"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 16 luglio 2013

Nord Kivu: prudenza per i volontari in missione

Alla luce delle ultime notizie provenienti dal nord Kivu, riportate da tutte le agenzie internazionali, sarà bene che i volontari stranieri, che si recano in Rwanda in questo periodo per le loro missioni umanitarie, evitino di inserire nel loro programma di viaggio, come spesso succede,  una visita all’accogliente cittadina di Gisenji sul lago Kivu, per passarvi una  giornata di riposo ristoratore dei gravosi impegni della missione. Infatti, quello  che sta accadendo nelle ultime ore nella zona attorno a Goma, tra scambi di accuse tra le parti in causa, non sembra lasciar presagire nulla di buono. Sembra di assistere alla  ricerca del classico incidente per poter procedere ad iniziative militari, magari pianificate da tempo, addebitando le responsabilità all'altra parte in causa. Da una parte il Rwanda ha denunciato che ieri due colpi di artiglieria provenienti da zone controllate dall’esercito congolese FARDC e dalle forze Onu del Monusco sono state  coscientemente indirizzate sul territorio rwandese in una zona del distretto di Rubavu- Gisenji, ha inoltre  accusato  apertamente  le stesse FARDC di cooperrare con le milizie del FDLR. Da parte congolese si accusa invece il Rwanda di continuare a sostenere i ribelli del M23 con propri militari. E’ di domenica l’accusa che un centinaio di militari rwandesi si siano infiltrati in territorio congolese mimetizzati da donne ricoperte dagli avvolgenti abiti femminili congolesi. Al di là di questi scambi d’accuse sta la concretezza della ripresa dei  combattimenti che si sono tenuti   nel fine settimana nei dintorni di Goma che hanno lasciato sul terreno un centinaio di vittime.

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