene dal suo lavoro presso il proprio garage. "Abbiamo anche raccolto  dalle strade neonati che sono stati gettati via dalle loro madri," dice Bizimana al cronista, aggiungendo che anche se lui "non ha abbastanza risorse per prendersi cura di tutte le loro esigenze, lui di solito fa in modo che non vadano mai a letto con la  fame". Ad oggi secondo il cronista più di 300 ex bambini di strada sono stati addestrati al suo garage e la maggior parte di loro sono ora in grado di fare qualcosa per vivere. Si tratta di una storia meritevole di un approfondimento anche alla luce  di un particolare che ha destato qualche perplessità; a un lettore che chiedeva riferimenti più precisi per poter offrire qualche aiuto, l'autore del pezzo risponde di rivolgersi personalmente a lui o in redazione per avere  notizie più precise.Chiederemo ai nostri referenti locali di avere qualche certezza in più, magari per far arrivare sulla tavola di questa casa famiglia qualche prodotto della terra coltivato presso progetti seguiti dall'Associazione Kwizera

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